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Questa non è una canzone d'amore
 
Questa non è una canzone d'amore 2017-06-09 08:17:07 topodibiblioteca
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    09 Giugno, 2017
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Noir al ritmo di Bob Dylan

Giallo, noir, thriller: è un po' tutto questo shakerato, il libro di Robecchi, che rappresenta la genesi del personaggio Carlo Monterossi. Autore televisivo di successo, creatore del programma televisivo cult "Crazy Love" (cinico esempio di tv spazzatura, la cosiddetta "tv del dolore"), condotto dalla star Flora de Pisis, evidentissimo clone di una Barbara d'Urso dei nostri giorni.
Il Monterossi si trova, suo malgrado, coinvolto per sbaglio, per sfortuna o per destino, in una vicenda di vendette personali che si incrociano con loschi affari di un esaltato criminale neo nazista un po' pasticcione, ricercato per motivi diversi da due sicari professionisti e da due zingari. Sullo sfondo la Milano delle periferie, dei campi rom, che si alterna alla Milano borghese e apparentemente sicura dove vive lo stesso Monterossi.

Robecchi riesce a confezionare una storia abbastanza avvincente nella quale non mancano scene forti, un po' pulp, alla maniera di Tarantino (gli interrogatori condotti da zingari e sicari per ottenere certe informazioni) e con chiari riferimenti alla realtà dei nostri tempi. Ulteriori ingredienti degni di nota sono:
- una certa dose di sarcasmo ed umorismo che non guasta mai ("non è che Cristiano Ronaldo va a giocare nella Ternana...", oppure "Il PM è alto, magro, sui 40 con la barba appena accentuata. Pantaloni di velluto,gilet di velluto,mezzo toscano di velluto,occhiali di velluto,ventiquattrore di velluto e Clark beige ai piedi. Se i magistrati vogliono smettere di farsi dare dei comunisti sarà meglio che comincino a vestirsi in modo diverso").
- le parole dei testi delle canzoni di Bob Dylan - di cui Monterossi è grandissimo fan ed intenditore- che ritornano ciclicamente nella narrazione per sottolineare alcuni passaggi rilevanti.

Forse alcuni aspetti potevano essere trattai diversamente: ad esempio la Polizia, che ad un certo punto scompare e non ritorna più nella narrazione, oppure il finale della storia, la resa dei conti in cui si trovano riuniti tutti i personaggi principali benché di un certo effetto è un po' esagerato, irreale, o ancora il fatto che killer esperti, abili e professionisti si facciano fregare così facilmente come viene raccontato. Tuttavia si tratta di aspetti marginali a mio avviso che non inficiano la gradevolezza complessiva del romanzo.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
altri romanzi di Robecchi, a chi ama i noir in generale.
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