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Il male oscuro
 
Il male oscuro 2017-07-03 08:33:00 Roleg
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Roleg Opinione inserita da Roleg    03 Luglio, 2017
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La paura di avere paura

Non so bene per quale ragione, ma prima di iniziare a leggere questo romanzo mi ero fatto l'idea che si trattasse di un cupo, pesante e deprimente resoconto della vita di una persona affetta da depressione. Un mattone insomma. Un libro che bisogna leggere lontano da lamette e barbiturici.

Mi sbagliavo, di grosso.

E' un uomo, Berto, che con un monologo senza respiro, con frasi lunghissime e con la punteggiatura risicata all'osso, si apre. Svela ogni aspetto della sua vita, della sua mente, ogni aspetto positivo e negativo, ogni pensiero puro e impuro. Berto ha il coraggio di mettere in mostra pubblicamente tutti quegli aspetti che normalmente tendiamo a nascondere. E lo fa perché comprende che quando il dolore rimane al nostro interno cresce, si ingigantisce, ci manda in crisi.

"Il racconto è dolore, ma anche il silenzio è dolore"

Forse a causa di un rapporto non risolto con la figura autoritaria del padre, inizia presto ad avere crisi di panico, veri e propri attacchi di paura incontrollata che in alcuni casi lo costringono a fare azioni inconsulte, come abbracciare terrorizzato le gambe di un vigile urbano per strada. Queste crisi di panico se da una parte gli rendono la vita estremamente difficile, dall'altra non gli impediscono di vedere il mondo, le persone, i fatti, con una estrema ironia. Più di una volta ho riso di fronte a battute fatte con disarmante candore. Una ironia senza la quale sarebbe difficile leggere il libro; una ironia invece grazie alla quale il libro diventa lieve acuto e stimolante. Ironia che con tutta probabilità non è altro che una difesa dello scrittore contro la vita deprimente.

"la paura della paura è arcana e ubiqua, sfugge sia ai raggi che agli esami istologici sicché nessuno al di fuori può capire se ci sia o non ci sia fino a che non diventa pallore o tachicardia o diarrea e allora anche il più asino dei medici riesce a capire che qualcosa c’è, ma purtroppo questa paura spesso rimane astratta o va a finire nel caldo lombare o nei giramenti testicolari e in questi casi è facile trovare medici che dicono che il caldo è una mia impressione e che i coglioni in fondo girano a tutti"

Queste crisi, o meglio la paura di avere queste crisi (la paura della paura) se da una parte gli impediscono di avere una vita normale, dall'altra lo costringono ad attaccarsi alle persone che gli sono più prossime. E' un egoista, Berto, pensa solo per sé. Si lega agli altri principalmente per bisogno. E' misogino, nevrotico, avaro e ossessionato dal tentativo di raggiungere la "gloria". E ha paura, paura di tutto. Paura della morte, della pazzia, della gente, della solitudine, dei viaggi, del futuro, di scrivere.

Il suo scritto non ha una direzione predefinita, non cerca di raccontarci qualcosa in particolare. Segue il filo dei suoi pensieri guardandosi dentro. Ma pian piano ci accorgiamo che i pensieri di quest'uomo non sono così dissimili dai nostri. La valenza dei discorsi di Berto è generale. E qui sta la grandezza del libro.

E il male oscuro del titolo pian piano si trasforma in un generale "male di vivere", la presa di coscienza della nostra impotenza, l'incapacità di uscire fuori dai propri fallimenti e dalle proprie angosce. Incapacità che si risolve poi alla fine con l'accettazione, la presa d'atto della sua condizione. E infatti la parte iniziale del libro mi ha ricordato spesso lo Svevo di Senilità, che aveva trattato abbondantemente in precedenza più o meno gli stessi temi.

Giuseppe Berto è un autore ben poco famoso e ben poco letto. Onestamente, non sono riuscito a capirne le ragioni. "Il male oscuro" è un gran bel libro da leggere. Perché è interessante, ironico, intelligente, acuto, a tratti brillante e che ci costringe a riflettere su molte cose della nostra vita. Perché è l'approfondita analisi di un uomo che, senza veli e senza abbellimenti di sorta, mostra le sue paure e debolezze. Che spesso sono uguali alle nostre.

Bisogna essere delle grandi persone per mettersi a nudo in questo modo.

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