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Cadrò, sognando di volare
 
Cadrò, sognando di volare 2020-04-09 13:13:38 Mian88
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3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    09 Aprile, 2020
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Anche se sarà doloroso, anche se...

«E pure ai confini più rigidi e tremendi di tutti: quelli che tracciamo dentro di noi. Tra bello e brutto, presto e tardi, giusto e sbagliato. E appunto il terribile confine tra il possibile e l’impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può. E ci fermiamo lì, bloccati da una riga. Ma ogni tanto, all’improvviso, arriva una piena di emozione, una scarica portentosa e irresistibile ci solleva e ci scaraventa di là, dove pascolano i nostri sogni, spazzando via regole, abitudini, piani, previsioni, tutti quei sentieri scavati nella roccia a forza di passi corti e prudenti e sempre uguali. […] Su in salita fino a quel limite che chiamiamo impossibile, e però quando arrivi in cima e guardi bene, vedi che là davanti si apre una discesa a strapiombo verso orizzonti così smisurati che rubano il respiro.»

Con “Cadrò, sognando di volare” Fabio Genovesi torna in libreria destinandoci di un grande insegnamento: niente è impossibile. Talvolta i sogni possono diventare realtà. Dobbiamo soltanto avere quel briciolo di coraggio o di scelleratezza o di speranza in più, a seconda di come vogliamo chiamarlo, per continuare a crederci anche quando le avversità sembrano essere invalicabili e sembrano essere predestinate ad ostacolare il nostro cammino giorno dopo giorno. Perché alla fine, tutto può succedere.

«Ci abbiamo messo un po’, ma per forza: E se un giorno dopo tanta attesa il miracolo finalmente succede, è così impossibile, così diverso dal resto, che lo prendiamo per un errore.»

Protagonista di quest’ultima opera è Fabio, giovane uomo di ventiquattro anni che studia giurisprudenza, seppur non la ami, perché questa scelta è stata dettata da altri meccanismi e dal desiderio di avvocatura di una zia e non anche da una sua propria volontà. Siamo nell’estate del 1998 e proprio quando la partenza per Siviglia, dove avrebbe raggiunto gli amici, è imminente, ecco che subentra la precedente scelta di essere obiettore di coscienza per non prestare il servizio militare. Ventiquattro ore prima dal viaggio che più gli avrebbe cambiato la vita tra divertimenti, donne e attimi indimenticabili ed ecco che lui si ritrova invece a doversi recare in uno sperduto ospizio di preti in cima agli Appennini. Qui avrebbe dovuto fare da educatore ai ragazzi della struttura ma appena giunto sul posto apprende che ormai non c’è più nessuno da educare. E come fai a passare il tempo se sei confinato in una guardiola ad aspettare che qualcuno si palesi per una qualche necessità? Semplice, con la tua radiolina. La tua fedele alleata che ti permette di ascoltare il Giro d’Italia, quel giro in cui è presente, questa volta dopo il 1994, anche Marco Pantani. E tu proprio non puoi perdertelo il Giro d’Italia.
Nel mentre Fabio conosce prima Don Mauro poi Don Basagni, un uomo burbero di un’ottantina d’anni, che è rassegnato dalla vita, che è rassegnato a quel non aver più nulla da insegnare, a quell’aver ormai concluso la sua missione. Qual è l’unica cosa che hanno in comune i due? La bicicletta, la passione smisurata e senza freni per il ciclismo e per quel ragazzo di Cesena che pedala instancabile, che è il Pirata della storia delle due ruote italiane, colui che incarna un sogno. Ed è proprio alternando le vicende del ragazzo, del Don e dei fatti inerenti all’idolo dello sport condiviso che i fatti si snodano in un crescendo che ha alla base una unica grande costante: il coraggio.
Il coraggio di sognare, il coraggio di osare, il coraggio di sperare, il coraggio di provare. Il coraggio di tentare di cambiare le proprie vite quando sono ormai preda di un meccanismo ticchettante che non ammette mutamenti di ritmo.
Ad aggiungersi a questi ingredienti vi sono ancora personaggi che si mettono a confronto seppur appartenenti ad universi paralleli, la ricerca di un “senso” che spesso fatichiamo a trovare, la passione per quel qualcosa che ci alimenta e ci spinge avanti in un passato sospeso che è ancora qua, in un sorpasso che può sembrarci impossibile ma che accade. Anche se cadremo. Anche se ci rialzeremo. Anche se non sarà sempre facile. Anche se spesso sarò molto ma molto doloroso. Anche se spesso lascerà delle cicatrici nel corpo e nell’anima. Anche se.
Un libro per i cuori in tumulto, un libro per chi ha dentro un’amarezza, un libro per chi cerca la forza per credere in una speranza, un libro per chi ha ancora voglia di sognare ma soprattutto un libro per chi crede nel bicchiere mezzo pieno, nell’impossibile che diventa possibile, nel domani.

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Commenti

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Che bella recensione Maria! Penso che lo leggerò anch'io.
In risposta ad un precedente commento
Mian88
10 Aprile, 2020
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Grazie Chiara, sono curiosa di conoscere le tue impressioni!
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