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Il deserto dei tartari
 
Il deserto dei tartari 2020-04-18 21:51:26 leogaro
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
leogaro Opinione inserita da leogaro    18 Aprile, 2020
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Il deserto dell'anima

--- Il testo contiene spoiler ---

Il romanzo è ambientato in un paese immaginario. Il sottotenente Giovanni Drogo, divenuto ufficiale, viene assegnato come prima nomina alla Fortezza Bastiani, ultimo remoto avamposto ai confini settentrionali del Regno. Essa domina una desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di rovinose incursioni nemiche ma che, da innumerevoli anni, non ha più portato alcuna minaccia. La Fortezza, svuotata ormai della sua importanza strategica, è rimasta solo una costruzione arroccata su una solitaria montagna, di cui molti ignorano finanche l'esistenza.
Dopo un viaggio a cavallo di più giorni, Drogo ha una cattiva impressione della fortezza. Confida all'aiutante maggiore Matti di voler chiedere l'avvicinamento alla capitale, e questi gli consiglia di attendere la visita medica periodica tra quattro mesi, dopo la quale potrà farlo trasferire per motivi sanitari. Drogo acconsente e in questo periodo subisce inconsciamente il fascino degli immensi spazi desertici che si aprono a nord. La vita alla Fortezza Bastiani è retta dalle norme ferree di disciplina militare e esercita sui soldati una sorta di malia che impedisce loro di lasciarla. I militari sono sorretti da un'unica speranza: vedere apparire all'orizzonte, contro le aspettative di tutti, i Tartari, combatterli e diventare eroi: l'unica via per restituire alla Fortezza la sua importanza, dimostrare il proprio valore e dare un senso agli anni buttati via qui al confine.
Il giorno della visita medica che dovrebbe sancire la sua inabilità per il servizio alla Fortezza, Drogo la vede improvvisamente trasformata; davanti ai suoi occhi si espande a dismisura con camminamenti, spalti e mura; il paesaggio del nord gli appare bellissimo. Così, rinuncia al trasferimento e si lascia affascinare dalle pigre abitudini che scandiscono il tempo alla Fortezza, dalla speranza di una futura gloria come quei commilitoni precedentemente catturati dalla situazione.
Un giorno, un soldato uscito per recuperare un cavallo rientra senza conoscere la parola d’ordine e viene abbattuto dalla sentinella, come è imposto dalle regole del servizio. Qualche tempo dopo, si vedono lunghe colonne di uomini armati in avvicinamento da settentrione attraverso la pianura deserta. La Fortezza è in fermento, i soldati sognano battaglia e gloria… ma non sono i Tartari, ma soldati del Regno confinante che vengono a definire i confini.
Dopo quattro anni, Drogo torna a casa in licenza, ma avverte un senso di estraneità e smarrimento nel ritornare al suo vecchio mondo, ad affetti a cui scopre di non saper più parlare. Maria, sorella d’un suo amico, gli sembra indifferente; eppure basterebbe una sola parola di Drogo perché lei rinunciasse a un viaggio in Olanda e rimanesse con lui. Si reca da un Generale per ottenere il trasferimento, come permesso dopo quattro anni in Fortezza, ma il superiore rivela che l’organico della piazzaforte sarà drasticamente ridotto e molti suoi colleghi hanno presentato domanda prima di lui, senza dirgli nulla.
Drogo ritorna alla Fortezza e ai suoi ritmi immutabili. Ora la guarnigione è appena sufficiente. Il collega tenente Simeoni crede di avvistare del movimento a nord: si scopre che il Regno del Nord sta costruendo una strada verso le montagne di confine, ma occorreranno quindici anni di lavori nel deserto per arrivare nei paraggi della Fortezza. Nel frattempo, tutti si abituano a considerarlo un lavoro di ingegneria civile.
Nell'attesa della "grande occasione", si consuma la vita dei soldati di guarnigione; su di loro trascorrono, inavvertiti, i mesi, gli anni. Drogo vedrà alcuni dei suoi compagni morire, altri lasciare la Fortezza ancora giovani o ormai vecchi.

---inizio spoiler ---
Dopo trent’anni di servizio è Maggiore e vice-comandante della Fortezza. Una malattia al fegato lo corrode fino a costringerlo a letto, quando improvvisamente scoppia la guerra contro il regno del Nord, che fa affluire truppe e artiglierie. Mentre arrivano i rinforzi alla Fortezza, il nuovo comandante Simeoni fa evacuare Drogo, malato, per far spazio ai nuovi ufficiali. La morte lo coglierà solo, in un'anonima stanza di una locanda di città, dove Drogo capirà quale fosse la vera occasione per provare il suo valore: affrontare la Morte con dignità, "mangiato dal male, esiliato tra ignota gente".
--- fine spoiler ---

Un libro mediamente scorrevole, abbastanza piacevole ma che non è certo una lettura d'evasione. Un testo che fa riflettere, che è profondo e suscita importanti interrogativi sul senso della vita, sulle priorità, sulle occasioni mancate, quelle lasciate, quelle cercate.... In fin dei conti, quanto vale l'attesa? Cosa si è disposti a sacrificare per l'Occasione con la O maiuscola? Un libro intenso, che nonostante la lentezza di vari capitoli (a volte eccessiva, ma legata alle necessità di questa trama), induce a pensare: e lo fa dandoti un bel pugno nello stomaco.

Alcune citazioni: “L’ora miracolosa che almeno una volta tocca a ciascuno: per questa eventualità vaga, uomini fatti consumavano la parte migliore della vita” - “A un certo punto, istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno… si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire” - “Così una pagina lentamente si volta, aggiungendosi alle altre già finite, per ora è solamente uno strato sottile, quelle che rimangono sono un mucchio inesauribile. Ma è pur sempre un’altra pagina consumata, una porzione di vita” - “Gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani…se uno soffre, il dolore è completamente suo: questo provoca la solitudine della vita” .

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Cassola, Moravia, Silone, ma anche Verga
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