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Dietro la porta
 
Dietro la porta 2020-07-17 15:35:27 lapis
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5.0
Contenuto 
 
4.0
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5.0
lapis Opinione inserita da lapis    17 Luglio, 2020
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Giovani soli

“Duro a capire, inchiodato per nascita a un destino di separazione e di livore, la porta dietro la quale ancora una volta mi nascondevo inutile che pensassi di spalancarla. Non ci sarei riuscito, niente da fare. Né adesso, né mai".

Adesso è il tempo della prima giovinezza, in cui la scoperta del tradimento e della doppiezza ha lacerato l'ingenuità di un ragazzino. Mai è il tempo che è venuto dopo, in cui quella ferita è rimasta aperta, continuando a sanguinare in segreto. Gli anni non hanno saputo spiegare, non hanno saputo guarire e queste pagine possono solo tornare indietro nel tempo per raccontare quel momento capace di calcificarsi nell'animo in un grumo di dolore immutabile.

Ci si affida alla memoria dunque per rivivere da capo le angosce dei sedici anni sui banchi di prima liceo, nella Ferrara fascista. Rivive così l’amarezza di una classe nuova in cui tutto fa rimpiangere quel che si è lasciato indietro: il fidato compagno di banco, l'informalità dei professori, la spensieratezza dell’infanzia. Rivive soprattutto il disagio della solitudine, ambiguamente desiderata e altrettanto temuta. A scuola la solitudine fa paura, perché a sedici anni nulla pare più esecrabile dell'emarginazione sociale, e l'unica cosa su cui si può fare affidamento per alimentare la propria sicurezza sembrano essere gli occhi di un altro che ti riconosce e ti accompagna. Ma se questo altro, simile e affine, non ci fosse? Che compromessi si è disposti ad accettare? Il giovane studente narratore sceglie, quasi con fierezza e un pizzico di ribellione, l'autoesclusione, rifuggendo la corsa ai banchi in prima fila e ai compagni più ammirati, relegandosi in una posizione isolata e retrocessa. La solitudine può anche proteggere, è vero, ma la prospettiva di un amico resta una lusinga inebriante. Così, quando arriva in classe un nuovo ragazzo, ci si può allora lasciare passivamente sedurre dalla sua apparente sottomissione di protetto, dalle sue striscianti adulazioni, lasciandosi imbrigliare nelle spire di un rapporto meschino e sciatto, che si percepisce come minaccioso ma da cui non ci si riesce a separare.
Fino al tradimento subìto.

Leggere “Dietro la porta” significa ritrovarsi al centro dell’enigma irrisolto della giovinezza, nel magma di sentimenti contrastanti fotografati da una scrittura lucidissima, sottilmente intaccata da tracce di quel rancore mai pacificato. Verso gli altri e verso se stessi. Perché nel mondo degli adulti non vi è più semplicità, la rabbia dell’inganno si mescola al vuoto della perdita, l’offesa alla colpa e il desiderio di vendetta alla pusillanimità dello sconfitto che cerca solo un rifugio, dietro la porta, ove ripararsi. Ma, ormai, la porta del mondo adulto è stata aperta.

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Commenti

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Manuela, che lettura intensa! Un autore che mi piace molto, non ricordo se hai letto anche tu Gli occhiali d’oro, se ti mancano, recuperali! Questo mi manca,segno!
Bellissima recensione Manuela, complimenti! Mi hai fatto rivivere questa lettura che aveva toccato alcune mie corde... Grandissimo Bassani.
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lapis
19 Luglio, 2020
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Ciao Marianna, sì, proprio con Gli occhiali d'oro ho iniziato da poco la scoperta di Bassani, al di là del famoso Giardino, e finora sono state tutte letture bellissime anche per me! E, a proposito de Gli occhiali.., qui fa una piccola apparizione proprio Athos Fadigati!
In risposta ad un precedente commento
lapis
19 Luglio, 2020
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Grazie di cuore, Chiara. Hai ragione, grandissimo davvero! Anche nel mio caso ha toccato corde personali, rievocando in modo vivido alcune sensazioni, e sta proprio qui la grandezza, al di là della bellissima scrittura.
Recensione illuminante, Manuela. Io sono purtroppo rimasto fermo al "Giardino": mi segno senz'altro questo titolo.
Mi unisco al coro di commenti entusiasti per questa recensione scritta benissimo. Chapeau!
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archeomari
21 Luglio, 2020
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Wow, lo metto in lista a breve termine. Allora anche questo fa parte del Romanzo di Ferrara, c'è un continuum.
Manu mi manca questo titolo, l'autore è veramente bravo. Ottima recensione.
Fede
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lapis
22 Luglio, 2020
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Troppo buono, Giulio, grazie! Anch'io avevo letto solo il Giardino, ma i brevi romanzi che scoperto in quest'ultimo periodo - questo e "Gli occhiali d'oro", che indicava anche Marianna - li ho trovati davvero bellissimi. Altrettanto bello sarà poi leggere la tua opinione!
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lapis
22 Luglio, 2020
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Grazie mille, Liviana, non sai quanto mi facciano piacere le tue parole, gentilissima!
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