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Il sergente nella neve
 
Il sergente nella neve 2020-09-18 14:34:09 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    18 Settembre, 2020
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Memorie e testimonianze

“E tanti e tanti altri dormono nei campi di grano e di papaveri e tra le erbe fiorite della steppa assieme ai vecchi delle leggende di Gogol e di Gorky. E quei pochi che siamo rimasti dove siamo ora?”

È con grande umiltà e fedeltà che Mario Rigoni Stern, Sergentmagiú, ci riporta indietro nel tempo a quella che fu la ritirata di Russia, a quelli che furono i giorni di prigionia in un lager tedesco, a quello che è semplicemente uno spaccato dello ieri nell’oggi, nella storia e nella vita.
È con autenticità che, nella sezione intitolata “Il caposaldo”, riviviamo quelli che furono i giorni delle trincee in quel freddo infernale che scava nel profondo, che arriva sino alle ossa sedimentandosi in queste. Segue “La sacca” ove, il nostro alpino, ci parla di quella che invece è stata la ritirata. In ogni pagina Stern ci rende partecipi di quella che era la quotidianità nelle trincee, ci narra delle consuetudini, delle piccole usanze istillate tra coloro che erano partiti perché credevano in un qualcosa e in un ideale per poi risvegliarsi in un mondo dove alla fin fine erano loro i nemici e gli invasori da abbattere, ci parla, ancora, di quelle emozioni umane quali la paura e il terrore che soggiogavano gli animi.
Ancora, prosegue l’autore, il sogno di poter tornare a “baita”, di poter far ritorno a un luogo chiamato casa ma che non a tutti è stato concesso. Perché il ritorno è stato caratterizzato dalla presenza di quei nemici sempre alle spalle, di quegli uomini che impotenti hanno ceduto al freddo e che sono caduti come mosche, che erano impreparati a quel che li avrebbe aspettati sia psicologicamente che dal punto di vista delle attrezzature e che erano accomunati da una consapevolezza unica: anche riuscendo ad arrivare a “baita” nulla sarà più come prima.
Quelli di Stern sono ricordi ancora vividi nel cuore, sono la testimonianza diretta di quel che significa essere alpini, di quel che essi hanno vissuto. Ciò che maggiormente arriva di questi scritti è il candore con il quale sono redatti, la semplicità con la quale sono delineati tanto che al lettore giungono con grande forza empatica suscitando un grande senso di umanità e comunanza. Il narratore ci invita ancora a riflettere sul senso della guerra, sul suo essere stato, sulla sua follia più intrinseca. Ci permette di vivere sulla pelle quello che fu il freddo russo, quello che fu il gelo radicato nelle ossa.
La sua è una memoria rara che arriva, si instaura nel cuore e nell’animo, vi si sedimenta. Un libro semplicemente irripetibile nel suo genere, da leggere e custodire.

“Vi era un bel sole: tutto era chiaro e trasparente, solo nel cuore degli uomini era buio. Buio come una notte di tempesta su un oceano di pece.”

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Complimenti Mary! Per entrambe le letture, due libri che bisogna leggere d rileggere. Lo scopo va al di là del diletto, è la necessità di ricordare.
Questo romanzo, anche se non proprio di mio genere, mi ispira molto. Bella presentazione cara!
Belmi
19 Settembre, 2020
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Ciao Maria, un libro che ho amato tanto e mi ritrovo nelle tue parole. Brava come sempre!
Fede
Devo ringraziarti, Maria, perchè hai suscitato in me dei ricordi molto struggenti, e assai graditi. Mio papà non era affatto un lettore, non ne aveva tempo, era stato un militare e poi un imprenditore molto occupato, come ti raccontai. Allora i libri glieli raccontavo io, a lui piaceva ascoltarmi, diceva che pareva come se li avesse letti lui. E i libri di guerra, e Rigoni Stern, erano tra i suoi preferiti. Ti consiglio, semmai ti mancano, altri due che pure gli "lessi" e che aveva molto graditi, sugli stessi temi. Sono : "Centomila gavette di ghiaccio", un romanzo di Giulio Bedeschi, e poi anche "La neve nel bicchiere" di Nerino Rossi. Grazie per queste emozioni che mi hai suscitato, e complimenti per le tue recensioni, impeccabili come sempre.
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Mian88
19 Settembre, 2020
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Ciao Marianna! Verissimo, ricordare e ricordare ancora. Io nutro un profondo amore per il Novecento a livello storico e ogni volta che incappo in libri come questo è amore pure. La memoria è la nostra storia, siamo quello che eravamo e da ciò saremo. :-)
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Mian88
19 Settembre, 2020
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Caro Daniele, questo libro ti piacerà tanto se avrai modo di leggerlo. Non è proprio il tuo genere, è vero, ma ha tanto da dare. Se ne hai modo sono curiosa di conoscere la tua impressione :-)
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Mian88
19 Settembre, 2020
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Cara Federica, sono state la tua recensione e quella di Valerio a mettermi la pulce nell'orecchio e devo dire che non ne sono rimasta affatto delusa. Che libro, che contenuto, che spaccato!
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Mian88
19 Settembre, 2020
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Grazie a te Bruno per aver condiviso con noi questo bel ricordo. Anche io amo molto i libri sulla guerra e su tutto quel che questa significa. Prendo nota dei due titoli e ti ringrazio davvero non solo per il suggerimento ma proprio per aver rievocato un pensiero così intimo e struggente. Grazie di cuore
kafka62
19 Settembre, 2020
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"Sergentmagiu' ghe rivarem a baita?" Romanzo indimenticabile, grazie, Maria, per averlo tirato fuori dalla memoria di tanti lettori. E' una letteratura esperienziale di cui c'è sempre tanto bisogno.
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Mian88
20 Settembre, 2020
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Verissimo Giulio, verissimo. Grazie a te, di cuore
11 risultati - visualizzati 1 - 10 1 2

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