Dettagli Recensione

 
Le città invisibili
 
Le città invisibili 2022-08-13 13:24:20 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Agosto, 2022
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Città immaginate, città immagazzinate

«Viaggi per rivivere il tuo passato? – era a questo punto la domanda del Kan, che poteva anche essere formulata così: Viaggi per ritrovare il tuo futuro? E la risposta di Marco: - L’altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.»

Perché leggere Italo Calvino? Perché leggere “Le città invisibili”? Quante volte ci chiediamo il perché del nostro essere o non essere attratti da un’opera o da un autore, quante altre ci avviciniamo a quello stesso autore anche o solo per “dovere” per poi ritornarvi in età diversa, anche adulta, e riscoprire completamente una prosa narrata. Tante volte non sappiamo spiegarci il motivo. Altre cerchiamo comunque delle risposte che potrebbero trovare fondamento in una caratteristica intrinseca del titolo, delle descrizioni, o anche solo del nome. Tuttavia, però, spesso e volentieri un vero perché non c’è, è l’autore come il libro a chiamarci. E allora non è semplice nemmeno trovare un perché alla scelta di “Le città invisibili”, scritto classe 1972, dove prevale la tecnica combinatoria e dove ad essere protagoniste sono città poetiche, fantasiose, avveniristiche ed ancora le riflessioni su molteplici temi che si susseguono tra loro.
È innegabile quanto l’opera sia intrisa e influenzata dalla semiotica e dallo strutturalismo. A far da padrone una serie di intrecci con baluardo il dialogo tra Marco Polo e Tartari Kublai che avvia e apre ogni capitolo. La narrazione si dipana tra città reali mescolate ad altrettante frutto dell’immaginazione, dei sogni, dei viaggi, della fantasia. L’imperatore deve essere attratto, incuriosito, trattenuto. Imperatore che, a sua volta, lo riempie di domande. Da qui una struttura in apparenza composta da nove capitoli che si suddividono internamente in 55 città con nome di donne e a loro volta suddivise in altrettante 11 categorie, dalle città della memoria sino a quelle nascoste. “Le città invisibili” è nel concreto un poliedro che consente a ciascuno di vedere il proprio preferito finale. E non è forse così già la vita stessa nonché la lettura che essendo soggettiva a un suo diverso finale di volta in volta? Ed ancora, è possibile dare un vero ordine alla realtà per natura in disordine? Trovare il proprio posto, il proprio ordine nel mondo, realizzare i propri obiettivi?

«L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.»

Tra sogni, desideri, paure, immagini che nascono nell’immaginario e che seguono regole assurde con altrettante differenti prospettive. Ancora una volta a far da padrone è il ricordo, tema caro all’autore. Cos’è il tempo, cos’è la morte, cos’è il desiderio? Tematiche, queste, che sono consone al narratore e che non mancano di far breccia e tornare nei suoi scritti. Ed esattamente come per ogni opera a sua firma, ancora una volta, siamo davanti a un componimento da gustare un poco alla volta, senza fretta, senza dover correre. Un viaggio che si lascia gustare ed assaporare, un viaggio che si scandisce in un intercedere semplice e con un ritmo ben cadenzato che non delude le aspettative e che trattiene, ancora una volta, tra sogno e realtà.

«È delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato
ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni
sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra.
- lo non ho desideri né paure, - dichiarò il Kan, - e i miei sogni sono composti o dalla mente o dal caso.
- Anche le città credono d'essere opera della mente o del caso, ma né l'una né l'altro bastano a tener su le loro muro. D’una
città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
- O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere, come Tebe per bocca della Sfinge.»

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
122
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La donna che fugge
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Un animale selvaggio
Valutazione Utenti
 
2.8 (3)
Ambos mundos
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Ci vediamo in agosto
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
Il mantello dell'invisibilità
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
L'orizzonte della notte
Valutazione Utenti
 
4.2 (5)
Sepolcro in agguato
Valutazione Utenti
 
4.9 (2)
Five survive
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Lucy davanti al mare
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Se solo tu mi toccassi il cuore
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Tutti su questo treno sono sospetti
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Compleanno di sangue
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il nostro grande niente
Cuore nero
L'età fragile
Il rumore delle cose nuove
Vieni tu giorno nella notte
Giù nella valle
Abel
Il vento soffia dove vuole
La collana di cristallo
Romanzo senza umani
Resisti, cuore
La cerimonia dell'addio
La ricreazione è finita
Grande meraviglia
Le altalene
Rosso di fiamma danzante