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L'amica geniale
 
L'amica geniale 2025-01-06 16:58:57 lego-ergo-sum
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
lego-ergo-sum Opinione inserita da lego-ergo-sum    06 Gennaio, 2025
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Come se fossero persone reali

Ai personaggi dei grandi romanzi spesso ci affezioniamo, vivono con noi, li giudichiamo, li valutiamo, come se fossero persone vere. Io, con L’amica geniale, mi sono spinto più in là e, un po’ per gioco, un po’ per deformazione professionale, al giudizio sintetico ho fatto seguire anche un voto. Niente a che vedere, ovviamente, con la vera critica letteraria. P.S. Ogni tanto si spoilera, ma tra libro e adattamento televisivo (con annesse repliche) dovremmo conoscere tutti il finale. Secondo P.S. C'è un'altra mia "opinione" in questa pagina sulla stessa opera, ma di taglio totalmente diverso.

Pietro Airota: Tutto casa e università, nella sua vita irrompe una donna da sempre innamorata di un altro. Pessima premessa per qualsiasi matrimonio. Qui comincia la sua disavventura, costellata di tanti episodi. Quando uno studente presentatosi agli esami totalmente impreparato gli punta addosso la pistola perché lo vuole bocciare e lui vuole denunciarlo, gli si scatena contro il coro unanime, vagamente omertoso, di madre, padre e consorte (è un compagno che sbaglia? E’ anche lui rampollo di accademici?). Quando Pasquale Peluso e Nadia li raggiungono a Firenze e bistrattano Pietro (vedi alla voce Pasquale Peluso), Elena si schiera coi due, terroristi e cafoni nel contempo. Chiuso nella sua torre eburnea e un pizzico maschilista, non presta molta attenzione alle fatiche letterarie della moglie. Del resto, ad uno così se non gli piazzi sulla scrivania un saggio sul De reditu di Rutilio Namaziano è difficile che lo smuovi. Va a cercarsi Sarratore e lo introduce in famiglia, ignorando che oltre all’intelligenza, da cui è attratto, possiede altre qualità meno accettabili per un marito. Lenù riscopre i segni dell’antica fiamma, ma scopre e testa anche i punti dell’appartamento più consoni ad accoppiamenti furtivi, non esclusi i servizi igienici. In preda ad una crisi di nervi , non priva di giustificazioni, costringe Elena a rivelare il suo tradimento a quelle due poverine delle figlie. E’ il suo punto più basso. Dopo la inevitabile separazione, continuerà però a stare accanto alla ex moglie e a sorreggerla con affetto nei momenti difficili, tipo il post-terremoto.. Al telefono, certo, ma Nino neanche quello…
Ingenuo, vittima: 6

Pasquale Peluso: E’ il primo amore di Lila, ma, almeno, ha evitato di farne un idolo e non è entrato nelle sue spirali perverse (a meno che non sia stata lei a programmare certe azioni violente, ma fa parte di un non detto). Militante comunista, segretario della sezione locale, diventa poi terrorista. Recita la sua scena madre quando si reca in visita ad Elena e Pietro a Firenze (in realtà è cominciata la sua fuga, è ricercato). Utilizza tutti i comfort borghesi che la famiglia Airota mette a disposizione, ma questo non gli impedisce di sferrare un incredibile attacco verbale contro il padrone di casa, reo di non fare un vero lavoro e di essere un parassita sociale. La sua tirata contro il ceto intellettuale rivela una visione reazionaria e criptofascista, come il povero Pietro fa notare, inutilmente, alla moglie (è scappata dal Rione, ma guai a chi glielo tocca). Non tornerà mai più a Napoli, ma Elena, quando i Solara verranno uccisi, sospetterà che dietro ci sia la sua mano. Pur con tutta la comprensione per aver visto da piccolo il padre, anch’egli militante comunista, portato in galera per un omicidio non commesso e la madre suicidarsi dopo la morte del marito,per la sua arroganza, la maleducazione, l’intolleranza, la rozzezza, l’adesione ad una causa che storicamente ha fatto solo danni alla nostra Italia, non va oltre il 4.

Gigliola Spagnuolo: si unisce a Michele Solara, che le costruisce intorno una gabbia dorata, la casa di Posillipo da cui si vedono il mare, il golfo, il Vesuvio. Quando Elena va a trovarla, le indica il panorama chiedendole se dal Rione si sia mai visto qualcosa di simile. Certo che no, ma a quale prezzo? In tanta illecita opulenza, si sente sola, la sua unica funzione è quella di fare figli e di badare alla faccende domestiche, il suo destino è vivere accanto ad un malavitoso che ne fa di tutti i colori, che la tradisce continuamente e che ama, non ricambiato, solo e soltanto Lila. Uno che non esita a mostrare in pubblico tutta la propria insofferenza nei suoi confronti e a definirla praticamente una rompiballe (penso alla grandissima scena del pranzo a casa di Marcello ed Elisa). Certo, la sventurata poteva fare una scelta diversa, ha sacrificato la libertà per la ricchezza e gli agi. Per questo si porta sempre appresso quel fondo di dolore, insoddisfazione, invidia, rabbia che divora se stessa. Arrampicatrice, moglie del peggiore dei mariti, le diamo 5 per aver sopportato un uomo del genere, però poteva calcolare meglio vantaggi e svantaggi di una simile unione. La sua morte, raccontata soltanto nel libro, conclude tragicamente un'esistenza infelice.

Michele Solara: Boss del quartiere col fratello Marcello, è affascinato, anzi soggiogato da Lila e soprattutto dalla sua intelligenza. La presunta, unilaterale fidanzata, si chiude nella sua stanza quando, entrambi giovanissimi, viene a farle visita, snobbandone attenzioni , regali, profferte matrimoniali, gradite invece alla famiglia Cerullo. Quando parla del suo concentrato di Beatrici, Laure, Angeliche, Dulcinee, si dimentica di essere un criminale e attinge parole ed espressioni alla sfera di un linguaggio inopinatamente lirico e poetico. Ah, l’ammore che fa fà. Cerca di coinvolgerla almeno nelle sue fiorenti attività economiche e ci riesce per qualche tempo, sfruttando le conoscenze di informatica che la sua mancata amante ha assimilato ripetendole la sera tardi con il compagno Enzo Scanno (er mejo fico der bigonzo: 8). La grande manipolatrice insegna ad Alfonso Carracci (6, per aver dovuto portare il peso della sua diversità a quei tempi e in quell’ambiente) a vestirsi da donna, ad imitarla, a diventarne quasi una copia. A portare fuori e vivere pienamente quella cosa oscura che si portava dentro da sempre: la sua reale condizione di genere. Riesce nel suo intento: Alfonso diventa agli occhi di Michele l’oggetto sostitutivo del suo amore impossibile per Lila. Nel frattempo Solara continua a seminare delitti e dolore. Ma verrà un giorno, come profetizzava qualcuno. E il giorno viene, sotto forma non di epidemia ma di agguato: lo uccidono insieme al fratello, che lo aveva redento da una relazione proibita, un tabù, ancor più tale in certi ambienti criminali (e poi, così ostentata… si fa, ma non si dice, caro MIchele). Nell'adattamento tv le mogli e i figli scappano via mentre i due cadono come tanti erano caduti su loro mandato. Merita 8 come personaggio letterario, 4 sul piano umano. Gli evitano un voto ancora più basso l'attenuante di essere incappato nei disegni contorti di Lila e quella vena di romanticismo che a tratti affiora in quella sua anima malvagia.

Raffaella Cerullo: si stenta a capire cosa voglia dalla vita. Il suo malessere deriva chiaramente dall’ambiente in cui è nata, ma lei non fa nulla per evaderne. Manda avanti, ad esplorare la possibilità di nuovi orizzonti, il suo avatar Elena Greco, vuole che studi, la incoraggia a scrivere, la rimprovera quando devia dal disegno che ha in mente per lei, cosicché nel suo rapporto con questa sorta di alter ego alterna amore profondo, attaccamento viscerale, odio, perfino invidia. Le grandi manovre della stratega si estendono a tutti ed in particolare hanno come bersaglio i Solara, con i quali pure entra in affari, e come strumento Alfonso (vedi alla voce Michele Solara). Anche quando sparisce dalla circolazione ed Elena è ormai anzianotta, le spedisce le due famose bambole del capitolo iniziale, a ricordarle che il loro legame è inscindibile al di là della lontananza e del tempo trascorso. In tutti quegli anni aveva nascosto all'amica di averle recuperate e anche questo sarebbe da approfondire. Ha evidenti problemi mentali, ogni tanto le pare che i confini delle cose si dilatino, che vadano soggette ad una “smarginatura”, termine tipografico a cui dà una personale interpretazione, estendendolo ad una visione catastrofico-lucreziana dell’universo. Il fenomeno si ripete il giorno del terremoto, quando questa patologia sembra uscire dalla sfera della sua soggettività e investire l’intero mondo. Il suo parto è una mezza tragedia, non spinge, non collabora. Già la gravidanza era stata un disastro. Il rapporto con la creatura che portava in grembo era, a dir poco, problematico. E’ distratta da Sarratore mentre le rapiscono la figlia (a qualcosa del genere allude la figlia maggiore di Elena quando la definisce una cattiva madre). Aveva trovato uno che la adorava ed era disposto a tollerare i suoi scatti, i suoi sbalzi d’umore, le cattiverie improvvise, le stilettate offensive, ma alla fine fa stancare anche Enzo Scanno (pure la pazienza dei martiri ha un limite), anche se è lei a fare il primo passo verso la separazione. Grande personaggio letterario (9), ma, sul piano umano, non merita più di 4.

Elena Greco: Ma insomma, chi delle due è l’amica geniale? Sicuramente non Lenù, letterata notevole, brava scrittrice, ma teleguidata da Lila con vera, pur se perversa genialità. La sua vita privata è una catena di disastri: attaccata “come l'ubriaco alla bottiglia “ (Baudelaire) al suo grande amore adolescenziale, pianta baracca e burattini appena questi le si dichiara. In realtà Nino Sarratore (voto:3) è affetto da dongiovannismo acuto. A lui si attaglia alla perfezione il famoso catalogo che il servitore del mozartiano sciupafemmine squaderna ad una Elvira allibita nella celebre aria: “Madamina, il catalogo è questo”. Il Leporello della situazione qui è Antonio, il primo amore di Elena: “Non si picca se sia ricca/ se sia brutta, se sia bella/ purché porti la gonnella/ voi sapete quel che fa”. Ma Lenù aveva già aperto gli occhi (era ora!) quando l’aveva visto all'opera ancora una volta nel bagno di casa (da Firenze a Posillipo, la sua location preferita non muta) con l’attempata collaboratrice familiare (Nino fraintende qui il significato della qualifica). Finalmente la letterata mette a frutto anche nella dimensione personale la sua vasta cultura e attribuisce al bellimbusto cui ha sacrificato mezza esistenza una sorta di “eterosessualità fragile”. Proprio quello che alcuni colgono nel personaggio di Don Giovanni e nella sua brama di donne perennemente insoddisfatta. Lenù, anche prima di cornificarlo, tratta malissimo il marito, parteggiando sfacciatamente per tutti coloro che lo contrastano, dal prode Sarratore agli amici d’infanzia, per quanto terroristi e maleducati. Arriva a dire che a Pietro manca la risposta pronta dei ragazzi del Rione. La salvano, nella valutazione complessiva, l'aver fatto della cultura un mezzo di promozione sociale e il suo culto dell’intelligenza l’ha aiutata a varcare i limiti e le angustie del suo ambiente, come la sua amica-rivale non ha saputo fare. Perciò: 6 1/2

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Consigliato a chi ha letto...
Tutti i romanzi ai quali ciascuno di noi, per una ragione o per l'altra, è legato perché ha sentito i suoi personaggi come persone vive e vere e le ha giudicate in quanto tali.
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