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Cartina al tornasole della condizione femminile
"Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene....Io non ho mai pensato di tenere un diario, anche perché un diario deve rimanere segreto e, perciò, bisognerebbe nasconderlo...".
Negli anni '50 del secolo scorso la figura femminile è quella di una donna obbligata a essere soltanto moglie e madre, dedicando anima e corpo alla famiglia. Non esistono quindi spazi per l'affermazione personale, per mostrare un desiderio di sentirsi ancora una donna piacente e magari per innamorarsi ancora. Da questo contesto di partenza si costruisce tutta la narrazione diaristica, in terza persona, di Alba de Cespedes perché il valore aggiunto del libro sta tutto qui: nella disperata voce di una donna che vede nei suoi figli, Riccardo e Mirella, i semi di una ribellione alla tradizione, la volontà di un cambiamento della quale vorrebbe anche appropriarsi. Eppure, al tempo stesso, la forza delle consuetudini e delle responsabilità genitoriali è ancora così forte da cercare di impedire a se stessa ed anche a loro certi comportamenti sconsiderati.
Ecco che quel diario-quaderno comprato impulsivamente e conservato gelosamente di nascosto, diventa protagonista delle ore notturne di Valeria quando tutta la famiglia è oramai dormiente e lei può finalmente dedicare il poco tempo che le rimane a se stessa. A confessare i propri tormenti interiori, lasciando traccia scritta di quella difficoltà quotidiana che è il mestiere di madre, di moglie anche lavoratrice che deve trovare l’equilibrio richiestole dalla società, dall’ipocrisia borghese del dopo guerra che non riconosce ancora l’aspirazione femminile a vivere una vita personale ma solamente quella di adempiere a doveri famigliari.
Alba De Cespedes risulta cosi essere figura anticipatrice di un movimento femminista ancora agli albori in Italia, mostrando le contraddizioni e le difficoltà ad accettarsi per quello che si è, la difficoltà ad uscire da una spirale di conformismo che riguarda gran parte della società. Valeria diventa emblema della donna lavoratrice che vede nel lavoro un meccanismo di crescita personale che le offre perfino la possibilità di vivere una nuova emozione sentimentale con il proprio capo. Di contrappeso la casa, il focolare domestico si mostra crocevia di impegni e preoccupazioni familiari, soffocata nella morsa di un marito anche lui desideroso di emergere dalla routine sognando di diventare uno sceneggiatore famoso e le inquietudini dei figli, alle prese con aspirazioni di carriera – nel caso di Riccardo- e relazioni sentimentali extra coniugali, per quanto riguarda Mirella.
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Leggere Quaderno proibito ai nostri tempi apre profonde riflessioni sul percorso fatto dal secondo dopo guerra in poi su certe tematiche, certe aspirazioni dell’universo femminile che non sono state ancora pienamente raggiunte e realizzate. Di fatto è una cartina al tornasole di una società che ha impiegato davvero troppo tempo ad aprirsi ed a riconoscere diritti sacrosanti.
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Non ho mai letto la nota autrice che in questi ultimi anni sta avendo una forte rivalutazione.