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I terribili segreti di Maxwell Sim
 
I terribili segreti di Maxwell Sim 2010-11-26 07:10:57 rebeccarordeel
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rebeccarordeel Opinione inserita da rebeccarordeel    26 Novembre, 2010
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A stare da soli si scopre se stessi

Maxwell Sim è un uomo solo. In un’Inghilterra contemporanea, circondato dalla tecnologia, si ritrova a fare i conti con una moglie che lo ha lasciato, una figlia che lo ignora, un padre che ha preferito l’Australia, un social network impietosamente silenzioso.
In una situazione del genere la maggior parte delle persone reagirebbe dandosi all’alcol o al gioco d’azzardo, si comprerebbe un cane o si convertirebbe al buddhismo e si rifugerebbe in Tibet. Ma l’eroe di Coe – perché solo un eroe, di questi tempi, farebbe una cosa del genere – lascia il suo lavoro e, fidandosi dell’unico amico che gli è rimasto, accetta la proposta di entrare a far parte della Guest Toothbrushes, una ditta produttrice di innovativi spazzolini ecocompatibili. E proprio per una speciale campagna pubblicitaria, Maxwell, foraggiato dall’azienda, si ritrova in viaggio verso la Scozia, per compiere una piccola impresa che si rivelerà la più grande della sua vita.
Nella macchina che gli hanno messo a disposizione, insonorizzata e tecnologicamente molto ben equipaggiata, si ritrova a fare i conti con un se stesso di cui è tentato di sfuggire la compagnia; guarda indietro al suo passato e quello che vede non gli piace, come se il senso di inadeguatezza che lo ha tormentato in tutti i suoi rapporti più importanti avesse a che fare con l’aver compiuto delle scelte fuori sincro rispetto alla sua vera inclinazione.
Maxwell comincia a mettere insieme i pezzi e non si tira indietro quando si presenta l’occasione di andare oltre: riparte dal rapporto più difficile, quello con un padre impossibilitato ad esserlo, che ha rinunciato ad agire e si è chiuso in un mondo tutto suo.
Riparte da lì, ma non solo; si spaccia per qualcun altro pur di riallacciare un rapporto con sua moglie e si ritrova catapultato nel suo passato peggiore, che gli chiede la verità su un esecrabile comportamento, con il quale ha distrutto un’amicizia; durante il viaggio si ritrova davanti un altro pezzo di quel passato e gli va incontro, con coraggio, solo per scoprire che non è quello che gli interessa.
La scrittura di Coe, posizionata su un registro a tratti un po’ patetico, conduce il lettore proprio dentro i pensieri, dietro le azioni e oltre le sconfitte: forse ha perso in brio, ma ha guadagnato in compassione.
Il paesaggio che diventa, nel procedere verso la gelida Scozia, man mano più estremo è contraltare perfetto per la discesa di Maxwell verso le sue più intime passioni, una scorza protettiva che gli permette di “spogliarsi” e sperimentarne la sensazione liberatoria.

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