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Trainspotting
 
Trainspotting 2013-06-06 10:47:43 Don Luca
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Don Luca Opinione inserita da Don Luca    06 Giugno, 2013
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O lo si ama o lo si odia.

Edimburgo, fine anni ottanta. Una compagnia di tossicodipendenti.

Irvine Welsh presenta il suo fortunatissimo e primo romanzo, che da una bella ventata di aria fresca per quanto riguarda la narrazione e il contenuto. Stiamo parlando di Trainspotting. Ovvero, il passatempo nel osservare i treni alla stazione centrale di Leith.

Come ho detto prima, tutto gira intorno a questa compagnia di drogati e narra le loro vicende in prima e in qualche caso pure in terza persona. La caratterizzazione dei personaggi è ben fatta, ognuno per quanto sia uguale all'altro essendo dei tossici, ha la propria personalità. C'è Rents, che avrebbe buoni propositi per smettere con l'eroina, ma spesso è molto invidioso. C'è Sickboy, il (perdonatemi il termine) "Rocco Siffredi" del gruppo. Nonostante anche lui sia dipendente dall'eroina, in qualche modo riesce sempre a fare colpo sulle ragazze, forse grazie anche alla sua grande autostima alimentata dal suo amico immaginario noto come Sean Connery. C'è Begbie, quello duro e che non ha paura di niente. Quello che trova delle motivazioni assurde per giustificare la sua violenza. Ma nonostante tutto è l'unico che non fa uso di eroina. Infine c'è Spud, il tossico animalista, buono con tutti. Questi sono i principali personaggi.

Detto questo, L'autore nel raccontare queste vicende ha uno stile tutto suo. Non si ferma davanti a niente e nessuno. Se c'è qualcosa di troppo freddo o troppo crudo che è necessario narrare, lo fa senza troppi problemi, senza censurare e indebolire l'atrocità delle scene. E questo l'ho apprezzato molto. Le cose vanno raccontate così come sono, senza mezzi termini o cazzate varie. Comunque, ci tengo a precisare che questo non è un romanzo classico, ma più che altro è una serie di racconti. Non c'è proprio una trama lineare da seguire.

Per quanto riguarda il contenuto, lo si può trovare tra le righe. Magari a prima lettura può sembrare che l'autore abbia trattato argomenti delicati come le droghe, il disagio sociale e l'astinenza in modo superficiale ma non è così. Basta solo leggere tra le righe e guardare oltre il proprio buco del culo. Anche perché dopo la metà, (non ricordo precisamente quando) Rents fa dei pensieri che porta poi all'evoluzione vero e proprio del personaggio e di conseguenza del contenuto.

Questo romanzo o lo si ama o lo si odia, e se lo amerete lo divorerete in pochi giorni.

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Commenti

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NUlla di personale ma scusa se mi permetto, a mio parere la tua recensione sarebbe ben fatta senza le due volgarità inserite del tutto superflue.... Perche non cambiare "cazzate" in cavolate e "guardare oltre il proprio buco del culo" in guardare oltre il proprio naso? Senza voler fare la "maestrina", ma non è necessario infarcire i commenti di termini volgari, l'idea la si rende benissimo anche senza..... Mi dispiace ma non voto nè in positivo, nè in negativo.... Ciao
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Cristina72
06 Giugno, 2013
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L'ho pensato anch'io leggendo. In questo caso il turpiloquio è del tutto fuori luogo.
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Don Luca
06 Giugno, 2013
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Mi dispiace, ma non sono d'accordo. La volgarità è un'altra cosa. La volgarità, è un qualcosa di rozzo, di grossolano, un qualcosa che è del tutto privo di stile. Un qualcosa che non trasmette valori. Le parolacce possono dispiacere o no, ma non diventano volgari se sono messe nel contesto giusto. Come per esempio le due frasi che hai citato tu. Secondo me sono servite a rendere meglio l'idea in quel determinato contesto. Ma comunque, ho recensito un libro che va ben oltre il linguaggio che tu chiami volgare.
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GLICINE
06 Giugno, 2013
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Rispetto la tua opinione, ma rimango della mia idea di partenza, mi dispiace...
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gracy
09 Giugno, 2013
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Dai diciamo che Luca si è molto attenuto a Welsh... che utilizza un linguaggio compatibile anche con la recensione se vogliamo, Welsh è dissacrante, ricordiamoci che ha scritto "Un cazzemmezzo" edito Sellerio.
Io ho visto il film, prima o poi leggerò anche il libro...di Welsh ho letto Tolleranza zero e lo consiglio vivamente...bella recensione Luca
p.s. non sempre la parolaccia è automaticamente volgarità...in casi come questo poi, quando si commenta un autore come Welsh (ma penso anche a Miller o Bukowski) inserirne qualcuna secondo me è del tutto lecito
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Don Luca
09 Giugno, 2013
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Grazie Enrico. Tolleranza Zero lo prenderò sicuramente in considerazione dato che mi è piaciuto molto Trainspotting e di conseguenza ne leggerò altri di Welsh. Per quanto riguarda quello che hai detto sulla parolaccia e la volgarità sono d'accordo con te
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