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E l'eco rispose
 
E l'eco rispose 2013-07-17 16:43:11 LuigiDeRosa
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    17 Luglio, 2013
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C'era una volta in Afghanistan una fatina triste

In un piccolo villaggio afgano dimenticato da Dio, Maidan Sabz, viveva un contadino di nome Baba Ayub con la sua numerosa famiglia. Era il tempo in cui sulla terra div, jinn e giganti vagavano indisturbati dettando la loro legge di sopraffazione a tutti gli esseri viventi e in particolare agli uomini ai quali chiedevano un tributo di sangue: ogni villaggio visitato da un div doveva sacrificare un bambino in cambio della sopravvivenza della comunità. Il piccolo villaggio di Baba Ayub per molto tempo fu risparmiato degli esseri maligni , i suoi abitanti ebbero modo di vivere felici, soprattutto Baba Ayub che si godeva la compagnia dell'ultimo nato Qais, fra i bambini del villaggio il più bello, intelligente, adorabile.
E venne il giorno che un div attaccò il villaggio, l'essere maligno gigantesco fu annunciato dal vento impetuoso e dallo sconquasso terrificante di un terremoto, chiese agli abitanti di Maidan Sabz il sacrificio rituale. Baba Ayub , capo villaggio , tirò a sorte fra i suoi figli e la sorte scelse: Qais. Con la morte nel cuore Baba Ayub , nella notte, pose fuori dall'uscio il piccolo Qais aspettando che il mostro all'alba venisse a prenderlo e così fu. Ma il dolore fece impazzire Baba Ayub, l'uomo non voleva rassegnarsi a quella perdita, partì alla ricerca del mostro, attraversò il deserto, scalò una montagna sulla cima della quale i saggi del villaggio gli avevano detto avesse dimora il div e infine sfinito da tale prova, giunse nel palazzo del mostro.
Il div quando vide quel poveretto venirgli incontro minaccioso con una piccola falce da contadino,sorrise beffardo.
Baba Ayub ,per niente intimorito, gli intimò di restuirgli Qais.
Il div allora gli fece notare che rischiava la vita, ma Baba Ayub gli rispose che quella l'aveva già persa il giorno che gli era stato portato via Qais.
Il div ammirato afferrò Baba Ayub e attraverso l'immensa vetrata del suo palazzo gli mostrò in basso tutta la sua terra, fatta di giardini meravigliosi circondati da fiumi rigogliosi e animali di ogni genere e, meraviglia delle meraviglie, centinaia di bambini felici, fra questi Baba Ayub riconobbe Qais.
Il div guardò negli occhi Baba Ayub e gli rivelò che il figlio nel suo palazzo sarebbe potuto essere felice per sempre, ma vista la prova d'amore che lui aveva superato, gli offriva la possibilità di riprendersi il bambino anche se così scegliendo, il figlio non avrebbe potuto più fare ritorno in quel Paradiso : spettava a Baba Ayub decidere. Baba Ayub ancora una volta con la morte
nel cuore , immagginando la vita di miseria e stenti alla quale Qais sarebbe stato destinato se avesse fatto ritorno al villagio, decise per la seconda volta di abbandonare il figlio. Il div si mostrò ancora una volta commosso dalla scelta di quel piccolo uomo, ma Baba Ayub stavolta
lo maledisse : "Vorrei che tu arrostissi all'Inferno per quello che mi hai fatto!"
Il div non si scompose, ebbe pietà di quel padre e gli diede da bere una pozione che cancellava tutti i ricordi compreso il ricordo di aver avuto un figlio di nome Qais.
Questa fiaba raccontata da Hosseini all'inizio del suo romanzo sintetizza tutte le tematiche sviluppate dall'autore nel romanzo vero e proprio, l'amore fra padri e figli,fra madri e figli, il sacrificio che un padre o una madre sono disposti ad affrontare per un figlio, ma anche l'amore fra fratelli e sorelle. Kalhed Hosseini vi racconterà storie di bambine vendute a coppie ricche perchè tanta era la miseria della famiglia di origine, vi racconterà la storia di una bambina dal volto orribilmente sfigurato con una accetta dallo zio per un'eredità contesa, vi racconterà il coraggio e la vigliaccheria di chi poteva cambiare la vita di una persona e non l'ha fatto e di chi invece la scelta sarà disposto a farla anche a rischio della vita. Un romanzo complesso, molto articolato rispetto al "Cacciatore di Aquiloni e Mille splendidi soli", ma ugualmente sorprendente come la fiaba che vi ho narrato che ha un'aggiunta finale che io mi guardo bene dal raccontarvi.


La curiosità : Kalhed Hosseini ha venduto 4 milioni di copie in Italia dei suoi libri precedenti e 38 milioni in tutto il mondo!

La frase : (...) Dalla sua poltrona Baba si lamenta e si agita.
"mi spiace davvero" dico.
"Di cosa?"
"Che si siamo trovate troppo tardi."
"Ma ci siamo trovate,no?" dice con la voce rotta dall'emozione. "E lui è così adesso.Ho trovato una parte di me che avevo perduto." Mi stringe la mano."E ho ritrovato te,Pari." Le sue parole fanno riaffiorare i miei desideri infantili. Ricordo che quando mi sentivo sola sussurravo il suo nome,il nostro nome,e,trattenendo il respiro aspettavo un'eco, certa che un giorno avrebbe risposto.Sentendo Pari che pronunciava il nome ora, in questo soggiorno, è come se tutti gli anni che ci hanno diviso si sovrapponessero l'uno sull'altro,più e più volte, come se il tempo si ripiegasse su se stesso, riducendosi a una fotografia o a una cartolina, e riportando la reliquia più luminosa della mia fanciullezza a seder accanto a me, a tenermi la mano e a pronunciare il mio nome.
da L'Eco rispose di Khaled Hosseini ; Piemme; 2013

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Commenti

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Caro Luigi, la tua recensione trasuda di amore...quello incondizionato che solo una madre o un padre possono avere per i propri figli...davvero intenso...
Grazie per questa bella segnalazione e per la tua sensibilità , Pia.
In risposta ad un precedente commento
LuigiDeRosa
18 Luglio, 2013
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Grazie Pia sempre molto gentile ;-)
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