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In città zero gradi
 
In città zero gradi 2013-10-08 15:12:20 Elisabetta.N
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Elisabetta.N Opinione inserita da Elisabetta.N    08 Ottobre, 2013
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Kurt la vera star

Mi è difficile dare un giudizio a questo libro.... Non riesco a capire fino in fondo se mi è piaciuto oppure no, so solo che quando l'ho finito sorridevo, quindi tanto brutto non è..
O forse sorridevo dal sollievo per aver terminato la lettura? Il dubbio c'è..
Vediamo se facendomi qualche domanda riesco a mettere un po' d'ordine nella mia testa..

E' un romanzo d'amore? è un romanzo, questo sì, dove due persone, per un caso fortuito e tra altri e bassi, si incontrano e forse si piacciono, ma definirlo d'amore? No, non è proprio la parola adatta.

Ci sono dei buon personaggi? I personaggi sono.. strani, sì ecco la parola giusta, strani.. All'inizio non pensavo che al mondo potessero esistere due persone come Kristin e Max, ma poi, pensandoci bene forse sì..
Kristin è una ragazza depressa perché non ha una relazione da un po' e i periodi natalizi la deprimono ancor di più perché è il suo compleanno e perché, come ogni anno, dovrà ascoltare le lamentele dei suoi genitori sul fatto che non si è ancora sposata..
Max invece fa tanti piccoli lavoretti che forse, messi insieme, non ne fanno uno intero; anche lui non ha una relazione da un po' ma il motivo è leggermente un po' più clinico e moolto bizzarro (lo lascio scoprire a voi!!).

Ma la cosa più incredibile di tutta questa storia è che è basata sul nulla!! Cioè tra i due c'è evidente attrazione, ma non si conoscono minimamente e soprattutto non si parlano, il discorso più lungo è su una torta di pere!!
E come fanno a piacersi due che non si conoscono nemmeno?? Mah...

Ma la vera star di tutto il romanzo è Kurt, un bracco tedesco a pelo ispido che non fa altro che dormire sotto una sedie e che, per qualche insensata ragione (che alla fin però viene svelata) quando dorme da Katrin si risveglia e diventa attivo.

Ho trovato lo stile poco soddisfacente e molto confusionario, troppe parentesi, troppe frasi uscite come d'impulso dalla testa dello scrittore e, quindi, dai suoi personaggi. Ho apprezzato maggiormente il suo stile in "Ti ho mai raccontato del vento del nord" e del suo seguito. Forse le e-mail gli si addicono di più.

Riassumendo è un buon romanzo, ma nulla di speciale..

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