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L'eleganza del riccio
 
L'eleganza del riccio 2013-11-18 12:18:37 MrsRiso13
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    18 Novembre, 2013
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Bric-à-brac d'autore

Due voci narranti per questo romanzo diviso tra le confessioni di un portinaia e i pensieri di una bambina dodicenne che vive nello stesso palazzo.
"Mi chiamo Renée. Ho cinquantaquattro anni. Da ventisette sono la portinaia al numero 7 di rue de Grenelle, un bel palazzo privato con cortile e giardino interni, suddiviso in otto appartamenti di gran lusso, tutti abitati, tutti enormi. Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi e, se penso a certe mattine autolesionistiche, l'alito di un mammut. Non ho studiato, sono sempre stata povera, discreta e insignificante".
Ecco Renée, divisa tra la guardiola e il nascondiglio-studio, votata a incarnare, giorno dopo giorno, lo stereotipo della portinaia incolta, impicciona e mediocre. Autodidatta, colta e raffinata, la nostra “guardaportone” è appassionata di arte e letteratura (il suo gatto Lev è un tributo a Tolstoj) pur non disdegnando la musica e il cinema d'autore con particolare attenzione al Giappone e al regista Ozu.
Qualche piano sopra Paloma, ragazzina dodicenne con idee suicide che danno al personaggio una punta di falsità e non credibilità, che di se afferma: “(...) abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche. (…) Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età c'è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome nelle famiglie dove l'intelligenza è un valore supremo una bambina superdotata non avrebbe mai pace, a scuola cerco di ridurre le mie prestazioni, ma anche facendo così sono sempre la prima della mia classe".
Due anime impegnate a celare la loro vera essenza, per rimanere in linea con i canoni imposti dalla società, fino all'arrivo di un nuovo inquilino, Monsieur Ozu, capace di far trapelare il vero “io” delle due per vivere pienamente.
Geniale la partenza, l'idea e il contrasto tra lo stereotipo e l'alter ego che attraggono mostrando significati profondi delle parole cultura, intelligenza ed educazione. I ricchi abitanti del palazzo, pieni di cultura/intelligenza conquistata dalla ricchezza senza averne compreso l'effettiva potenza, interiormente rozzi e scortesi sono contrapposti agli altri dall'intelligenza/cultura, talvolta auto-conquistata, “illuminati”, detentori di verità nascoste, sensibili e coscienti del potere del sapere.
Renée e Paloma identificate come “portatrici sane di cultura”, cerebralmente affini, sono la voce dell'autrice che arricchisce la trama con dotte citazioni e erudite elucubrazioni a tal punto da trasformare un romanzo in un trattato di filosofia e deteriorare il carattere ironico e sarcastico dei suoi personaggi principali. Il sapere e la conoscenza annacquano la trama e smorzano la boutade rendendo l'anti-stereotipo alla stregua dello stereotipo, facendo sbadigliare il lettore dubbioso.
E' proprio vero che l'intelligenza/ la cultura, quella con la c maiuscola, è appannaggio di colui che è “disadattato”? O semplicemente, e fortunatamente, tutti possono conoscerla? Cortesia e intelligenza risiedono,sempre, nello stesso animo? Mah!
Buono di base, ma caricato oltre misura, il romanzo risulta denso, appiccicoso, a tratti stucchevole e scontato, dove i buoni propositi iniziali si perdono in un mare di nozioni con un finale ottenuto con un più aiuto del necessario e in pieno rispetto della Legge di Murphy.
Una paccottiglia d'autore con diamanti grezzi da far brillare!

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Commenti

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Un ossimoro! "Paccottiglia d'autore" ed "eleganza del riccio" :-)
Wow! Che bella recensione....io l'ho amato un po' di più di te questo libro ma sotto molti aspetti gli ho mosso le stesse critiche. Mi ci sono ritrovata abbastanza...:)
@Bruno Elpis
Ho pensato mentre scrivevo "paccottiglia d'autore", ma mi sono detta che rendeva l'idea che volevo comunicare, ovvero qualcosa che non tutti sono in grado di fare (l'idea di base, le citazioni etc...), ma che alla fine non è poi riuscita così bene, almeno a mio avviso s'intende!
Se ho peccato di superbia, chiedo venia, ma è ciò che mi sentivo di dire del romanzo :-)!!!

@per LittleDorrit
Grazie per i complimenti, devo dire che hai capito il senso nascosto tra le righe, a me il romanzo non ha entusiasmato, forse viste le premesse e i rumours mi aspettavo di più o semplicemente l'ho letto in un momento errato. Mah!!!
Ma quale superbia! Il contrasto tra titolo e ciò che pensa una lettrice fa riflettere. E l'ossimoro è una gran bella figura stilistica! :) come il tuo commento Mrs!!!
In risposta ad un precedente commento
MrsRiso13
18 Novembre, 2013
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Grazie per il complimento! Sto diventando rossa come la scarpa del mio avatar! :-)!!!!
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