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Franny e Zooey
 
Franny e Zooey 2014-01-27 19:48:31 drysdale
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
drysdale Opinione inserita da drysdale    27 Gennaio, 2014
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Non fu solo "Il giovane Holden"

A volte, c’è un libro, più raramente una canzone, che ti segna la vita. L’effetto può essere più o meno duraturo, ma anche quando la sua reale dirompenza cessa, qualcosa, dentro, ti rimane comunque.
Questo romanzo lo lessi tanti anni fa. Erano, per me, altri tempi e di quelli non è rimasto più nulla. Allora fu una tempesta mentale. Strano, a scriverlo oggi, a proposito di un semplice romanzo. Però fu così.
Quando l’ho ripreso in mano, nei giorni scorsi, la tensione è stata comprensibilmente diversa. C’è molta spiritualità in questo libro, molto misticismo, anche se trattato in modo assai diverso da quello dottrinale; alla Salinger, direi.
Oggi mi sentirei di discutere di religione in termini solo storici (non fideistici), ma la lettura di questo testo mi ha restituito, comunque, delle emozioni.
Una cosa m’insegnò, in ogni caso, “Franny e Zooey”: che si può scrivere poesia senza far ricorso alle rime.
Salinger è universalmente noto per una sua opera, “Il giovane Holden” (“The Catcher in the Rye”), un testo che figura, ragionevolmente direi, tra i più importanti della letteratura moderna e che conserva una sua incredibile attualità, a dispetto degli anni trascorsi dalla sua pubblicazione (1951).
Nonostante quello di cui sopra sia il più famoso dei suoi quattro romanzi (gli altri, oltre a “Franny e Zooey”, sono “I nove racconti” e “Alzate l’architrave carpentieri e Seymour. Introduzione”) quello che all’epoca mi colpì maggiormente – li lessi tutti in rapida successione, esperienza letteraria indimenticabile – fu questo in commento, pubblicato nel 1961.
Franny e Zooey sono i due figli più giovani (di sette) di Less e Bessie Glass, artisti internazionali sul palcoscenico musicale. E’ una famiglia particolare, questa: tutti i ragazzi, per venti anni, dal 1927 in poi, hanno partecipato al programma radiofonico “Ecco un bambino eccezionale”, dedicato a giovani dotati di una intelligenza superiore alla media. A sei anni Saymour - il maggiore, il più intelligente ed anche il più problematico dei fratelli - leggeva i grandi della letteratura; parlava correttamente varie lingue (moderne e antiche) e altre ne studiava; avviava, il suo percorso di approfondimento religioso rivolto, in particolare, alla mistica orientale.
Saymour, una sorta di guru, si sarebbe, poi, suicidato nel 1948, sparandosi alla testa in una stanza d’albergo nel corso di una vacanza. L’epilogo della sua esistenza è descritto nel fantastico “Un giorno ideale per i pesci banana”, uno dei “Nove racconti”.
Lo stesso Saymour - e appresso a lui Buddy, il secondo genito – aveva rappresentato la guida spirituale e culturale per i fratelli e la sua morte determinò in tutti i componenti della famiglia una ferita tremenda, mai suturata.
A vent’anni – questo è il succo del romanzo, superando la descrizione, superabile, del suo rapporto con il boyfriend Lane – Franny, vive la sua crisi mistica. Dalla lettura di taluni testi appartenuti al fratello maggiore, che parlano di un pellegrino russo che ricerca e ottiene da un saggio spiegazione su cosa la Bibbia intenda quando dice che bisogna pregare ininterrottamente, apprende che la preghiera a Gesù (“Gesù Cristo, mio signore, abbi pietà di me”), ripetuta senza soste, anche con il solo movimento delle labbra, diventa autoattiva, nel senso che le parole si sincronizzano col cuore e non cessano mai. Così si perviene alla perfetta unione con Dio.
Questa lettura coinvolge profondamente Franny che inizia a recitare la sua preghiera silenziosa.
La ragazza trascorre il week end di vacanza dal college rifugiandosi nella casa paterna, dove la presenza di Saymour aleggia costante favorendo la sua ansia mistica che la porta, tra l’altro, al rifiuto del cibo. Toccherà al fratello Zooey – con una serie di dissertazioni che rappresentano la parte più toccante del racconto – il compito di convincere la ragazza a desistere.
Nonostante la storia si svolga quasi interamente nello spazio temporale di un’unica giornata e alla stessa partecipino solo tre/quattro personaggi, l’autore riesce a far rivivere in poche pagine l’intera saga della famiglia Glass, con i suoi successi e, specialmente, con i suoi drammi. E lo fa con uno stile letterario semplicemente meraviglioso.
Ritengo doveroso nei confronti dei pazienti lettori di questa recensione far presente due circostanze:
- questo racconto è tutt’altro che un pedante testo religioso (Salinger non lo avrebbe mai scritto, né io lo avrei mai recensito);
- la “Preghiera a Gesù” ha dei precisi riferimenti storico/religiosi; la pratica dell’enunciazione, anche silenziosa, dei “mantra”, come approfondii un po’ in occasione dell’originaria lettura di questo romanzo, ha origini antichissime ed ha anche una sua attualità: anche oggi, per dire, girando per Lhasa (Tibet) v’imbattereste continuamente, sia pure in strada o al mercato, in gente che con moto perpetuo delle labbra, inudibile, recita il mantra della compassione "Om mani padme hum", con obiettivi assai simili a quelli illustrati in precedenza.

E’ un testo che mi sento decisamente di consigliare.

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Commenti

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Recensione piacevole ed equilibrata. Complimenti.
Claudio bella recensione, hai messo molta cura nello scegliere le parole, bravo davvero!

Valentina
In risposta ad un precedente commento
drysdale
29 Gennaio, 2014
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Per questo romanzo, secondo me, ci voleva recensore migliore. Comunque ti ringrazio.
Recensione splendida.

Loris
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