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Io prima di te
 
Io prima di te 2014-03-25 07:57:03 betti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
betti Opinione inserita da betti    25 Marzo, 2014
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... NON E' ABBASTANZA ...

Su questo libro si è ormai detto tutto: sulla ragazza chiacchierona, colorata e stravagante, … la meno adatta ad assistere un tetraplegico; sul ragazzo della city, attraente che non si concede vacanze relax, ma solo all’insegna di attività che lo inducevano ad assaporare appieno la vita, che adorava annientare l’avversario nelle trattative d’affari e fare sesso … il meno adatto ad essere un tetraplegico.
Ma il fato gli è stato avversario ed ora è costretto a vivere una vita che non assomigliava assolutamente a quella che lui aveva pianificato e che voleva.
Sei mesi, si è dato ed ha concesso sei mesi in più e li ha vissuti con la persona più diversa da lui che potesse esistere, ma che alla fine ammise come, quella solitaria anima, che non aveva fiducia nelle sue stesse capacità, che si accontentava di ciò che aveva davanti e non cercava nulla di più, li avesse resi i più magnifici. Aveva ammesso, in un attimo di debolezza come lei fosse l’unica ragione per cui desiderasse alzarsi al mattino.

La lotta, la missione di Lou Clark è stata straordinaria. Leggere della sua tenacia di combattere con quei “no, non voglio farlo”, della volontà e assiduità nel redigere un calendario di eventi per far rinascere in lui la voglia di vivere mi ha esaltato, una ragazza che pensava di essere solo la sorella di una cervellone, una senza coraggio per mettersi in gioco, ha dimostrato che ognuno può fare qualsiasi cosa nella vita. Basta volerlo!

Ogni recensione parla della loro contratto lavorativo, del loro cambiarsi a vicenda, dei loro progetti che ognuno di loro coltivava all’insaputa dell’altro, ma nessuno, credo, ha mai parlato che in questo libro l’amore, che credevo potesse cambiare ogni persona, non ha invece cambiato il pensiero di Will di farla finita. Per lui, l’amore di Lou, non era abbastanza.

Sapevo che il finale di questo libro non era dei più rosei, ma speravo che la morte di Will avvenisse a causa di una qualche patologia e non per una sua diretta volontà.

Capisco tutto, il dolore fisico e morale, l’umiliazione di essere diverso quando poco tempo prima si era normale, ma quando una ragazza confessa di provare il sentimento più bello di questa terra l’arroganza di quel “ non è abbastanza” mi ha distrutta. Il pensiero di Will di non poter essere più come prima, di non poter essere l’uomo che vorrebbe essere con lei ha definito tutto:
«E io non voglio guardarti ogni giorno, vederti nuda, osservarti mentre gironzoli per la dépendance con i tuoi abiti pazzi e non... non essere in grado di fare quello che desidero con te. Oh, Clark, se sapessi cosa vorrei farti in questo momento. E io... io non posso vivere con questa consapevolezza. Non posso. Non è da me. Non posso essere il tipo di uomo che semplicemente... accetta»

Non posso accettare un finale del genere, in cui Lou si rannicchia al suo fianco raccontandogli la loro storia, non posso accettare la sua domanda inespressa: “ com’è che tu puoi distruggere la mia vita, mentre io non ho voce in capitola nella tua?”
Avrebbe dovuto gridarla a squarciagola, sbattendogli in faccia tutto quel rancore per quel gesto che voleva compiere e che la storia “non è una tua scelta” … “è la prima decisione che prendo da quando è successo l’incidente” sono solo stronzate. La resa di Lou è stata devastante e non posso accettarla.
Will è andato avanti con la sua missione senza pensare che forse, quel cambiamento che ha indotto Lou ad essere un’altra persone, coraggiosa ed intraprendente potesse inabissarsi una volta che lui fosse scomparso. Non è successo, certo, ma quante persone si rannicchiano in un angolo, distrutte e disperate pensando che non valga più la pena vivere senza la persona perduta. Magari un concreto e deciso NO poteva cambiare i fatti, solo in nome di quella SPERANZA che si può vivere felici anche in una vita che non si desiderava, imparando giorno per giorno ad accettare UNA NUOVA VITA.
NO è per questo finale.
NO alla morte assistita, quando la persona ha ancora una possibilità per vivere una vita serena e piena d’amore, anche se era diversa da quella che aveva immaginato e voluto, anche se è piena di insidie e di trappole.

Perdono la scrittrice solo se questa storia fosse vera, i fatti reali ed effettivi vanno sempre descritti per come si sono svolti, purtroppo.

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Condivisibili i tuoi No, ma la storia era questa, non scontata e apparentemente scritta in modo anche non banale.
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betti
25 Marzo, 2014
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Hai ragione, ma accidenti non l' accetto. non l'accetto perchè la SPERANZA in questo libro va a morire e farsi fottere. Perchè non lottare? quale morale vuoi far arrivare? dobbiamo essere remissivi e assecondare il buio? NO.
Anch'io penso chi i tuoi No siano condivisibili, ma non sono ostile alla storia..
credo che la scrittrice abbia mostrato una aspetto tra milioni di possibilità e che abbia mostrato anche tutte le sfaccettature di una scelta così importante..
Non dico che se fossi nei panni di Lou avrei accettato una decisione del genere, ma non dico nemmeno che nei panni di Will avrei agito diversamente.. Una vita piena di dolore, costante e acuto, è difficile da sopportare.. poi ognuno affronta le avversità a suo modo, ma credo che esperienze del genere, così devastanti e totali, debbano essere vissute per essere capite..
ma autodeterminazione e dignità della morte? cioè, io non posso decidere per me stessa?
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betti
26 Marzo, 2014
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si che puoi ma ciò che mi ha dato fastidio è che non ha voluto vedere oltre al suo ... non è abbastanza ... non posso essere l'uomo che vorrei essere ... quella clinica non andava da nessuna parte. se era idoneo in quel momento lo sarebbe stato anche tra qualche mese.
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betti
26 Marzo, 2014
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non sono ostile alla storia , l'adoro ma il finale mi ha spiazzato. E' difficile immedesimarsi nei panni di Will, il dolore dev'essere devastante tanto da farti prendere decisioni drastiche ma la remissiva accettazione di Lou mi ha spiazzato. Io non ci riuscirei.
Non è remissiva accettazione. E' accettare che ciascuno possa decidere per se e che ciò che per te può essere facile, comunque vivibile o superabile per me potrebbe non esserlo. E poiché si tratta di me chi deve decidere per me se non io? Certo è difficile per chi resta, ovviamente chi resta non è felice, ma finisce qui.
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09 Settembre, 2018
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Hai perfettamente ragione!
La speranza che è la cosa più importante per andare avanti in questo caso non esiste, l'amore che muove tutto in questo caso non ha potere. Invece l'egoismo la fa da padrona per esempio.
Oltretutto l'autore ha le idee ben confuse nel momento che fa dire al protagonista: "semplicemente vivi" cosa che lui ha deciso di non fare appunto perché semplicemente vivere a lui non piaceva, ma che consiglio è mai questo...
Sarà scritto bene, sarà pure originale, ma il tema è veramente affrontato in maniera subdola e negativa.
Libro che si presenta alla porta nel momento perfetto in cui il tema eutanasia dev'essere accettato dalla massa in un periodo storico dove si farebbe di tutto per salvare un animale più di là che di qua mentre le persone si devono convincere a lasciarsi andare.
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