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L'insostenibile leggerezza dell'essere
 
L'insostenibile leggerezza dell'essere 2014-03-26 15:52:01 Aurora_
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Aurora_ Opinione inserita da Aurora_    26 Marzo, 2014
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Kundera: un capace professore

E' quasi difficile scrivere una recensione di un'opera di questo calibro, tanto è complessa e articolata. "L'insostenibile leggerezza dell'essere" è un libro che alterna riflessioni filosofiche alla narrazione e, personalmente, ritengo che sia proprio in questo elemento che risiede il fascino dell'opera di Kundera. La narrazione è irregolare, all'apparenza un pò caotica e, stupefacentemente, l'autore decide di raccontare il finale della storia a metà opera. Sembra quasi lo faccia per attirare l'attenzione del lettore non tanto sulla trama, bensì sui significati che essa vuole esprimere (questa è, comunque, una mia personale impressione). Si racconta, in maniera parallela, la storia di quattro vite: quella di Tomas, Tereza, Sabina e Franz. Spesso, i soliti avvenimenti, sono raccontati dai punti di vista dei vari personaggi. Personaggi che, personalmente, ritengo siano così reali, così veri, quasi vivi. Tomas è un medico che, a causa del fallimento dell'ultimo matrimonio, ha deciso di rinunciare all'amore e di dedicarsi a quelle che definisce "amicizie erotiche". La sua vita, il suo pensiero cambia quando incontra Tereza di cui si innamora profondamente anche se non riesce a rinunciare alle sue amanti. Da lì nasce un amore doloroso, tra la gelosia di Tereza, i tradimenti di Tomas e il senso di colpa, una sensazione comune ad entrambi. Tomas riconosce di essere la causa delle sofferenze di Tereza e Tereza, d'altro canto, riconosce di aver sempre sottoposto Tomas a delle prove dolorose, che avevano lo scopo di renderla più sicura sul suo amore. Perchè Tereza è insicura, vuole vedere in Tomas l'uomo capace di vedere il suo corpo come "l'unico corpo" di cui possa essere interessato. Ella ha, fin da sempre, cercato di ritrovare nel suo corpo la sua anima e ha sempre rifiutato l'idea che questo fosse un elemento comune a tutti gli uomini, un qualcosa di naturale. Da lì sorge, così, un'inaspettata riflessione sulla dualità anima/corpo che è una delle tante riflessioni che interessano l'opera. La trama, poi, si concentra su Sabina, l'amante di Tomas, e su Franz, l'uomo di cui Sabina è tremendamente innamorata. I due sono diversi, si direbbe "due poli opposti", tant'è che Kundera decide di dedicare loro il "dizionario delle parole fraintese": i due si rivolgono l'uno all'altra nello stesso modo, intendendo, però, dei significati profondamente diversi. Kundera ci accompagna costantemente nella storia, ricordandoci che i suoi personaggi sono inventati, intervenendo con dei commenti personali su ciò che sta narrando o esponendo delle sue personali riflessioni. Sembra quasi di assistere ad una lezione universitaria: noi lettori, gli studenti e Kundera, il professore il quale ci mostra un video che racconta la storia di questi personaggi, cercando di trarre da essi uno spunto per proporci delle riflessioni filosofiche. L'autore riflette sulla guerra, sull'invasione comunista, sull'oppressione e la censura. Sicuramente, però, la tematica principale del libro è quella del titolo: l'insostenibile leggerezza dell'essere. Un'esistenza leggera, irrilevante che si trova a confrontarsi con il forte bisogno dell'uomo di dare un significato a tutto, in special modo alla sua vita: sorge così, nell'uomo, una grande sofferenza, una sofferenza insostenibile. Kundera ritaglia momenti precisi nel romanzo per spiegare questa sua idea e, alla fine, il significato stesso del titolo lo si può cogliere con una sempre più grande precisione man mano che si continua a leggere la storia. E' un libro che richiede, indubbiamente, attenzione, riflessione e, quindi, non di facile lettura. Ma chiunque deciderà di approcciarsi ad una lettura come questa, ne trarrà sicuramente un grande giovamento.

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