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Prenditi cura di lei
 
Prenditi cura di lei 2014-03-30 07:55:51 Pupottina
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Pupottina Opinione inserita da Pupottina    30 Marzo, 2014
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Sandali di plastica azzurri

“Quasi nulla giunge inaspettato, se uno presta attenzione alle cose. Anche un evento che definiremmo insolito, a ben pensarci, è in verità solo un fatto che era possibile prevedere. Se ti capita un imprevisto significa che non hai valutato a sufficienza tutte le circostanze.”

Dal romanzo di Shin Kyung-Sook emerge il vero senso della famiglia, ma anche tutto l’opposto, poiché tutti siamo portati a sottovalutare ciò che abbiamo o a renderci conto dell’importanza delle persone soltanto quando vengono a mancare.
PRENDITI CURA DI LEI è un dramma familiare che inizia con la scomparsa della madre, la quale non riuscendo a salire sul treno, che l’avrebbe condotta a casa del figlio prediletto, smarrita e in stato confusionale, inizia a vagare per Seul.
“Cosa stavo facendo quando mamma è rimasta sola su quel marciapiede sconosciuto, quando non è riuscita a salire sul treno con papà?”
Di lei iniziamo a conoscere il passato, grazie al racconto dei vari componenti della famiglia che ne ricostruiscono l’identità, grazie a frammenti di episodi della loro quotidianità in comune con la madre. I figli, crescendo, tendono a inquadrare i genitori in un ruolo senza pensare che anche loro, un tempo, sono stati prole. Si cresce con l’impressione che i genitori non abbiano una vita al di là dei figli e della famiglia di cui si prendono cura.
La grande assente di questo romanzo, la donna dalla statura bassa, dai capelli grigi, dagli zigomi sporgenti, è la madre che i figli e il marito cercano disperatamente. Sembra impossibile che lei sia scomparsa, che abbia abbandonato: il suo luogo, la cucina; le sue abitudini, prendersi cura della famiglia; i suoi cari, che adesso anelano, più o meno, speranzosi di ritrovarla.
È un romanzo impegnativo che descrive come la vita adulta e lavorativa abbia, progressivamente, fatto perdere al nucleo familiare la sua stabilità, unità, potenza, il suo “calore”. L’elemento aggregante era proprio lei, la madre.
Ognuno dovrà superare il senso di colpa, il profondo rimorso, per il progressivo abbandono. Dall’iniziale preoccupazione, con il passare del tempo e le varie segnalazioni, emerge l’angoscia per quel che non è stato fatto prima, quando ancora ci si poteva “prendere cura di lei”.
È un libro che apre grandi riflessioni su come ciascuno di noi vive la famiglia e su quale tipo di rapporto si instaura con chi ci ha dato la vita.

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bello! brava, rece molto chiara ,ciao
paola
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