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L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio 2014-05-26 14:56:36 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    26 Mag, 2014
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Un uomo e le sue qualità

Murakami anche questa volta non costruisce castelli di sabbia e non ci propina ridondanti storie dal gusto insipido, pur mantenendo costante il suo modo di scrivere e la purezza dei personaggi si avalla dei colori per riproporre temi come l’amicizia, l’amore, la famiglia, il lavoro. Non ci sono doppie lune, pozzi da esplorare, personaggi bislacchi o gatti scomparsi, eppure c’è molto déjà vu, primo fra tutti l’evocazione musicale tanto cara all’autore.

La storia nel suo insieme è molto semplice, Tsukuru viene allontanato dai suoi 4 amici carissimi senza una spiegazione, una lite o una discussione, deve attendere 16 anni per comprendere la motivazione del gesto ma nel frattempo il suo carattere, la sua vita sociale, il suo temperamento sono diventati privi di significato e privi di colore, l’unica certezza che ha è che nella vita vuole costruire stazioni di treni. Riacquistata la consapevolezza di voler conoscere la verità si imbatte in una riscoperta del suo essere finora ignota e poco esplorata, poco alla volta la sua vita si tinge di colori, è finito il tempo di sostare nella sala d’attesa di un’anonima stazione ferroviaria, così come è finito l’incubo ricorrente che lo attanaglia tutte le notti. Più verità vengono a galla, più Tsukuru comincia ad amare la vita e allontanare da se il senso di estraneità, più profonde sono le ferite, più i cuori delle persone vengono unite intimamente. Più si scava nel buio profondo incolore dell’oblio più viene fuori un barlume di calore e di colori.

Leggere l’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio è come planare su uno sterminato cielo azzurro senza paura di cadere, un volo in incognito verso spazi indefiniti e con la voglia di continuare a volare all’infinito, poi sul più bello folate di vento ti fanno rallentare la corsa e cerchi l’atterraggio più morbido. Un viaggio intimo che non manca di riflessioni, di amore per il Giappone ordinato e caotico, dove la solitudine alberga con prepotenza e aliti di mistero e reati insoluti fanno da cornice restituendo uno splendido scenario di situazioni che accarezzano l’anima del lettore incapace di svincolarsi dal suo abbraccio onirico e non importa dove andrà a parare. Il finale è un poco affrettato, lascia margini di incertezze che si intrecciano con vacue pennellate di incoraggianti stimoli rassicuranti.

Ma stiamo parlando di Murakami e l’ultima parola spetta al cuore di chi si è lasciato imprigionare dalla sua trappola senza ancora di salvataggio.

Un libro che si legge in un fiato e che rimane dentro a lungo, ma non è il suo capolavoro.

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Commenti

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Wow, recensione molto suggestiva! Questo volo a planare prima o poi s'ha da fare :-)
In risposta ad un precedente commento
gracy
26 Mag, 2014
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Si Cristina...Murakami va letto almeno una volta nella vita!
Bel commento, Gracy! Molto dettagliato, un'ottima interpretazione. Ho già risposto anche in calce alla mia recensione! Un abbraccio!
bella analisi Gracy!
Bellissima recensione Gracy!! Quale reputi sia il suo capolavoro?
Bella recensione, Gracy.
Dell'autore ho letto un solo libro, "Kafka sulla spiaggia". Si tratta di uno scrittore indubbiamente originale.
Mi associo ai complimenti, bellissimo commento Gracy!
Il tuo Murakami ha colpito ancora....sublime recensione Gracy...dentro ci hai messo gran parte di te...:)
In risposta ad un precedente commento
gracy
28 Mag, 2014
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Grazie a tutti per avermi commentata!!!!
@Anna Maria grazie, ti ho risposto nei tuo commenti :))
@Robbie
a caldo ti rispondo: Norwegian wood -L'uccello che girava le viti del mondo
Bellissima recensione come sempre. Anch'io penso che sia un bel romanzo ma che non sia paragonabile per la qualità della scrittura e la capacità di suscitare emozioni a 1q84 e Norwegian Wood , autentici capolavori,
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