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Le vergini suicide
 
Le vergini suicide 2014-07-04 13:09:19 Donnie*Darko
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    04 Luglio, 2014
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Cinque sorelle per cinque suicidi

Sorelle Lisbon. Un sogno, un' utopia romantica, una divinità pentacefala, un' idealizzazione estrema e dolce del mondo femminile. Questo secondo il pensare di chi negli anni si è crogiolato nella rievocazione di un'adolescenza fatta di passioni incontenibili, ma anche investita dal gelido soffio della morte.
Dipartita volontaria, decesso autoinferto, suicidio: stessa decisione per le ragazze, passate nel mondo dei più nel giro di un anno. Amore spassionato e senso di colpa per la comunità giovanile ossessionata dalla misteriosa (im)perfezione di quei corpi ricoperti da abiti sempre stuzzicanti nonostante non di foggia recentissima e piuttosto mortificanti delle forme, dei loro capelli profumati, di labbra agognate raggiunte solo da pochi eletti.
Il peso della vita sulle cinque sorelle, prigioniere di una madre dispotica e di un padre senza nerbo, incatenate a una casa che deperisce assieme a loro. Ragazze, non ancora donne, bloccate eternamente tra fanciullezza ed età adulta, entrate in un mito che le eleva al di sopra di tutto prima che la natura umana ne porti a galla debolezze, fragilità, fino a soffocarne tramite la convenzione sociale ogni enigmatico fascino.
Le Lisbon fendono la memoria perchè non allineate, comprese nel loro gesto estremo anche da chi in un primo momento aveva stigmatizzato. Ricordate per sempre come quegli amori struggenti, feroci, destabilizzanti, mai consumati, cristallizzati in una casa-albero divenuta altare alla memoria.
Piccole donne incapaci di comprendere il mondo circostante, il loro passaggio terreno impresso in piccole istantanee e oggetti che iniziano a sfocare col diradarsi dei capelli e le pancette prominenti, di chi, allora aitante, le aveva desiderate, spiate, a suo modo amate.
Sempre molto scorrevole, spesso descrittivo, Eugenides con piglio tra il malinconico e il sognante ci immerge nell'epopea di un'esistenza troppo breve, paragonabile a quella dell'effimere crisope, onnipresenti nel quartiere seppur solo per qualche battito di ali.
Cala il sipario, non sul ricordo, alimentato dall'autore che trova picchi di incredibile pathos e restituisce al lettore un amore platonico eppure talmente veemente da sopravvivere alla morte e all'implacabile scorrere del tempo.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Che tristezza opprimente.... Cinque giovani che hanno rinunciato a vivere, hanno rinunciato a combattere, hanno rinunciato a crescere in fondo.....
Bello il film di Sofia Coppola, "Il giardino delle vergini suicide", non so quanto fedele al romanzo. Complimenti per la recensione!
Mi associo a Cristina....film splendido e commento ben scritto complimenti :)
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Donnie*Darko
07 Luglio, 2014
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E si, molto triste, però al tempo stesso poetico nell'allacciarsi a quegli amori giovanili idealizzati e mai realmente vissuti. Ho trovato parecchie attinenze tra i ragazzi infatuati ed alcune mie esperienze personali, ovviamente tutt'altro che drammatiche come in questo caso :)
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Donnie*Darko
07 Luglio, 2014
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D'accordo con te sulla bontà della pellicola :) Il romanzo è differente anche se il tema di fondo non viene certo stravolto.
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Donnie*Darko
07 Luglio, 2014
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Grazie Marcella :)
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gracy
09 Luglio, 2014
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Letto il libro e visto il film, ho preferito il film. Quoto il tuo giudizio Alessandro :)
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Donnie*Darko
10 Luglio, 2014
Ultimo aggiornamento:
10 Luglio, 2014
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Il film è indubbiamente più diretto, il romanzo ha bisogno di sedimentare ed essere metabolizzato. Ciao Gracy! ;)
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