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Il club dei padri estinti
 
Il club dei padri estinti 2015-06-24 15:05:47 Mian88
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Giugno, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Uccidilo Philip, uccidilo!!!!!

Philip ha soltanto undici anni quando Brian, il padre, muore in un incidente stradale. Proprio durante il funerale l’adolescente assiste per la prima volta ad un fatto inconsueto: il suo papà è tornato nella veste di fantasma, fa parte di quel che viene chiamato “Il club dei padri estinti” ed esige vendetta. Rivela infatti al giovane di essere stato assassinato dal fratello, lo zio Alan, e che l’unico modo per non restare prigioniero del regno del terrore è che il discendente lo uccida.
E se da un lato si instaura il rapporto tra mente e mente, dall’altro lo zio si insinua sempre più nella vita della famiglia con piccoli ma significativi gesti (dal risollevare le sorti finanziarie del pub del defunto allo sposare la ex cognata vedova). Per Philip la situazione è intollerabile, le pressioni non mancano. Giusto per rincarare la dose alle problematiche familiari si aggiungono quelle scolastiche in quanto il ragazzino è preso di mira dai bulletti dell’istituto, che approfittandosi del suo dolore, della sua vulnerabilità, non mancano di vessarlo appellandolo con nomignoli quali “Elmo” o “schizzato” nonché di umiliarlo pubblicamente con angherie fisiche di non poco rilievo.
Ci troviamo così davanti ad una situazione di impasse: da un lato il protagonista vorrebbe realizzare la volontà dello spettro-padre, dall’altro si rende conto che moralmente l’omicidio che gli viene chiesto di porre in essere è sbagliato. E’ combattuto il nostro moderno Amleto tra “l’essere e il non essere”, il “credo e non credo” ed il “sbaglio se lo uccido ma al tempo stesso se non lo faccio papà vagherà in eterno nel regno del terrore”.
Purtroppo la vita scorre, i giorni passano ed il ragazzo, preda degli eventi, non ha modo di metabolizzare la perdita. E come far fronte a questa mancanza di tempo, di comprensione, di lutto? Come andare avanti quando anche tua madre sembra aver dimenticato di aver perso un marito da nemmeno due mesi dimostrandosi già pronta ad un nuovo connubio?
Un improvviso cambio di registro riporta il lettore dal surreale alla realtà lasciandolo sgomento, sconcertato, obbligandolo a riflettere su quanto i condizionamenti esterni e l’ingannevolezza delle apparenze siano fuorvianti, su quanto sia complesso il rapporto adulto-bambino. Non c’è cosa più difficile che affrontare i nostri spettri, gli imprevisti che ci sconvolgono l’esistenza e la mente è talvolta l’unico vero rifugio nonché valvola di sfogo che abbiamo perché talvolta si ha semplicemente bisogno di dar la colpa a qualcuno.
Questo è un po’ quello che accade a Philip che si ritrova senza appoggi, senza quel punto di riferimento saldo capace di indirizzarlo nella giusta direzione.
Il racconto è caratterizzato da uno stile semplice, il linguaggio è quello di un bambino che si affaccia all’età dell’adolescenza; se deciderete di leggerlo vi troverete davanti ad una fiumana di pensieri, dialoghi con se stessi che, badate bene, non sono da sottovalutare; impressionante è infatti la linearità che Haigg ha trasmesso a questi.
“Pensai che Mrs Fell aveva ragione. Esistono delle scelte. SI può dare ascolto ai fantasmi oppure no e si può pensare ciò che si vuole dipende da noi perché ci sono soltanto due cose che sono vere al 100 per 100 e cioè che si vive e si muore e qualunque altra cosa non è né vera né falsa è un misto tra le due. E’ entrambe. Non è nessuna”.

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Mark 2.0, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
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Commenti

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Ciao Maria. Dalla presentazione che ne hai dato, questo libro mi lascia molto perplesso : ricalca fortemente "Amleto" di Shakespeare, 'volgarizzato' nei tempi contemporanei. Questa operazione, abbastanza diffusa, a me non piace affatto, perché va perduta la complessità dei capolavori letterari, traendone cosucce spesso superficiali. Non avendo letto il libro, non so gli sviluppi che la storia narrata presenta. Pertanto valuta il mio discorso in termini generali.
Brava Maria, è stato un piacere leggerti.
Federica
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
25 Giugno, 2015
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L'inizio fa un po' Amleto ma poi il romanzo percorre una strada diversa. A me il finale è piaciuto veramente molto (dopo il trauma). Ormai mi aspettavo una trama molto più Amleto e la sorpresa mi ha all'inizio disturbato abbastanza ma poi ci ho ripensato.
Ciao Emilio, esatto, il libro nasce e si sviluppa sulla falsariga dell'Amleto di Shakespeare e da li poi si distanzia assumendo caratteri propri.
Anche a me è ricapitato di leggere romanzi in cui è avvenuto un accanitissimo stravolgimento dell'opera in questione, in questo caso però non sono rimasta delusa da questi tratti comuni.
L'autore ha rispettato l'originale e nel frattempo è riuscito a creare uno scritto autonomo e capace di indurre alla riflessione soprattutto sul rapporto genitori-figli.
La demarcazione che pone tra i due componimenti è chiara e pian piano chi legge tende a farsi prendere sempre più dalla storia tanto che non si sofferma più sulle iniziali similitudini.
In particolare la "stoccata" finale è non solo significativa ma anche toccante e sconvolgente.
Grazie Federica, mi ha fatto veramente tanto piacere leggere le tue parole :-)
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