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Il lago
 
Il lago 2015-07-08 12:03:43 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    08 Luglio, 2015
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Un té davanti al lago

E' trascorso quasi un trentennio da quando l'allora giovanissima Banana Yoshmoto scrisse "Kitchen" che la fece conoscere in tutto il mondo. Da allora venne pubblicato quasi un libro all'anno, spesso non all'altezza delle aspettative.
Il nuovo romanzo "Il lago" sicuramente rappresenta una gradita sorpresa, capace di non deludere neanche i lettori più esigenti.
Il Giappone conta una tradizione letteraria ricca di scrittori d'alto livello. Questo libro s'inserisce in essa, soprattutto per la leggerezza della scrittura e per la rappresentazione quasi zen della natura e del paesaggio, come luogo essenzialmente da contemplare : "la superficie del lago era increspata da piccole onde"; la fioritura dei ciliegi intorno l'avrebbero "coperto da un velo rosa". Tanta lievità si riverbera sull'approccio esistenziale, effetto riscontrabile in autori grandissimi quali Kawabata, come rispecchiamento dell'essenzialità tipica della cultura nipponica : "era così bello da somigliare alla tristezza. Alla sensazione che si prova quando ci si rende conto che (...) il tempo che ci è concesso su questa terra non è poi così lungo" . La caducità della bellezza che porta a contemplare l'attimo come unico e non ripetibile. Approccio lontanissimo dalle bramosie del consumismo occidentale; anzi con animo di pacata e distesa armonia, come riflesso di una dimensione cosmica.

Protagonisti sono una ragazza trentenne, artista pittrice di murales, e un giovane ricercatore in medicina. Si tratta di individui che portano ferite interiori (in lui, profondissime), uniti da un fragile sentimento, tanto prezioso quanto non omologato agli stereotipi diffusi.
Personaggi 'minori' , ma di forte e duraturo impatto, i due amici della casa davanti al lago, che "custodivano con discrezione (...) la modestia e la grazia", in totale armonia con l'essenza del luogo, tanto da costituire una realtà di riferimento semplice e altamente simbolica.
Le altre figure significative invece appartengono essenzialmente al passato, fantasmi la cui presenza così radicata nell'interiorità permane indelebile in una dimensione ben più profonda della semplice memoria.

La nostra Autrice è bravissima nel cogliere l'indeterminatezza dei frammenti d'ignoto che qua e là emergono; a riannodare esili fili spezzati dell'esistenza; a captare il dettaglio che apre spiragli sulla complessità umana. Non altrettanto a raccontare fatti, avvenimenti, azioni. Ma questi, in fondo, formano solamente la superficie delle cose : lo sappiamo, non costituiscono tutta la realtà, non la più importante, non la più interessante.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...

letteratura giapponese e/o letteratura contemporanea straniera
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Commenti

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Ci avrei scommesso che Banana non ti sarebbe piaciuta, invece...
Ciao Mario. Questo libro è ai livelli dei primi due, scritti nella giovinezza. E' stata un po' una sorpresa.
dopo la lettura di Kitchen ho abbandonato l'autrice.....
mi fa piacere capire che a tuo giudizio questo ennesimo lavoro di Banana sia apprezzabile
Silvia, anch'io avevo abbandonato l'autrice dopo alcuni libri deludenti. Che questo romanzo segni una svolta?
Che magnifico commento, gli stralci che hai citato nemmeno mi sembrano sulla linea Yoshimoto, perlomeno non per i suoi libri che ho letto.
Grazie C.U.B.
Efettivamente, dopo i suoi due primi libri di un certo interesse, ne avevo letti altri deludenti, tanto da 'mollare' l'autrice.
Questo, pur non essendo un capolavoro, è gradevole, con una scrittura sulla scia della tradizione degli scrittori giapponesi ben più dotati di lei.
il libro non l'ho letto ma da come ne parli mi sembra che il modo di guardare la natura, la rarefazione della trama abbia molto in comune con i grandi del cinema giapponese..
Sì, Augusto. Risente dell'arte giapponese in generale.
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