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L'assassino, il prete, il portiere
 
L'assassino, il prete, il portiere 2015-11-08 13:51:01 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    08 Novembre, 2015
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Johan Anders, Johanna Kjellander e Per Persson, rispettivamente l'assassino, il pastore e il portiere della Pensione Punta Lago sono senza dubbio l'associazione a delinquere più discutibile della categoria.
Svezia. Per Persson, nipote di ex multimilionari specializzati nel settore dei cavalli e caduti in rovina per non essersi saputi adeguare all'evoluzione tecnologica nonché figlio di un padre a sua volta incapace di ottenere quel riscatto sociale tanto agognato, lavora sin dalla giovane età presso l'Hotel Punta lago, ex bordello per innamorati clandestini di ogni genere dove originariamente prestava la sua manodopera quale receptionist part-time nelle ore notturne post giornata scolastica e di poi, ultimati gli studi e trasformato il luogo d'amore in una pensione vera e propria a seguito del soggiorno forzato in un penitenziario dello scoperto proprietario, a tempo pieno sempre con la medesima qualifica.
Il pastore Johanna Kjellander, è un vicario di Dio senza Chiesa e senza Fede. Obbligata da un padre bigotto e severo a portare avanti la secolare tradizione di famiglia, dove ciascun figlio era tenuto ad abbracciare la strada della lealtà verso l'onnipotente senza sé e senza ma, è una donna scaltra, abituata a far fronte alle avversità e a non aspettarsi niente da nulla e nessuno. Quando la sua strada si incrocia con quella del portiere e dell'assassino di certo non si aspettava di trovare l'amore con il primo e una possibilità di guadagno con il secondo.
Uscito dal carcere dopo la sua terza condanna e un trentennio, tra entrate e sortite, dietro le sbarre, Anders l'assassino non conosce alternative da quella che da sempre è la sua vita, un'esistenza caratterizzata da birra, alcool e pasticche e dall'uso della forza per farsi rispettare e guadagnarsi da vivere.
Quando il Conte, a fronte dei servigi ricevuti, fa pervenire a quest'ultimo in pagamento soltanto 5.000 delle 10.000 corone pattuite per il Pastore e il responsabile della reception si presenta un'occasione irripetibile! Il patto è semplice, se il duo riuscirà a far ottenere all'assassino il denaro mancante per il lavoro svolto i tre si metteranno in società; Anders, esecutore materiale delle rotule rotte e delle braccia spezzate, si terrà l'80% dei profitti mentre il restante 20% sarà diviso dalla coppia di innamorati che si occuperanno altresì di filtrare gli incarichi e limitarne la portata, perché sia chiaro, dopo tre decenni in gattabuia Johan non ha proprio voglia di finire i suoi giorni in un carcere!
Per oltre due anni gli affari vanno a gonfie vele, il lavoro non manca, la retribuzione nemmeno e anche l'aspetto sentimentale del prete e del portiere, anime da sempre sole, va a gonfie vele. Brindiamo dunque a tali inaspettati ottimi esiti, sembrano volerci sussurrare i nostri eclettici protagonisti.
Ma cosa accadrebbe se l'assassino di punto in bianco volesse smetterla con quella vita e volesse per la prima volta in tutta la sua esistenza abbracciare una via di rettitudine e di fede? Per l'associazione a delinquere della Pensione Punta Lago sarebbe un gran problema. Un grattacapo che da ipotetico diventa realtà perché dopo quelli che per il pastore non erano altro che mere conversazioni sulla sua giovinezza e sul suo avvicinarsi all'universo religioso per Anders erano delle vere e proprie illuminazioni celestiali! Adesso che il buon Dio lo ha irraggiato sa cosa deve fare e di certo la crudeltà non si confà con il suo nuovo spirito religioso.
Cosa può fare dunque la coppia se non scappare con il denaro racimolato accettando incarichi che poi mai sarebbero stati portati a termine? Appunto, darsi alla macchia. Peccato però che in tutto questo non avessero calcolato che Johan avrebbe potuto scoprirli e darsi alla fuga con loro. Così come non avevano considerato i rischi e le conseguenze di quell'imprevisto auto-invito del redento pluriomicida che non ha altro desiderio se non quello di dare tutti i suoi averi in beneficenza.
Così quella che si era tramutata in una dipartita da criminali incalliti desiderosi di vendicarsi per essere stati truffati, si tramuta in un vero e proprio caso mediatico in cui gli svedesi lodano il galeotto per aver deciso di smetterla con l'illegalità e l'aver sottratto denaro ad altri malavitosi per ridistribuirlo tra i più bisognosi! Un Robin Hood degli anni 2000 esclama la folla! Da qui l'ulteriore idea del Pastore: perché non sfruttare questo fatto a proprio favore e non creare la “Chiesa di Anders l'assassino”?
E se pensate che questo sia tutto cari amici lettori, preparatevi a vederne altre delle belle perché nella terza parte del romanzo le carte vengono nuovamente stravolte dall'autore.
Scritto con un linguaggio fluente, che si conforma ad ogni voce parlante, diventando suadente con il pastore, semplice e diretto con l'assassino, e concreto e talvolta pauroso con il portiere, il testo scorre rapido tra le mani di chi legge che facilmente arriva a conclusione dello stesso.
Un elaborato originale, dissacrante, ironico, surreale ma anche riflessivo è quello che ci viene proposto da Jonasson, uno scritto non impegnativo ma capace di far trascorrere ore liete al lettore.

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Bella recensione, Maria. Il libro sembra divertente e piacevole...
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