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L'eleganza del riccio
 
L'eleganza del riccio 2016-02-07 18:41:28 Lonely
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
5.0
Lonely Opinione inserita da Lonely    07 Febbraio, 2016
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Grazie Renée

Nonostante la quantità di recensioni a questo libro anch'io ho sentito l'esigenza di esprimere un'opinione a riguardo.

La protagonista principale del romanzo è Renée, “vedova, bassa, brutta, grassottella" , ha 54 anni e da 27 lavora come portinaia in un palazzo di gran lusso “al numero 7 di rue de Grenelle», un palazzo elegante, abitato da famiglie dell’alta borghesia.
Renée tiene accesa la tv tutto il giorno, ma nel retro della portineria ascolta musica classica; è colta ma il suo linguaggio è «volutamente» volgare, acquista cibi e prodotti mediocri ma cita con noncuranza Kant e Proust, adora l’arte, la filosofia e soprattutto la cultura giapponese.
«Nella nostra società essere povera, brutta e per giunta intelligente condanna a percorsi cupi e disillusi a cui è meglio abituarsi quanto prima. Alla bellezza si perdona tutto, persino la volgarità. E l'intelligenza non sembra più una giusta compensazione delle cose, una sorta di riequilibrio che la natura offre ai figli meno privilegiati, ma solo un superfluo gingillo che aumenta il valore del gioiello. La bruttezza, invece, di per sé è sempre colpevole, e io ero già votata a quel tragico destino, reso ancora più doloroso se si pensa che non ero affatto stupida."(Renée, p. 39)

In uno dei lussuosi appartamenti dello stesso condominio vive Paloma, una ragazza di 12 anni, figlia di un deputato, una ragazza di un'intelligenza sopra la media, spesso incompresa soprattutto dalla famiglia, che vive un profondo malessere, tanto da progettare il suo suicidio il giorno del suo tredicesimo compleanno. Paloma osserva con sguardo critico tutto ciò che la circonda, è la prima della sua classe nonostante anche lei, volutamente, non esprima al massimo le sue potenzialità.
«non c'è nessuno più puerile del cinico, perché il cinico crede ancora con tutte le sue forze che il mondo abbia un senso e non riesce a rinunciare alle sciocchezze dell'infanzia tanto che assume l'atteggiamento opposto.» (Paloma, p. 48)

Reneè e Paloma in questo sono simili, nascondono la loro natura al mondo, sostanzialmente perchè il mondo non le capirebbe.
Le due s'incontrano, tramite una terza persona, Kakuro Ozu, un non più giovane signore giapponese, la cui raffinata esperienza, ha il dono di guardare lontano e di apprezzare finalmentei Reneè e Paloma per quello che sono veramente, due anime fragili e delicate.
E qui il ritmo del libro cambia, i tre si riconoscono, e si aprono, escono dal riccio.
Capiscono di essere diversi dagli altri ma che tra loro possono essere se stessi, ed esprimere i loro veri pensieri, senza paura di un giudizio, perchè finalmente c'è qualcuno che comprende la loro vera natura.
E nasce quell'affinità elettiva, che crea il bisogno di cercarsi e stare insieme.
E di conseguenza nasce l'amore.. tra Reneè e Paloma, tra Kazuro e Reneè.

"Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando.
È l'effimera configurazione delle cose nel momento in
cui ne vedi insieme la bellezza e la morte.
Ahi ahi ahi, ho pensato, questo significa che è così che dobbiamo vivere?
Sempre in equilibrio tra la bellezza e la morte, tra il movimento e la sua scomparsa?
Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono."(Paloma, p. 266)

Ho iniziato questo libro con l'atteggiamento sbagliato, ho pensato che fosse il solito best seller, osannato da tutti, che mi avrebbe come al solito delusa. E invece mi son dovuta ricredere.
Il romanzo, scritto molto bene, racconta l’ipocrisia dominante di certi ambienti e tra le righe la rivalsa di una classe troppo spesso umiliata e sottomessa, anche solo per clichè;
disserta di filosofia brillantemente, ma d'altronde da una docente di filosofia cosa potevamo aspettarci?;
è originale, due voci e due prime persone, due protagoniste e due punti di vista sulla vita e sulla morte.
Un libro commovente, ma con una sottile ironia che dona leggerezza alla storia e scorrevolezza alla lettura.
Toccante è il vocabolo giusto, perchè sa toccare, appunto, le corde giuste.

"Quanto mi manchi già... Questa mattina capisco cosa significa morire: nel momento in cui scompariamo sono gli altri a morire per noi, poiché io sono riversa su un suolo un po' freddo e mi burlo del trapasso; questa mattina non ha più senso di ieri. Ma io non rivedrò più quelli che amo, e se morire è questo, hanno ragione a dire che è una tragedia."


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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Del tuo bel commento, in particolare, mi ha colpito una dimensione: il fatto che chi abbia delle affinità - anche nascoste nel profondo - sappia riconoscersi... Io ci credo.
Ho amato questo libro, mi ha divertito, mi ha fatto pensare, mi ha fatto anche un po' soffrire.
Ciao :-)
In risposta ad un precedente commento
Lonely
08 Febbraio, 2016
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si ci credo, e forse sono un'inguaribile romantica, ma va bene così :)
Si, è un libro che fa riflettere, e ben vengano!
Grazie Bruno!
siti
08 Febbraio, 2016
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Mi ritrovo totalmente nel tuo commento.
In risposta ad un precedente commento
Lonely
09 Febbraio, 2016
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Evidentemente abbiamo "sentito" le stesse cose! ;)
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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