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La famiglia Karnowski
 
La famiglia Karnowski 2016-05-18 14:09:45 Antonella76
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    18 Mag, 2016
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Impeccabile sí, ma...



Grande e bellissimo affresco della società ebraica dal 1860 al 1940 attraverso tre generazioni: David, Georg e Jegor Karnowsky.
Singer è impeccabile nel raccontare le vicende di questi tre uomini, molto diversi fra loro, che vivono la propria cultura e le proprie tradizioni in modo completamente differente.
Si passa dall'essere un ebreo "illuminista", dedito quasi esclusivamente allo studio dei testi, all'essere un ebreo ribelle, che osa infrangere le regole e le tradizioni, fino ad essere un ebreo che, nel tentativo di rinnegare le proprie origini e il proprio sangue, finisce per perdere se stesso.
In realtà tutti e tre cercano, a modo loro, di prendere le distanze dalla loro "ebraicità".
La narrazione è accurata, ricca di dettagli, di situazioni, di storia, i personaggi sono ben delineati, anche quelli di contorno...ma a me è comunque mancato qualcosa.
Mi è mancata la passionalità, la forza trascinante che ti fa entrare "dentro" le pagine, mi sono mancati dei "picchi" di drammaticità (e le occasioni non sono certo mancate).
Anche le situazioni più "forti", più intense, vengono descritte in modo molto sobrio, quasi si volesse prendere le distanze da un certo tipo di emozioni.
Le ultime 4 pagine sono, di sicuro, le più belle, le più toccanti.
Non è la prima volta che mi capita di vivere questa dicotomia di sensazioni: il piacere di una scrittura impeccabile, elegante, fluida, eppure non riuscire a sentirmi parte della storia, proprio a causa di quell'eleganza, di quella sobrietà.
Non c'è stata la vibrazione, ecco.
Ma chi sono io per dire tutto questo?
Rimane un romanzo importante, dall'altissimo valore storico, che ci fa vedere la nascita del nazismo dall'interno della Germania, che ci racconta le rivalità presenti fra gli stessi ebrei aventi origini geografiche diverse, che ci sottolinea, soprattutto, come essere figlio del proprio tempo, in alcuni casi, può rivelarsi una terribile condanna.

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Commenti

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Concordo con te. L'ho trovato un libro con delle indubbie qualità, ma assolutamente non un capolavoro .
Preferisco di certo il fratello Premio Nobel.
Secondo me, Antonella, il limite del romanzo è quello relativo al mancato inserimento di quelle riflessioni di ampio respiro che fanno oscillare il lettore dal particolare all'universale.
Laura, condivido pienamente ciò che tu hai riassunto così mirabilmente.
Bella recensione anche se non la condivido pienamente .A differenza tua a me il libro ha lasciato molto e non ho notato le mancanze che hai segnalato , ma il bello dei libri è anche questo, ognuno li vive a modo proprio.
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