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Un terribile amore
 
Un terribile amore 2016-06-15 06:41:33 68
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
68 Opinione inserita da 68    15 Giugno, 2016
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La forza di un destino ineluttabile.


Le storie create da Catherine Dunne ripercorrono puntualmente un filone romantico-famigliare-sentimentale inserito in una struttura narrativa lineare, con una scrittura semplice, dialoghi che si mostrano per quello che sono, senza sottendere espressioni allegoriche e metaforiche.
Sono descrizioni di un universo femminile, e di vicende umane, di quotidianita', di semplici complessita', nascono improvvise, delicate, quasi silenti, ed attraversano una vita intera.
Sono storie ben riconoscibili, non nell' accezione negativa del termine, ma nella propria unicità', oltre che piacevolezza e scorrevolezza narrativa.
'Quest' ultimo romanzo segue in alternanza la vita delle due protagoniste, Calista, ricca, irlandese, di buona famiglia e Pilar, povera, ispanica, figlia di agricoltori, in un percorso temporale che attraversa 5 lustri ( da metà' anni '60 alla fine degli anni '80 ).
Sono due figure divergenti per origine e formazione, cultura e storia, ma unite da un grande desiderio di fuga ed auto-realizzazione, di rivolta, sospinte da amori estremi ed idealizzati o semplicemente irrealizzati, da una femminilita' respinta ed avvilita da un universo maschile e maschilista, violento, retrogrado, e da un conservatorismo famigliare arcaico e paternalista.
Scopriamo, procedendo nella lettura, una iniziale e finale unita' di intenti ed un progressivo avvicinamento delle due eroine ( anche nei personaggi di contorno ) fino allo sfiorarsi, toccarsi e quasi fondersi, in un processo di complicità' e comunanza riguardante il proprio vissuto ed il proprio sentire.
Lo svolgimento e l' epilogo del romanzo, che alterna percorsi temporali a singhiozzo, sembra potere allontanare Calista e Pilar, perché' l' umano sentire ha sfaccettature imprevedibili, divergenti, e l' accettazione del proprio vissuto, la sensibilità' e la forza dell' amore, oltre che l' elaborazione del lutto ed un desiderio di vendetta, porteranno inevitabilmente a strade antitetiche.
Ma, paradossalmente, quel legame creatosi a distanza, quel caotico intreccio famigliare, quella vicina lontananza, quel senso di appartenenza e comunanza ( la frequentazione con la famiglia Demitriades ) le ricongiungeranno in un destino di atroce sofferenza e solidarietà' femminile.
Amore e morte e' la chiave del racconto, in un mondo greco segnato da profondi simbolismi mitologici e tradizioni ataviche e la contrapposizione tra l' algida freddezza anglosassone ed il calore ispano-mediterraneo.
Nelle diversita' emergono temi universalmente riconoscibili, apolidi, il cui epicentro è' la donna ed il proprio mostrarsi, oltre che vizi e virtù' profondamente umane, scontri generazionali, intrecci dai contorni drammatici e suspance tragico- esistenziale.
Si parla di vite spezzate e ritrovate, drammi personali, riconciliazioni, desiderio di vendetta, affetti smarriti negli anni, bugie ripetute o negate, sullo sfondo di una comunanza di vita e destino.
La propria origine e classe sociale di appartenenza non segna definitivamente la vita delle protagoniste, o solo in apparenza, sono le scelte e le capacita' personali a tracciarla, indirizzandola altrove.
Certo, il destino si mostra spesso crudele, inguidabile, scelte errate e peccati di gioventù' finiscono per prevalere, i dolori segnano definitivamente, come le tragedie vissute, anche se l' animo umano conserva un quid di mistero ed imprevedibilita', risorse inspiegabili e forza di rinascita.
Le due protagoniste, martoriate da sensi di colpa, abbandonate, ferite, la cui sensibilità' e femminilità' e' scossa da un mondo ostile e spesso inaccessibile, scopriranno e cercheranno, in modi diversi, una possibilità' di rinascita.
L' epilogo è' l' inizio di un' altra storia, o forse la fine di un dramma umano, come nelle più' classiche tragedie, perché' e' di questo che, in fondo, si parla. Un velo melanconico attraverserà' per sempre il proprio cammino e gli errori commessi, la crudeltà' degli uomini e delle famiglie, tutto quell' odio troppo a lungo sopito, strozzato, che ha solcato e segnato il tempo per sempre.
Calista e Pilar riemergono, scosse e ferite, diverse nella propria esperienza di vita, ma accomunate da una unità' di intenti, consapevoli che' " è' difficile separare il ricordo da tutto ciò' che si porta dietro: amore, dolore, perdita, tradimento" così' come " la carne vivida del dolore è' sempre presente " e " non si sa mai ciò' che accade dietro le porte delle case. Tutte quelle superfici lustre nascondono qualcosa. "

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