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Spesso sono felice
 
Spesso sono felice 2017-01-24 17:58:52 68
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68 Opinione inserita da 68    24 Gennaio, 2017
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Sofferenza e perdono, espiazione e rinascita

Una lunga lettera riassume una vita, ormai giunta ad un autunno inoltrato, sulle orme di un lutto improvviso e funesto.
Ellinor ha perso il marito Georg, che era stato sposato con Anna, sua amica del cuore, scomparsa parecchi anni prima durante un viaggio in Italia ( sulle Dolomiti ) ed oggi destinataria della missiva.
Da allora molte cose sono cambiate, Copenaghen in primis, come i gemelli di Anne e Georg, Stefan e Morten, accuditi ed " adottati " da Ellinor dopo la morte della madre, paradossalmente così diversi, figli di una borghesia rappresentativa ( in negativo ) degli eccessi della contemporaneità.
La protagonista, perduti gli affetti più cari, disinteressata al noioso presente, venduta la vecchia villa situata in un quartiere bene per trasferirsi in una zona popolare ( dove trascorse l' infanzia ) rivive il proprio adolescenziale conflitto con la madre all' ombra di un padre ( ufficiale tedesco ) mai conosciuto, probabilmente morto, comunque scomparso.
Si abbandona ad un flusso di pensieri, e di immagini, attraversata ed affranta da ricordi dolorosi, fragili, anche teneri, amori perduti, tradimenti negati, sofferenze ovattate, in una vita che lentamente si svela a noi lettori ed a lei stessa, quasi fosse un testamento dei sentimenti ed una progressiva rivelazione di se'.
..." La morte rinchiude i vivi, la realtà a lungo andare ci è nemica mentre prende forma la massa informe e crescente del lutto"... Un lutto che ridetermina una vita, riaffiorano affetti scomparsi, ma con il tempo... " l' amore si trasforma in un ricordo del sentimento, che appartiene al passato, non al sentimento stesso"...
Gli accadimenti si riempiono di mistero quando la vita stessa finisce. Ellinor rivive la propria con Anna, Georg, l' ex marito Henning, in un intreccio labirintico, paradossale, inverosimile.
Oggi non c' è più spazio per ipocrisie, apparenza, futile mostrarsi, egoismo, ormai non si ha più niente da perdere, la verità è dolorosa ma necessaria.
Il flusso di immagini e di ricordi prosegue, devastante, con una leggerezza ed intimità scandita da pause, silenzi, diapositive della memoria.
Si può ricostruire ed illustrare una vita vivendola interiormente, la propria verità non sarà quella degli altri, ancorati al proprio sentire, ma poco importa.
Spesso la cruda realtà fa male, così la sofferenza e quel dolore vissuto sin da bambini, quando ci si vergognava del proprio presente e del proprio sentire, nascondendosi all' evidenza e sottraendosi ad occhi estranei indiscreti e giudicanti, ma il tempo tampona anche le ferite più dolorose cicatrizzando i ricordi.
Ellinor non è cambiata, è lo scorrere della vita stessa a essere mutato conservando e perdendo i propri protagonisti, la sua interiorità accresce gli amori ed i tradimenti vissuti, indirizzandosi dove non avrebbe pensato, o forse solo sperato.
L' oggi è la somma del passato e l' esito inquietante ma inevitabile di quello che, paradossalmente, ci era stato crudelmente negato. Non possiamo avere rimpianti, si parla di semplice destino, in altro modo rimane la certezza dei sentimenti e la ricerca dell' ignoto è impensabile.
La sua diviene espiazione di una colpa e confessione, perdono e purificazione, conservazione di un dolore salvifico finalmente metabolizzato, semplice presa di coscienza che gli affetti più cari ( Anna e Georg ) si conservano in noi per approdare alla leggerezza di una vita svuotata da pesi e condanne e per questo spesso felice.
Ed allora basta un' immagine, una foto conservata che racchiude un sentimento, per riassumere un senso globale, più vite, momenti diversi ed un perdono che nasce da se'.
In fondo l' amore genitoriale è l' unica cosa che ha importanza per un bambino e "....perdoniamo i nostri genitori quando si dimenticano di noi, purché si amino."
Grondhal ci consegna un breve romanzo di forte impatto emozionale, riuscendo a costruire una storia dentro più storie, più voci partendo da un' unica voce, una melodia ed un monologo dei sentimenti che scava e riflette sul vero significato della vita.
È un mirabile ritratto al femminile, scandito da intimità, complicità ( come solo l' animo femminile sa fare ) , con parole sempre dosate e quasi sussurrate, delicatezza ed eleganza linguistica, una malinconica leggiadria, in uno spartito che riesce ad assemblare un linguaggio reale, quotidiano, credibile, ad un flusso intimista nato dall' elaborazione di un passato scolpito in un destino crudele ed inafferrabile.
Trattasi di un romanzo che prende forma lentamente, proprio come la vita stessa, per finire con lo svelare e svelarsi in una sorprendente ricchezza di contenuti.

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