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Il pastore d'Islanda
 
Il pastore d'Islanda 2017-04-05 09:13:29 Emilio Berra TO
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    05 Aprile, 2017
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'Racconto d'inverno'

Dall'Islanda ci giunge questo intenso racconto : sono solamente 88 pagine, ma di spessore.
G: Gunnarsson è una delle perle della letteratura nordica, e "Il pastore d'Islanda" risulta essere un'opera assai significativa di quel mondo affascinante e molto particolare.

Come ormai da parecchi anni il protagonista, la settimana che precede il Natale, parte col proprio cane e il fidato montone per andare alla ricerca delle pecore smarrite in lande petrose nel freddo e tra bufere di neve : "occorreva trovarle e ricondurle a casa sane e salve prima che la grande festa portasse la sua benedizione sulla terra, e pace e gioia nel cuore degli uomini di buona volontà". In fondo, questi ovini "erano pur sempre esseri viventi", e "che cos'è un uomo senza le sue pecore ?" .
Lui "era già un uomo anziano di 54 anni. Alla partenza veniva assalito da una specie di vaga nostalgia : "era perché doveva abbandonare per qualche giorno le terre abitate o perché a ognuno di quei commiati lo assaliva il pensiero che un giorno avrebbe dovuto separarsene per sempre ? ".
Come vediamo, ben presto la narrazione assume un 'respiro cosmico', diventa quasi parabola esistenziale in cui ognuno può rispecchiarsi 'a prescindere'.

In questo viaggio così concreto e così simbolico, fra descrizioni suggestive ed 'ecologiche', il nostro personaggio sperimenta "una grande quiete" in se stesso e intorno, nel silenzio delle montagne. "Sotto quella luna si poteva quasi vivere di sola aria".
Le sue riflessioni accolgono serenamente la precarietà della condizione umana : " Chi poteva dire di aver di meglio? Bisognava essere davvero ingrati per pensare di essere stati maltrattati dal destino".
La meravigliosa pacatezza, il sentimento di gratitudine e la scoperta di senso, che emanano queste pagine, ci consegnano una saggezza profonda, capace di farci toccare con mano l'inconsistenza e la superficialità di stereotipi come la 'felicità subito' , imperativo di moda della cieca dittatura del piacere immediato : "la forza che fa crescere la vita è l'abnegazione. E una vita che non è sacrificio nel suo nucleo più profondo è arrogante e sacrilega e conduce alla morte".

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letteratura nordica
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Commenti

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Bel commento, Emilio. Un autore che non conosco, ma lo terrò presente.
Matelda
05 Aprile, 2017
Ultimo aggiornamento:
05 Aprile, 2017
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Recensione davvero eccellente , come sempre, Emilio. Mi hai incuriosito. Grazie!
Grazie, Anna Maria. E' il primo libro che leggo di quest'autore : bellissima scrittura ; una prosa che abbina semplicità e poeticità.
Ti ringrazio, Matelda. Ciò che stupisce è come l'Islanda, con una popolazione tanto esigua, abbia espresso ed esprima tuttora talenti letterari di così alto livello.
Bel commento, interessante che invita a conoscere questo scrittore e ad una lettura su tematiche non usuali.
Ti ringrazio, Gianpiero.
Non solo non conoscevo quest'autore ma non avevo mai neanche sentito parlare di letteratura Islandese. Complimenti per la scelta e per la recensione, terrò presente questo testo per colmare la mia lacuna nordica.
Grazie, Enrico.
La letteratura islandese conta perfino un Premio Nobel, assegnato a Laxness. Tra gli autori attuali, ti segnalo Stefansson, autore di due trilogie, una delle quali inizia con il libro "Paradiso e inferno" : merita veramente la lettura.
"la forza che fa crescere la vita è l'abnegazione. E una vita che non è sacrificio nel suo nucleo più profondo è arrogante e sacrilega e conduce alla morte".
Bellissimo commento e interessante segnalazione, grazie per la citazione, a me serve personalmente per capire che fa proprio per me.
Grazie, Laura.
Questa frase ha colpito anche me : mi pare che oggi sia ancora più necessaria di quando è stata scritta.
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