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Tre piani
 
Tre piani 2017-04-15 16:31:08 68
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Stile 
 
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68 Opinione inserita da 68    15 Aprile, 2017
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Spazi vuoti, piani separati ed interconnessi....

Tre piani di un palazzo alle porte di Tel Aviv, tre nuclei famigliari borghesi, tre storie con protagonisti diversi, tre istanze freudiane, es, io, super-io, sulle quali costruire e sviluppare una traccia narrativa che insegue percorsi psicologici immersi nello sconfinato ed indefinito mare delle relazioni umane.
In verità una conclusione poco gratificante si mostra e ritiene non esistano i tre piani dell' anima dentro di noi, ma solo nello spazio tra noi e l' altro e che ogni storia diviene tale solo se c' è qualcuno ad ascoltarla, ingabbiati dalla intima necessità di parlare ed essere ascoltati, in altro modo costretti a brancolare nel buio.
Al primo piano nasce e si sviluppa la turbolenta vicenda di due giovani genitori e della loro bambina Ofri. È Arnon a raccontarla, marito affetto dagli impulsi irrefrenabili di quell' es che rischia di rovinargli la vita per sempre. Si rivolge ad un caro amico scrittore, della cui imparzialità e saggezza si fida ciecamente, in cerca di una possibile soluzione e di una confessione.
Al secondo piano si consuma la storia di Hani, una donna sola, con una depressione incipiente ed una solitudine protratta, il cui marito si assenta spesso e a lungo per lavoro e che si vede costretta ad ospitare il cognato Eviatar, inseguito dai creditori, a sua volta sopraffatta dai desideri e dalle speranze del proprio io e da un tentativo di riconciliazione con il reale.
Al terzo piano vive Dovra, giudice in pensione, che da' voce ad una segreteria telefonica sperando di conservare e protrarre una relazione ormai solo immaginifica con il marito defunto, rivisitando vecchi conflitti famigliari irrisolti, in particolare con il figlio Arad, allontanatosi tempo addietro dal proprio focolare domestico, respinto da regole e responsabilità che non sapeva gestire e dalla propria follia distruttiva.
Dovra ripercorre le tappe di una vita da sempre sorretta e regolata da un super-io totalizzante, giudice e censore inflessibile ( come la propria professione induceva ) per cercare una salvezza ed una speranza nel presente ed in un futuro diverso che esuli dalla memoria, inseguendo quella che ... " d' ora in poi è la mia strada "....
Sono tre storie legate al medesimo luogo, quel condominio di ombre, porte blindate e sguardi indiscreti, da vicinanza fisica, spesso distratta, da accenni ad un intreccio relazionale che sfiora i protagonisti, in altro affaccendati. Hanno il lieve sapore dell' intimità, relazioni nate, costruite e sfumate in quel desiderio di ripercorrere e ridefinire un passato spesso tragico e sofferente, indirizzato ad un presente complicato ed intollerabile.
Invero emergono tre elementi, una profonda ed aspra fisicità, un tragico e melanconico realismo, un immaginifico e visionario desiderio. Le tre fasi della vita, giovinezza, maturità e vecchiaia, i propri intrecci relazionali con azioni ed impulsi correlati, sono descritte e ripercorse, insieme a tre quadri psicologici interconnessi che stentano a definirsi.
Sono vicende vissute all' interno di una profonda umanità e di una sofferenza e senso di smarrimento per cercare di definire la sostanza che guida e sorregge le nostre vite, quella spina dorsale dell' esistenza, anche se .... " la nostra anima procede a cerchi e spesso ricade nelle stesse buche "....
Sono personaggi che vivono circondati da solitudine, anche patologica, che parlano ad interlocutori virtuali, passati, assenti, spesso al proprio io facendo emergere di volta in volta lati più o meno oscuri di personalità spesso dibattute.
Sono protagonisti, ed in questo Dvora ne è espressione suprema, che hanno nascosto al mondo il segreto della propria vulnerabilità, cercando una intimità spesso negata, perché negli ultimi anni il confine tra pubblico e privato, tra dentro e fuori e' stato spostato, o forse annullato.
Ed allora prevale un senso di inutilità, di vuoto, senza avere lasciato troppo spazio all' immaginazione.
Gli stessi tre piani dell' animo umano, che si sovrappongono, si alternano, entrano, subentrano, si sovrastano, si annullano, sono espressione dei personaggi, dei loro contenuti e viceversa, i protagonisti rappresentano precise complessità psicologiche.
Oltre ogni possibile interpretazione trattasi di un romanzo che si addentra nella materia dei sentimenti, e lo fa in modo apprezzabile, sempre con una delicatezza dosata, un equilibrio ed un rispetto per i sentimenti stessi proprio di chi li conosce a fondo ed e' avvezzo a parlarne.
Ne escono profili individuali apprezzabili ed intrecci relazionali sempre interessanti, con una scrittura limpida, dialoghi e tematiche mai banali, seguendo una inclinazione che si fa apprezzare per originalità e vivacità narrativa, limpidezza di forma, riconoscibilità di tematiche complesse svuotate di ogni banalità e artificialismo, figlie di una attenta e riuscita miscela psico-reale-narrativa.

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Commenti

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Bella recensione, Gianni !
Pare si tratti di un libro interessante. Penso sia superiore a "La simmetria dei desideri" , testo foese ancora un po' acerbo.
In risposta ad un precedente commento
68
18 Aprile, 2017
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Ciao Emilio, questo romanzo e' sicuramente di buon spessore, per quel che concerne la " Simmetria dei desideri " non lo conosco, se non per averne sentito parlare bene. È una delle prossime letture
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