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La moglie che dorme
 
La moglie che dorme 2017-11-11 16:21:01 68
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68 Opinione inserita da 68    11 Novembre, 2017
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Amore impossibile ed irraggiungibile

Farrell e Grace sono due anime fragili figlie di realtà contrapposte che cercano di fondere unendo il proprio senso di solitudine ed il disperato bisogno di essere amate.
Da una parte la triste storia di una famiglia di umili origini, vissuta nel continuo e reiterato terrore della violenza paterna, costruita su affetti negati e sulla cura impossibile dei fratelli minori, dall’ altra un mondo borghese con una certa armonia di rapporti ed una innata predisposizione a piacere alla gente, creando senza sforzo un’ idea di bellezza.
La loro pare una unione incredibile, una bolla fragile, fantastica, che Farrell vorrebbe durasse in eterno, accomunati da passione artistica, afflato spirituale e da una certa bontà d’ animo.
Una relazione forse immeritata, dopo una vita di non amore, ma si potrebbe ritenere che non si tratti di amore ma solo di gratitudine.
Per anni stanze buie, rumori improvvisi, urla, bambini che si nascondevano negli angoli, lenzuola inzuppate di urina, ma ora basta, nessuno sottrarrà a Farrell ciò che gli appartiene ne’ lui si nasconderà. È così impacciato e maldestro, Grace invece pare così sicura del posto che le spetta nel mondo perché in passato non e’ stata insultata da un padre ubriaco ne’ abbandonata da una madre sbiadita ed evanescente.
Tra loro si insinua e ritorna il fantasma di Vinny, un ragazzino terribilmente sensibile che qualche volta si era sentito quasi felice provando la dolce sensazione di sentirsi a casa, ma che negli anni riteneva di non appartenere a niente e a nessuno, quella stessa sensazione che oggi Farrell vorrebbe definitivamente abbandonare.
L’ auspicata prole potrebbe recidere qualsiasi legame con il passato e rappresentare presente e futuro, purtroppo non arriverà finendo con l’ incrinare il loro rapporto di coppia. Grace sbiadirà consumandosi lentamente e Farrell si sentirà perennemente in difetto fino a quando le concederà la libertà della colpa insieme ad una bugia consolatoria immergendosi in un passato dove continueranno ombre e fantasmi, oltre ad improvvisi lampi di memoria e ricordi e speranze che accelereranno il proprio senso di solitudine.
È un tira e molla continuo, un viaggio verso una felicità irraggiungibile figlia di un conflitto irrisolto con il passato, sin qui sempre accantonato o rimandato. E quella figura opprimente, il padre di lei, riporta il pensiero al proprio infausto genitore, mentre la presunta fuga di Grace da Farrell rincorre il personale senso di noncuranza e l’ incapacità di tenersi stretti gli affetti più cari.
C’ è un punto di rottura, una corda spezzata quando si continua a vivere in due parti senza essere mai in nessun luogo.
Alla fine vi è la certezza di un tradimento, l’ incapacità di formulare le giuste parole, il silenzio come condanna definitiva e la recita di una parte tenendo sempre strenuamente il controllo di se’.
Ma una decisione irrevocabile è già stata presa, inevitabile, liberatoria, catartica.
Esiste un modo crudele e spietato per punire chi ci ha fatto del male e noi stessi, annientati dal nostro stesso passato che continuamente ritorna mostrando il proprio terribile volto, nascosto per lunghi tratti, ma sempre presente e pronto a riemergere.
Non è semplicemente una parte di noi e della nostra vita, è ciò che abbiamo vissuto, assaporato ed oggi siamo diventati, la nostra cupa essenza. Ed allora cerchiamo una via salvifica, di riscatto e di speranza, ma finiamo per ricaderci, per rivivere quelle terribili sensazioni e rivederle negli altri riproponendo le stesse inquietanti sembianze.
Un thriller psicologico famigliare a tinte forti, che esula dal classico romanzo della Dunne per asprezza di forma e contenuti ed in alcuni tratti possiede l’ irrisolta, incombente e malevola faccia di Patrick Mcgrath. Un testo aspro ed un finale amaro, ancora una volta il male è assai più vicino di quanto si pensi, e continua a sbriciolare ogni nostra certezza….

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