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Il gigante sepolto
 
Il gigante sepolto 2018-02-26 12:11:05 RadicidiCarta
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RadicidiCarta Opinione inserita da RadicidiCarta    26 Febbraio, 2018
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Una fiaba sui ricordi

Il gigante sepolto è uno dei volumi scritti dal Premio Nobel per la Letteratura 2017, Kazuo Ishiguro. Siamo davanti a quello che spesso viene definito un fantasy, anche se personalmente lo stile dell’autore e la narrazione mi hanno ricordato più una fiaba.
Ichiguro unisce in questo volume la mitologia arturiana, le fiabe cavalleresche tipiche del mondo occidentale e la scrittura onirica, curata e di alto registro che ho ritrovato negli autori giapponesi.

TRAMA

È strano come il mondo dimentichi persone e cose che erano qui soltanto ieri, o l’altro ieri. È come se una malattia si fosse abbattuta su di noi

Siamo in Inghilterra, il leggendario re Artù è morto da qualche tempo, ma la pace tra sassoni e britanni sembra perdurare, seppure incerta.
Axl e Beatrice sono due anziani britanni che vivono in un villaggio costruito nella roccia, senza neanche una candela per rischiarare la notte. I due vecchi vivono in tranquillità ma non sembrano trovare davvero pace a causa di una strana nebbia che cancella la loro memoria e quella di tutti coloro che li circondano.
Ogni tanto un ricordo sembra riaffiorare nella loro mente e così i due, sicuri di avere avuto un figlio, decidono di mettersi in marcia per ritrovarlo prima che la nebbia torni a cancellare le loro piccole certezze, nonostante non sappiano più dove si trovi e cosa li abbia separati da lui.
Il viaggio è lungo e pesante per i due anziani, costretti ad attraversare villaggi, pianure, monti e boschi. Sarà grazie all’aiuto di altri viandanti trovati lungo il cammino come il giovane Edwin, che a causa della ferita infertagli da una misteriosa creatura sarà costretto ad abbandonare la propria casa, il valoroso guerriero sassone Wistan e sir Galvano, il cavaliere di Artù, che i due anziani britanni riusciranno a scoprire l’origine della nebbia.

PERSONAGGI

C’era una quiete sul suo volto che di rado ultimamente gli capitava di notare quando la vedeva sveglia, e l’improvviso moto di felicità procuratagli da quella vista lo sorprese.

I personaggi di questo libro, non sono approfonditi, non hanno molte sfaccettature. Ognuno di loro ha caratteristiche peculiari ma si evolvono poco o nulla all’interno della narrazione, nonostante il lettore venga, poco a poco, a conoscenza del loro passato e di alcuni dei loro segreti: Axl e, soprattutto, Beatrice sembrano vivere unicamente come coppia, Edwin come un ragazzo proiettato nel futuro e in quello che dovrà diventare per mano del guerriero sassone.
Wistan e Galvano, sono gli unici personaggi che sembrano cambiare nel corso della narrazione, ma solo perché nascondono volutamente il loro passato e i loro scopi, almeno finché non vengono costretti a rivelarli. Sono però gli unici che sembrano farsi domande, che si chiedono se le loro azioni siano nel giusto, anche se tutto ciò non li fa deviare da quelli che sono i loro obblighi.
Questo, è l’unico motivo che li ha resi più vivi ai miei occhi, ma non abbastanza da colpirmi.

CONCLUSIONI

Amori duraturi che sfidano il passare degli anni: di quelli ne vediamo raramente. Quando succede siamo più che lieti di traghettare tutte e due gli amanti insieme.

Il gigante sepolto è una storia dove personaggi e trama non sembrano avere alcuna importanza. Entrambi sono sottili e semplici, privi di quelle caratteristiche che rendono, rispettivamente, i primi più umani e la seconda d’impatto. Questo perché l’autore vuole far concentrare il lettore su qualcos’altro: vuole fare capire qual è il vero “gigante sepolto”, vuole far interrogare sull’importanza della memoria sia per il mondo che per i rapporti tra le persone, soprattutto quelle che abbiamo più vicine.
Se in un primo momento l’inizio lento, lo stile quasi troppo cavalleresco e le atmosfere oniriche mi avevano fatto storcere il naso, ho dovuto rivalutare il mio giudizio una volta concluso il libro.
Il problema principale è stato che mi aspettavo qualcosa di totalmente diverso quando ho letto “fantasy” e chiunque, come me, appassionato del genere, difficilmente potrà ritenere che il volume di Ishiguro rientri nella definizione. Come ho detto, per me più che al fantasy, si avvicina a una fiaba.
In realtà, lasciandomi alle spalle questa definizione forzata ho trovato un libro in grado di farmi riflettere, con un finale dolceamaro che è riuscito a farmi commuovere.
Lo consiglio? Sì, a patto che non ci si aspetti una trama complessa e personaggi accattivanti ma si sia pronti a cercare una chiave di lettura più profonda, a lasciar sedimentare poco a poco le sensazioni che questo volume è in grado di dare.

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