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I ragazzi Burgess
 
I ragazzi Burgess 2018-06-10 18:56:38 68
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68 Opinione inserita da 68    10 Giugno, 2018
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Passato ingombrante

…” I fatti non avevano importanza, erano le storie ad averne e ciascuna delle loro storie apparteneva soltanto a ciascuno di loro “…

Tre fratelli, due dei quali gemelli, legati a doppio filo da un fatto di cronaca che riallaccerà i fili di un nucleo famigliare da tempo disgregato che oggi vive di lontananza e diversità.
Ma se Jim e Bob, entrambi avvocati, l’ uno fascinoso, brillante, celebre, l’ altro incerto, buffo e bonario, trasferitisi a New York con differenti fortune lavorative ed affettive, continuano a frequentarsi, Susan si è completamente defilata e risiede ancora nel luogo natio, Shirley Falls, ( nel Maine ) insieme al figlio Zach, ragazzo schivo e silenzioso. Quest’ ultimo, accusato ( giustamente ) di avere gettato una testa di maiale isanguinata all’ interno di una moschea dovrà superare la gogna mediatica ed un rischioso processo penale in difesa della libertà e dignità delle minoranze etniche e religiose ( in questi casi i somali ).
Un fatto increscioso pretesto per il riavvicinamento dei fratelli Burgess dopo quella terribile sciagura famigliare che in un passato lontano ne ha deragliato l’ esistenza, la morte accidentale del proprio padre investito dalla sua automobile al cui volante si era messo accidentalmente Bob, che allora aveva solo quattro anni, insieme ai fratelli.
Fu un incredibile incidente ed un bambino non poteva essere accusato di omicidio, ma in quel momento gli equilibri interfamigliari cambiarono, introducendo sgomento e silenzio, odio e parole non dette, malgrado il tempo cercasse di guarire ferite invisibili e non rimarginabili.
La verità, celata dietro caratteri contrapposti, può riemergere improvvisa, sollecitata dagli eventi, da un senso di colpa vissuto ( più o meno consapevolmente ) per lunghi anni e da una rivisitazione di un reale che pare lontano, stanchi di mentire, a se stessi ed agli altri, inseriti in un mondo ed in un contesto lavorativo che non sentiamo più nostro.
La vita ricerca un senso ed è inutile e doloroso continuare a nascondersi, omologati dalla superficialità altrui, sovente con un destino segnato, in questo caso la morte del proprio padre. Ma se Bob e Susan, gemelli diversi, da quel giorno si sono separati e persi sulla strada del proprio fallimento, tra accuse e senso di colpa, Jim parrebbe il solo superstite della vita, circondato da popolarità, successo, ricchezza e da una bella famiglia. Eppure così non è perché l’ eccesso di visibilità, il desiderio di autocompiacimento e la continua ricerca del consenso spesso sottendono fragilità e vuoti incolmabili.
Bob si sente inutile, Susan una moglie ed una madre fallita, Jim ha perso tutto e l’ assoluzione di Zach non scaccerà i fantasmi del passato.
Ormai pare troppo tardi, ci si considera estranei nel luogo che per lungo tempo è stato la propria casa, completamente soli, conoscendo ciò che accompagna ogni perdita, la forza accecante del panico ed un bizzarro senso di liberazione, ma la verità nasconde dubbi e nuove certezze.
Ed allora scoperchiare e ridefinire un passato mai definitivamente sepolto segna l’ inizio di altro o la fine di tutto, con l’ incertezza su quello che realmente è accaduto. Oggi tutto e niente è cambiato, indirizzato per vie impercorribili, scoprendo quanto a lungo ci si è nascosti, quanto male si è fatto e si continua a fare per proteggere se stessi, ma anche quanto sia importante la propria origine e che i fratelli, oggi irriconoscibili e senza niente da condividere, rimangono sempre i propri fratelli.
Un bel romanzo ( pur non raggiungendo le vette di “ Olive Kitteridge “ ) che sottolinea temi di identità ed appartenenza, di multietnicita’, di razzismo, di libertà espressiva, il contrasto ( socioeconomico) provincia-metropoli, le menzogne della società americana, l’ essere e l’ apparire, insieme ai difficili ed imperscrutabili rapporti interfamigliari, in sostanza quell’ universo relazionale ed affettivo fragile e delicato che vede nella famiglia l’ incipit e l’ exitus di un certo mondo e delle proprie problematiche secondo un preciso profilo psicologico ed equilibri piuttosto precari.

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Commenti

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Molto utile, "un bel romanzo", mi basta.
Bella presentazione, Gianni. Anch'io ho trovato bello questo libro; anzi, molto bello : il migliore tra i quattro lesti letti della Strout.
In risposta ad un precedente commento
68
13 Giugno, 2018
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Dei romanzi letti trovo che “ Olive Kitteridge “ rimanga il migliore
In risposta ad un precedente commento
68
14 Giugno, 2018
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Io ho trovato migliore “ Olive Kitteridge “, per definizione dei personaggi ed atmosfere
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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