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Ricordami così
 
Ricordami così 2018-06-29 13:27:43 Antonella76
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    29 Giugno, 2018
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Il peggio è eterno



Come si fa ad andare avanti?
Come si fa a non morire quando tuo figlio/fratello/nipote di 11 anni scompare?
Quando ti sparisce un figlio nel nulla, l'unico desiderio che hai è di seguirlo nel nulla in cui è scomparso.
Non c'è posto per nessun altro pensiero, non c'è più niente, la vita può anche andare avanti, ma una parte di te rimane ferma lì, in quel punto, in quel buco nero.
Un bel giorno, Justin esce col suo skateboard, e non torna più.
Rimangono una madre, un padre, un fratellino e un nonno che annaspano, che cercano di dare un senso ai loro giorni sospesi, sempre in attesa... 
Ognuno prende la sua direzione, si allontana dal nucleo, si disperde.

Ma questo non è un libro sull'assenza, sulla perdita...è un libro sul "ritorno", sulla ricostruzione, sull'amore fra persone che faticano a riconoscersi...perché, dopo 4 lunghissimi anni, Justin viene ritrovato.
Era lì, a due passi, vicinissimo.
Incredulità, gioia, rinascita...non so, forse non esiste una parola in grado di descrivere quello che provoca un ritrovamento del genere, va oltre la felicità...molto oltre.
Ma adesso?
Adesso come si fa a ritrovarsi?
Verrebbe da pensare che esista un "prima" e un "dopo" la scomparsa, invece il vero spartiacque è il ritorno.

Ovunque si guardi c'è il peso assoluto e schiacciante del passato, di quei 4 anni muti, di cui non si sa niente e di cui si teme anche di chiedere, di parlare.
Tutto il taciuto pesa come un macigno.

È come se prima fossero tutti su una nave che stava affondando mentre ora sono nelle scialuppe di salvataggio, però ognuno sulla sua.
E la corrente li trasporta e li allontana gli uni dagli altri.
Da quando Justin è tornato c'è una costante ed estenuante ricerca di significato, in ogni parola, gesto, sguardo, come se tutto andasse decodificato.
Anzi, ri-decodificato.

In un clima di tensione costante, Johnston viviseziona il dolore, i rapporti familiari sfilacciati dalla paura, dai sensi di colpa, dalla ricerca continua di una normalità perduta (per sempre).

"IL PEGGIO VE LO SIETE LASCIATO ALLE SPALLE.
IN REALTÀ QUANDO IL PEGGIO ARRIVA, POI NON LA SMETTE PIÙ.
DIVENTA ETERNO."

460 pagine di ansia.
Strano, per un libro in cui la tragedia è già avvenuta...eppure è così.
Ma che bello...

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Commenti

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Ottima recensione. Chissà perchè, forse per il tema del ritorno alla normalità che a volte è più difficile della tragedia in sé, la trama mi ha ricordato quella del film "Room" di Lenny Abrahamson.
Pienamente d'accordo: libro bello e "strano" allo stesso tempo... ma anche ottimamente immaginato: a quanti sarebbe venuto in mente di raccontare (o non raccontare) una tragedia in questo modo?
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