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Un giorno solo, tutta la vita
 
Un giorno solo, tutta la vita 2018-07-10 13:40:44 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    10 Luglio, 2018
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Lenka & Josef

Anno 2000, New York. Alle nozze del nipote, Josef Kohn scorge tra gli invitati una donna dagli occhi color ghiaccio. La sensazione di deja-vu è imminente e impellente; è consapevole di conoscerla, e quella serie numerica tatuata sul braccio ne è la conferma. È davanti a Lenka, sua moglie, colei che ha sempre amato e mai dimenticato anche se la storia e le scelte umane hanno fatto di tutto pur di separare i loro destini.
Torniamo indietro nel tempo. È il 1934, Lenka è poco più di una bambina con la passione per l’arte e il sogno di affermare i suoi lavori. Per questo si è iscritta all’accademia di Praga, città in cui è cresciuta insieme a tutta la sua famiglia. Josef, fratello di Veruska compagna di scuola della protagonista, è uno studente di medicina e sin dal primo sguardo con la nostra eroina è amore. Eppure la guerra è alle porte. Entrambe le famiglie sono di origine ebrea ma mentre i genitori del ragazzo riescono ad ottenere dei passaporti e a lasciare, seppur con risvolti negativi, l’Europa, per quelli della ragazza le sorti non sono migliori: non solo non riescono a fuggire ma verranno anche ad essere internati nel campo di concentramento di Terezìn.
Tra presente e passato Alyson Richman ricostruisce la storia di queste due famiglie e di un grande amore separato dalle avversità, dalla guerra eppure indelebile nel tempo e nello spazio. Il romanzo ha un inizio forte, conquista sin dalle prime battute e invita ad andare avanti pur subendo una battuta d’arresto intorno alla metà perché a tratti illogico o non confluente con alcuni dati storici. A questo si somma una traduzione probabilmente frettolosa che non pone particolare attenzione ai tempi verbali tanto che se all’inizio chi legge vi sorvola per a piacevolezza delle vicende, dalla metà, fatica a non porvici attenzione. Non solo, la stessa metrica con cui il volume è costruito è fatta di affermazioni e smentite, postulati che si contraddicono al paragrafo immediatamente successivo. Questo rischia di far perdere di fascino a uno scritto che al contrario avrebbe potuto essere un piccolo gioiellino. Apprezzabile lo spazio destinato agli artisti presenti nel Lager ma di fatto un po’ troppo romanzato.
Piacevole e adatto a chi cerca un libro leggero da concludere in poco più di una giornata ma non indimenticabile.

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Peccato, la trama suona interessante con quell'ambientazione storica!
Per oggi la lista dei desideri non si allunga... :D
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