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All'inizio del settimo giorno
 
All'inizio del settimo giorno 2019-05-26 13:17:13 68
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
68 Opinione inserita da 68    26 Mag, 2019
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Verità apparente

Un vuoto improvviso, imprevedibile quanto incolmabile, un dolore muto che sfocia in incredulità, rabbia, rifiuto, speranza, fino alla accettazione dell’ inaccettabile...
La vita di Camille si è fermata nel lampo di una notte, un incidente stradale l’ha inabissata in un stato comatoso abbandonando il marito Thomas, ingegnere informatico con due infanti da accudire ed un lavoro assai pressante, ad un’ idea di vita improvvisamente azzerata, smembrata, invivibile.
Ed allora occorre ritagliarsi una pausa da un reale che continuamente lo richiede affacciandosi ad una verità apparentemente illogica, enigmatica, insensata, ad alcuni nota da anni, scontrandosi con una vita parallela o semplicemente nascosta, un passato nebuloso e contorto, una tranquillità e felicità che non erano tali.
Thomas dovrà ritrovare i paesaggi della sua infanzia, scoprendo che il dolore della perdita ha un legame imprescindibile con il proprio.
Come può accadere, all’ interno di un nucleo famigliare borghesemente ovattato ed apparentemente tranquillo, si nascondono enigmi, momenti di pena e silenzio, violenza, brutalità, omertà, amore e condivisione appartengono esclusivamente al proprio desiderio ed ai sogni infranti di creature innocenti, oggi lontananza e divisione hanno origini lontane mentre dissociazione e fuga nascondono una imprescindibile necessità.
Thomas si dividerà tra affetti vicini e lontani, il fratello maggiore Jean ( agricoltore ) e la sorella Pauline ( medico ) che non vede da anni, viaggerà tra Parigi, i Pirenei, Le Havre ed il Camerun per ritrovare un senso, la verità, un minimo di serenità, ed accettare l’ inaccettabile, scoprendo un’ altra storia ed un’ altra verità, da sempre celata.
Di certo è tardi per rivelarsi segreti e sentimenti lontani, la vita ha preso una piega diversa lasciando un passato agghiacciante per sempre, ciascuno si è dato un’ altra possibilità in una lontananza necessaria alla sopravvivenza, per altri il destino pare segnato da tempo.
Ed allora non resta che capire, accettare, perdonare, ricordare ma anche dimenticare, introiettare i momenti più belli prima che la memoria ottenebri i ricordi.
L’ accettazione, il superamento di barriere invalicabili, il riavvicinamento all’ altro, la speranza di un futuro negli occhi amorevoli dell’ infanzia, riconsegneranno ad un’idea di vita rendendo tollerabile il dolore intramontabile della perdita.
Un romanzo fiume, un flusso ininterrotto nel presente, un turbinio descrittivo e fattuale, tratti di suspance e buoni sentimenti, pause prolungate fagocitanti il cuore della trama.
L’ inizio promette bene, il seguito devia dando vita a tutt’altro, nel mezzo pagine e pagine che poco hanno da dire se non accompagnare il lettore verso un precoce e prolungato quanto inevitabile sfinimento, nella speranza inevasa che qualcosa accada o tutto cessi.
In verità il romanzo potrebbe essere assai più snello e quella che pareva la scoperta di una verità si rivela un bluff, l’ inizio di viaggi diversi che nascondono e svelano altro.
E che dire della rappresentazione di una contemporaneità banale e stereotipata, nella ovvia contrapposizione tra potere e libertà , passione e denaro, carriera ed ideali, Occidente ricco ed Africa affamata?
Troppa carne al fuoco in questo romanzo di Luc Lang, scarsa sostanza, un’ idea inizialmente intrigante ma deludente nello sviluppo, uno stile contorto e poco includente, eccessivo ed artificioso, inserito in una corposita’ che non soddisfa l’ attesa.

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