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L'inverno del nostro scontento
 
L'inverno del nostro scontento 2020-02-03 18:29:55 Cristina72
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    03 Febbraio, 2020
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Quando una luce si spegne

Romanzo introspettivo, narrato in prima e in terza persona in un crescendo drammatico che somiglia a un urlo silenzioso. Evidente la satira contro l’ipocrita società statunitense alle soglie degli anni Sessanta, caratterizzati dalla scalata senza scrupoli al potere e dalla venerazione del dio denaro.
Ma ciò che spicca è la solitudine di Ethan Hawley, uomo dall’intelligenza acuta e stravagante, dall’indole malinconica, marito e padre esemplare.
Commesso nel negozio che un tempo apparteneva alla sua famiglia, stritolato socialmente ed economicamente da un sistema corrotto, finirà per rivalersi diventandone il carnefice.
Dolcissimi i dialoghi vagamente demenziali con la moglie, nei confronti della quale nutre un amore profondo, benché venato di condiscendenza.
Questo sentimento puro e la stessa figura idealizzata della consorte, insieme all’intero nucleo familiare che pressa per la sua scalata sociale, verranno messi in discussione dallo sviluppo degli eventi:
"... ascoltavo la mia casa. Pulsava come un cuore, e forse era il mio cuore e una vecchia casa frusciante".
Definire questo libro solo una satira sociale sarebbe riduttivo, perché è molto di più: è, innanzitutto, il racconto di un dramma umano.
Dietro il sorriso sempre più amaro del protagonista, mentre si fanno strada in lui slealtà e cinismo, c'è la perdita dell'innocenza, un velo di illusioni squarciato e un pianto sommesso:
"È tanto più buio quando una luce si spegne, più buio che se non fosse mai stata accesa".

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Commenti

9 risultati - visualizzati 1 - 9
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siti
04 Febbraio, 2020
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L'evoluzione del commesso malamudiano...bella proposta. Ciao cara.
Rollo Tommasi
04 Febbraio, 2020
Ultimo aggiornamento:
04 Febbraio, 2020
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Ciao Cristina! Sebbene il titolo sia parecchio familiare (perché citato spesso nei più diversi contesti) non conosco il libro. L'ultima frase è molto bella (e, credo, molto vera in riferimento all'animo umano).
FrancoAntonio
04 Febbraio, 2020
Ultimo aggiornamento:
04 Febbraio, 2020
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"Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano." (Shakespeare, Riccardo III). Mai il titolo di un romanzo potrà essere più evocativo che in questo capolavoro di Steinbeck. Ricordo che quando lo lessi (eoni, fa, sigh!) ne rimasi affascinato anche se, essendo adolescente, forse non capii tutte le implicazioni insite nel testo. Ricordo, però, con profonda nostalgia le mie letture di quel periodo (tanto Remarque e, appunto, tanto Steinbeck) al punto che, pure oggi, quei libri stanno in primo piano sugli scaffali.
Ciao Cristina. Per me si tratta di una segnalazione, in quanto non conoscevo questo libro. L'autore è già una garanzia, così la tua valutazione.
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Cristina72
04 Febbraio, 2020
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Ciao Laura :-)
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Cristina72
04 Febbraio, 2020
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Ciao Rollo! La frase è addirittura struggente, nel contesto in cui è inserita.
@FrancoAntonio: per me Steinbeck è una recente scoperta. Ho letto da poco Furore, romanzo notevole, ma preferisco questo.
@Emilio: lieta di avertelo fatto scoprire :-)
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FrancoAntonio
04 Febbraio, 2020
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La mia fortuna, all'epoca, fu di avere in casa i volumetti UTET dei premi Nobel per la letteratura. Tra i primi pubblicati c'era proprio Stainbeck con una bella raccolta di romanzi (Furore, Uomini e topi, La corriera stravagante) e racconti brevi (I pascoli del cielo). Me ne innamorai e da allora per anni non feci che andare a caccia dei suoi romanzi.
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
05 Febbraio, 2020
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Una bella opportunità! A proposito, Uomini e topi mi manca :-)
9 risultati - visualizzati 1 - 9

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