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Antichi Maestri
 
Antichi Maestri 2020-04-02 20:04:06 Molly Bloom
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Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    02 Aprile, 2020
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Una commedia sull'arte

Uno spumeggiante Bernhard in questo suo penultimo libro, una tragicommedia sull'arte e sull'uomo, che come consueto nella prosa bernhardiana è costruita su contrasti, probabilmente perché per creare un intero, una visione completa delle cose bisogna unificare tutto, ma anche perché tutto è fondato su contraddizioni e la vita stessa è una serie di nonsense.
Tre personaggi dentro un museo: Reger - il personaggio principale, Alzbacher- confidente e portavoce di Reger nonché colui che racconta la storia e infine Irrsigler il portinaio del museo. Alzbacher osserva Reger che osserva "L'uomo dalla barba bianca" di Tintoretto e Irrsigler, che è il rappresentante della mediocrità, che osserva entrambi i rappresentanti degli eletti: Reger musicologo e in generale studioso dell'arte e Alzbacher scrittore e filosofo. In questo gioco di specchi si dipana l'azione e la trama del libro, che altro non è che un continuo palleggiare di idee contrastanti, fino ad arrivare a un autogol clamoroso e inaspettato nel finale. Arte o non arte, bravura o non bravura, morte o vita, perfezione o imperfezione, amore oppure odio, solitudine o comunità? Dove sta la verità e dove la salvezza? Dove cercarla? Di questo parla Antichi Maestri, con un tono estremamente frizzante, ironico, intelligente e provocatorio ma anche nostalgico e divertente. L'azione di Bernhard è sempre nel movimento delle sue idee, non sono i personaggi a interagire tra loro ma fondamentalmente il personaggio è uno solo e sono le idee a fare a pugni tra loro e a rapire il lettore nel loro vortice, di risucchiarlo con molta forza per la loro potenza ma anche bellezza. Leggere un libro di Bernhard è come rannicchiarsi comodamente in un angolo e mettersi ad ascoltare il soliloquio di una persona estremamente intelligente e ironica, senza mai diventare logorroica, e che diventa quasi un dialogo, dato che il discorso è pieno di contradizioni in cui si esamina diritto e rovescio delle cose. La lettura di Antichi maestri è un assistere a una sfilata di artisti e opere letterarie, molti di essi criticati duramente, pochi salvati e nel quale si cerca di demolire l'arte ma nello stesso tempo non si può non salvarla, per quanto sterile e vuota essa sia a confronto di ciò che davvero serva a un essere umano: ovvero un altro essere umano da amare e con il quale condividere la vita. Quest'ultima infatti è la gioia e la fortuna suprema nella vita. Bernhard sventola nelle sue opere sempre la misantropia e l'odio per gli umani per arrivare però sempre alla stessa conclusione: ci vuole amore per sopravvivere, da soli non ci si salva.

I temi presenti sono tipici di chi conosce Bernhard: in primis non spreca occasione per attaccare lo Stato e le sue istituzioni e la Chiesa, punti fermi e sui quali non ha mai opinioni contrastanti come le può avere per l'arte oppure per i sentimenti. Le sue accuse sono ferme e identiche e le sue posizioni al riguardo chiarissime. Sono accuse prevalentemente rivolte allo Stato austriaco ma spesso allargate a livello europeo se non mondiale e leggendolo non gli si può dar torto. E' sempre stato duramente criticato per questo suo imbrattamento della terra-madre ma lui ha risposto sempre con dosi ancor più rincarate di veleno e non è mai stato ipocrita ma fedele e coerente ai suoi pensieri.

Se dovessi esporre la trama di questo libro suonerebbe così: Reger, che da otre trent'anni osserva a giorni alterni, seduto su un panchina nel museo, il quadro di Tintoretto, da appuntamento ad Atzbacher per chiedergli una "perversa follia" che verrà divulgata solo nell'ultima pagina. Molto "movimentata" come trama no?...eppure, cosa non riesce a smuovere la sua penna?! La prosa è potente, musicale per via delle varie ripetizioni, e segue un ritmo accelerato dovuto alla sua esagerazione: parte sempre da un dettaglio per poi continuare a ingrandirlo fino a farlo diventare gigante per poi renderlo ridicolo e assurdo. Un po' come gonfiare un palloncino, man mano cresce e quando è al massimo delle sue capacità, si prende un ago e lo si buca: così fa Bernhard nei suoi lunghi periodi stilistici, e lo fa a mio parere anche con un intero libro: per esempio questo.

Un'altra cosa che mi piace nei suoi libri è la modalità di gestire la voce del narratore. Qui, come in altri suoi libri, si inizia con una narrazione in prima persona, è Alzbacher che narra ciò che sente e vede e soprattutto ciò che Reger gli ha narrato, ma nelle pagine finali l'io narrante cambia e diventa una terza persona, come se Bernhard intervenisse per accomiatarsi dai suoi personaggi, che altro non sono che suoi alter-ego: "divida con me il piacere di questa perversa follia, caro mio Atzbacher, disse Reger, scrive Atzbacher."

Mi sono divertita moltissimo in questa lettura e ho goduto appieno della modellazione della parola. Per me Bernhard rientra tra gli oratori che Settembrini di Mann elogia in "La montagna incantata": oltre a ciò che si dice bisogna usare l'arte anche nel modo in cui lo si dice, l'arte della parola è altrettanto importante quanto l'idea in sé. Le citazioni che ho segnato sono una moltitudine, ne ripesco una a caso per concludere:

"La mente dev'essere una mente che cerca, una mente che cerca gli errori dell'umanità, una mente che cerca il fallimento. Una mente diventa effettivamente una mente umana soltanto quando cerca gli errori dell'umanità. La mente umana non è mai veramente umana se non si mette alla ricerca degli errori dell'umanità, diceva Reger. Una buona mente è una mente che cerca gli errori dell'umanità e una mente straordinaria è una mente che trova questi errori dell'umanità, e una mente geniale richiama l'attenzione sugli errori che ha trovato, e con tutti i mezzi di cui dispone segnala questi errori."

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Bernhard
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Non sapevo di questo libro, soprattutto che fosse così 'di livello'. Amo la scrittura dell'autore. Perciò, subito in lista dei desiderata.
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Molly Bloom
03 Aprile, 2020
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Ciao Emilio, decisamente da leggere! Anche solo per vedere come smonta gli artisti e le loro opere: ci vuole coraggio e argomentazioni e lui le trova...
Un'altra ottima recensione del tuo amato Bernhard, Ioana! Hai messo ottimamente in evidenza i punti cardine del romanzo, in particolare il fatto, apparentemente contraddittorio, che l'autore è un tipo assai strano di misantropo, in quanto afferma di essere interessato agli esseri umani (mi ricorda un po' il Nanni Moretti di "Caro diario" che, se non ricordo male, diceva più o meno "Credo nelle persone, però non sopporto l'umanità :) ). La tua metafora del palloncino è azzeccatissima. Ho notato anch'io l'uso che Bernhard fa, nel finale dei suoi libri, della terza persona del narratore classico (c'era anche in "Estinzione").. E' stato un vero piacere condividere con te, così competente e appassionata, il gruppo di lettura di "Antichi maestri".
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Molly Bloom
03 Aprile, 2020
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Grazie Giulio, davvero una piacevole condivisa! Non vedo l'ora di leggere anche la tua opinione! Qui sul sito ho letto la recensione di Due sorelle di Stifter, bellissima e che parte proprio dalla bocciatura di Bernhard, per arrivare poi alla conclusione che non aveva tutti i torti, te la consiglio...(tra l'altro scritta in maniera ineccepibile).
Come già detto in anteprima, grazie per il contributo che permette di capire meglio l'opera; bella esperienza di lettura, ottimo inizio con l'autore che mi riprometto di leggere quanto prima. Al prossimo GDL!!
Una recensione bella e completa, non manca proprio nulla e le stelle indicano il tuo entusiasmo! Questo bisogno d'amore, che si svela oltre la metà del libro, rende più simpatico Reger, che nella prima metà sembra un burbero misantropo, anche se devo riconoscergli due qualità nelle "doglianze": un certo humor e la profondità. Una disamina contro istituzioni, persone, categorie professionali, uno smontaggio impietoso di artisti e scrittori famosissimi (non si salva nessuno, forse poco poco Dostoevskij , ma non ne sono sicura) condotti con lucidità, come una lama sottile ed una visione dell'uomo e del mondo parecchio "avanti".
Grazie a voi, al vostro stupendo gruppo di lettura, che menzionerò nella mia recensione, spero prossima. Brava Ioana per le tue splendide letture
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Molly Bloom
09 Aprile, 2020
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Grazie Marianna! Reger alla fine si dimostra simpatico, come tutti i personaggi di Bernhard, seppur irritanti si finisce sempre con prenderli in simpatia. So che amava molto Kafka, Dostoevskij, Novalis e Schopenhauer perché spesso vengono citati con ammirazione. Era decisamente selettivo e per meglio comprendere la sua avversione verso le istituzioni, i docenti, i medici e verso le persone bisognerebbe approfondire un po' la sua biografia: insomma, se l'è vista brutta dalla nascita ed è stato quasi sempre rinnegato. Grazie per la bella condivisa, non vedo l'ora di leggere il tuo commento finale, a presto.
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