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Trainspotting
 
Trainspotting 2020-05-24 11:06:16 cristiano75
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    24 Mag, 2020
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Il tempo che fu

Trainspotting, sia nella versione cartacea, sia in quella del film, non possono che suscitarmi ricordi di gioventù.
Quando ancora adolescente, con mio fratello andammo al cinema all'Adriano di Roma, che in quel tempo non era ancora stato deturpato in multisala, ma era un meraviglioso teatro, con i palchetti nei piani superiori e lo schermo gigante per gustarsi ogni scena.
Fortemente colpito dal film (a mio avviso tra i migliori degli anni '90) mi comprai anche il libro.
Non sono un grande appassionato di Irvine Welsh, ma questa lettura è stata ancora migliore che vedere il film, dove per forza di cose molti dettagli debbono essere saltati e la psicologia dei personaggi viene rappresentata per somme linee.
Il libro, pur mantenendo sempre un tono non particolarmente drammatico (rispetto al tema trattato), ha la peculiarità di riuscire a descrivere un argomento sempre attuale e delicato come quello della dipendenza dalle sostanze, delle malattie collegate e infine della morte, con un tono abbastanza leggero, asciutto e spesse volte anche scherzoso nella sua immensa drammaticità.

Il racconto si svolge in una città di per se fredda e buia come Edimburgo. I giovani spesso disoccupati e sbandati trascorrono le giornate facendosi e commettendo reati minori per ottenere i soldi per le dosi.

Eppure sono passati 25 anni da quando si sono svolte le vicende del romanzo e del film, ma tante di quelle situazioni non sono affatto mutate. Certo nel lontano 1993 (anno di pubblicazione del libro) non vi era proprio idea di cosa fosse un cellulare, l'AIDS era allora il grande incubo che aleggiava sulla popolazione mondiale e per incontrarsi non ci si poteva collegare a un PC.
Però oggi come allora il tema delle tossicodipendenze, dell'alienazione nelle grandi città, della ricerca disperata di un senso alla propria esistenza e della voglia di autodistruzione, sono rimaste uguali con il mutare delle società.
Il "trainspotting" era un passatempo attraverso il quale, giovani nullafacenti, passavano le giornate a contare e osservare i treni di passaggio, in attesa della nuova dose o in attesa semplicemente che una nuova e tediosa giornata volgesse al termine.
Gli anni 80 e 90 sono spesso ricordati come il tempo del "buco" e questo libro e il relativo film, sono un monito e un viaggio storico sugli effetti del vizio sulle società di allora.
Mi ricordo molto bene, che si aveva paura di andare nei giardini pubblici, per la presenza in quantità enorme di siringhe abbandonate un po ovunque.
In quel tempo frequentavano il parchetto sotto a Castel Sant'Angelo, e quasi ovunque trovavamo siringhe abbandonate, tant'è che alla fine mia madre ci impedì di andarci a giocare.
Segno inequivocabile che la piaga della droga non era solo un problema di Sua Maestà, ma si era ormai diffusa ovunque.
Alcune pagine del libro sono di forte impatto, ci sono scene che fanno rivoltare le viscere, la realtà viene spiattellata in faccia al lettore senza tante cerimonie.
Per quelli che oggi hanno 20/30 anni, se vogliono avere un poco l'idea di come fossero gli anni '90 e di come si vivesse senza tanta tecnologia, credo che la visione del film e la lettura del libro possano essere tanto illuminanti, quanto istruttivi, soprattutto per chi magari voglia cedere o abbia ceduto al perverso fascino delle droghe. Una sorta di monito a non cadere nel tunnel funesto delle droghe.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Noi ragazzi dello zoo di Berlino
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Commenti

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Ciao Cristiano, sono d'accordissimo con te. Anche io ho visto il film moltissimi anni fa e da li ho acquistato il libro, mi sono innamorata di Welsh come scrittore e sono anche andata ad Edimburgo per visitare la città..
Io ho trent'anni, il film mi aveva affascinato moltissimo l'avro riguardato una decina di volte (grande il contributo di Ewan McGregor come Renton) e il romanzo così controverso mi è parso una denuncia di una società così omologata..come se la droga fosse una fuga. Sicuramente nel "buco" come dici tu era vista così da molti..chi si bucava, chi comprava casa, macchina, lavatrice....
In risposta ad un precedente commento
cristiano75
30 Mag, 2020
Ultimo aggiornamento:
30 Mag, 2020
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Ciao grazie.
Edimburgo è una città che è perfetta per la storia di questo libro e per le ambientazioni del film.
Grigia, austera, affascinante con uno spirito decadente.
Se ti interessa l'argomento droghe anni 80 ti consiglio sia il libro che il film cult: "Christiane F. noi ragazzi dello zoo di Berlino", una storia autobiografica dura e terribilmente cruda.
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