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Cavalli selvaggi
 
Cavalli selvaggi 2021-01-03 13:46:21 Belmi
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Belmi Opinione inserita da Belmi    03 Gennaio, 2021
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John Grady, la tua storia è diversa

Siamo nel sud del Texas, John Grady ha sedici anni ed è ad un bivio:

“Figliolo, non tutti sono convinti che vivere in un ranch del profondo Texas e allevare bestiame sia la cosa più sublime dopo il paradiso”.

Ma John Grady non la pensa così e insieme all'amico Rawlins lascia la casa di famiglia e in sella ai loro cavalli partono per il Messico.

Due ragazzi e un'avventura davanti, ma spesso il destino ci mette lo zampino:

“Per tutta la vita ho avuto la sensazione che i guai fossero proprio dietro la porta. Non che io stessi per finirci dentro”.

“Cavalli selvaggi” per me è stato il libro che non mi aspettavo, McCarthy mi ha incantato con i suoi paesaggi, i suoi protagonisti e ha reso così bene l'atmosfera da farmi sentire anche a me in Messico. Spesso dovevo ricordarmi che John Grady ha solo sedici anni, la sua maturità e le sue doti spesso me lo facevano dimenticare, ma la cosa di cui sono sempre rimasta certa è che anch'io, come Rawlins, avrei voluto un amico così.

Non conoscevo l'autore, durante la lettura ho trovato qualche difficoltà a seguire il messicano (nel testo non è tradotto), a volte ho usato l'intuizione, altre l'immaginazione; altra cosa non semplice sono i dialoghi, il discorso diretto non è segnalato (così nell'edizione “La biblioteca di Repubblica”) e spesso un pensiero in realtà è un dialogo. Tralasciando questi dettagli, il libro mi ha conquistato, situazioni e luoghi così diversi da me, mi sono arrivati ugualmente. Non sono un amante dei cavalli (anzi ne ho paura), ma ai miei occhi l'autore ha riabilitato questo stupendo animale e come Grady anch'io me lo immaginavo allo stato brado.

“Quella sera John Grady sdraiato nella branda udì una musica lontana provenire dalla casa, e scivolando nel sonno vide solo cavalli, aperta campagna e ancora cavalli. Cavalli bradi della mesa che non avevano mai visto un uomo a piedi, che non sapevano nulla di lui e della sua vita e che tuttavia l'avrebbero portato impresso per sempre nell'anima”.

Vi lascio con quest'ultima frase e posso dire che non è un libro adatto a tutti, ma per ci apprezzasse il genere direi imperdibile.

“Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto, che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quella forbice vertiginosa esigeva il sangue di molta gente per la grazia di un semplice fiore”.

Buona lettura!

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Commenti

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Bravissima Fede, bravissima!
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Belmi
03 Gennaio, 2021
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Ma grazie Maria, i tuoi complimenti fanno sempre piacere!
Fede
Federica, vedo che l'autore per è stato una gradevole sorpresa.
Anch'io lo conosco poco; ho letto solamente "La strada". Sicuramente un bel libro, ma penso che si tratti di uno scrittore che non faccia per me.
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