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L'infanzia di Gesù
 
L'infanzia di Gesù 2021-05-03 09:15:06 topodibiblioteca
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topodibiblioteca Opinione inserita da topodibiblioteca    03 Mag, 2021
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La famiglia precaria

Primo capitolo della "Trilogia di Gesù" dello scrittore Premio Nobel per la Letteratura Coetzee, "L'infanzia di Gesù" è un testo che va assimilato e compreso lentamente. Il titolo già di per sé infatti può apparire fuorviante e spiazzare il lettore, che potrebbe attendersi eventi che in qualche modo abbiano a che fare con un bambino fuori dal comune, richiamando episodi evangelici. Ma in realtà David, il fanciullo protagonista che ha perso la madre (e che aiutato da Simon, l'adulto che gli fa da padrino e prende a cuore le sorti di questa giovane vita lo aiuta a ritrovare la sua (vera?) madre) non risulta essere un bambino poi tanto diverso dagli altri: ama giocare, a tratti è capriccioso e particolarmente curioso, riempie gli adulti di domande.

Eppure avanzando nella lettura ci si trova ad avere a che fare con un'opera profonda nella sua semplicità, pregna di simbolismo e di speculazioni filosofiche sulla vita, l'amore e le relazioni ("Così è la natura. Pensa agli amanti. Se gli amanti fossero stretti l'uno all'altro tutto il tempo non avrebbero bisogno di amarsi, sarebbero una cosa sola. Non avrebbero più niente da desiderare. E' per questo che la natura ha dei vuoti. Se tutto fosse stretto insieme, tutto nell'universo, allora non ci saresti tu, né io..."). Un libro che si pone domande sul senso dell'esistenza, sull'importanza di dare significato alla propria vita, sul valore del desiderio perché smettere di desiderare è un po' come morire ("La vita che vivo non mi basta. Vorrei che qualcuno, un salvatore, scendesse dal cielo e agitasse la sua bacchetta magica e dicesse: Ecco, leggi questo libro e troverai risposta a tutti i tuoi interrogativi").
Tra le pieghe di queste riflessioni la figura di David comincia a delinearsi, ad assumere contorni differenti, perchè sembra dotato di un'intelligenza viva e fuori dal comune, perchè si tratta di un bambino di cinque anni che impara a leggere attraverso un libro universale ma sicuramente non adatto per quell'età come il Don Chisciotte e perchè senza remore asserisce di "essere la verità". Un bambino che, assieme ad una madre trovata per caso da un padrino, Simon, che sentiva essere proprio quella la vera madre ("Sono arrivato in questo paese spoglio di tutto salvo che di un convinzione salda come una roccia: che avrei riconosciuto la madre del bambino non appena l'avessi vista"), forma una sorta di "precaria famiglia" che ricorda a modo proprio la Sacra Famiglia evangelica.

Perché "L'infanzia di Gesù" è al tempo stesso anche un libro estremamente attuale, che delinea una sorta di parallelismo con la nostra realtà, riportando al dramma dei migranti e di chi si sposta in cerca di stabilità e di condizioni di vita migliori: Simon, David, ma in generale tutti i personaggi del romanzo arrivano via mare in una terra considerata una sorta di "Eldorado". Non hanno ricordi della vita precedente, non sanno chi sono, seguono solamente un istinto primordiale che li conduce alla ricerca di una nuova quortidianità, giungendo in un "Centro di prima accoglienza" che si occupa del loro sostentamento in attesa che possano trovare un lavoro per mantenersi.
Chi vorrà cimentarsi nella lettura di questo primo capitolo della Trilogia si troverà di fronte ad un libro di facile lettura ma non per questo di facile interpretazione: come riportato in terza di copertina si tratta di un romanzo dalle mille interpretazioni, che suggerisce profondità non immediatamente accessibili e che meriterebbero nuovi approfondimenti con una rilettura futura.

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