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Crossroads
 
Crossroads 2022-01-14 08:58:09 68
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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68 Opinione inserita da 68    14 Gennaio, 2022
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Inquietudine famigliare e turbamento sociale

America, primi anni settanta, un ambito famigliare e relazionale ristretto in un paese sconfinato attraversato dalla storia e dai suoi cambiamenti, dal movimento hippy alla guerra del Vietnam, dalle mode ai nuovi generi musicali, alla fede religiosa, ai conflitti sociali che lo attraversano, dalle riserve in cui sono confinati gli indiani Navajo, alla droga, alle diseguaglianze razziali, ma arroccato su un particolarismo borghese e puritano degenerato in autocompiacimento, in un senso di fallimento personale e famigliare.
Nella prima parte, accompagnata dai giorni dell’ Avvento, i dubbi e i quesiti delle nuove generazioni confluiscono e cozzano con il disagio di genitori esasperati da una vita al collasso, con l’ idea un po’ bizzarra di poterla azzerare calpestando i sentimenti dei figli e la sacralità del matrimonio.
New Prospect, Chicago, quante microstorie all’ interno della famiglia Hildebrandt, due genitori e quattro figli, un percorso controverso e balbettante.
Il pastore Russ, pater familias, respira l’ ansia e l’ angoscia di una squalifica professionale, soverchiato dal carismatico padre Ambrose, fondatore di Crossroads, e vive un afflato sentimentale per la giovane e adorabile parrocchiana Russell con cui instaura un lungo corteggiamento destinato a un tradimento fugace.
La moglie Marion è ostaggio di un’ esistenza nella quale non si vuole bene e non si sente amata abbastanza, continua a incolparsi del suicidio del padre, ripercorre un amore giovanile intenso e fallimentare, che le aveva sottratto la possibilità di un figlio.
Clem, il primogenito, da sempre in simbiosi con la sorella Becky, rifugge l’ autorità genitoriale che vorrebbe separarli, abbandona il primo vero amore terrorizzato dalla possibilità di essere riamato e gli studi universitari con l’idea di arruolarsi, per ritrovarsi in Sud America ancora in fuga da se stesso.
Becky, travolta dalla propria avvenenza e popolarità, soggiace a una superficialità effimera sfociata in un idillio giovanile totalizzante, sarà perseguitata da un’eredità ingombrante maturando negli anni il desiderio di dare un senso alla propria vita, nella fede e nell’ amore.
Per finire Perry, adolescente geniale e fuori dagli schemi, egoisticamente introverso, avviato a un percorso di auto annientamento, causa della rovina economica della propria famiglia, un ragazzo da salvare, curare, comprendere, irrimediabilmente perso.
Una realtà con cui confrontarsi, esistenze esposte ai cambiamenti, travolte da una fragilità ovattata da ideologie e falsi sentimenti, da una palese immaturità, dall’ incapacità di dare ascolto a voci vicine, ostaggio di flussi adolescenziali opacizzanti e di una religiosità controversa.
Che cosa è Crossroads? Un ....” qualcosa che porta in superficie le emozioni, cento ragazzi e un unico leader carismatico “..., un luogo dell’ animo in cui respirare, confrontarsi, risorgere.
Le relazioni famigliari degli Hildebrandt odorano di preconcetti, estrapolazioni sentimentali, visioni distorte, menzogne, manchevolezze, desiderio di rivalsa, un viaggio immaginifico nel futuro e un ritorno al passato scansando il presente e le proprie fragilità, genitori ossessionati dall’ idea di non essere amati dai figli.
La maschera della vita, indossata per sopravvivere e lenire il dolore, fatica a cadere, la ...”sincerità rende vulnerabili “... e, quando i desideri si avvicinano, ci si accorge di avere smarrito la dolcezza, il senso della realtà, o semplicemente di essere sopraffatti dal senso di colpa.
E’ allora che, nella seconda parte del romanzo, e il richiamo alla Pasqua non è casuale, in un processo di espiazione e catarsi che prevede rinascita e ricostruzione, si ritorna alle origini, a quella storia che avrebbe potuto essere altro, il matrimonio tra un mennonita e una cattolica mezzo ebrea ( Russ e Marion ) e si scopre di vedere con occhi diversi, si perdona l’ imperdonabile grazie alla fede, ignorando un castigo differito, è allora che la fine coincide con un nuovo inizio.
Chi tra Russ e Marion è stato il peggiore, chi realmente merita l’altro e può aspirare alla gioia? Clem e Becky riusciranno a perdonarsi, riconciliandosi, o forse non è cambiato niente, neppure nella loro testa?
Il perdono nasce dall’ accettazione di se’, ciascuno, all’ interno di dinamiche famigliari ormai consolidate, nel complesso viaggio della vita, più o meno scientemente, si abbandona ai sentimenti più veri.
Si finisce col chiedersi, ed è un quesito che riporta all’origine, quale sia il vero scopo dell’esistere, consapevoli che ...” tutto è vanità, successo, privilegio, bellezza “... , che in fondo il cammino della vita non è scandito da un tempo preciso, e allora la sola salvezza risiede nella profondità. Una profondità che pare avere toccato le nuove generazioni, meno avvezze all’aggiustamento, più lucide e consapevoli, con vista su un futuro da scrivere.
La corposita’ del romanzo racchiude i temi da sempre cari alla buona letteratura, la capacità di rappresentare una storia restituendo il senso della Storia e di un’epoca. I personaggi di Franzen sono credibili, attraversati dalla vita e imbevuti della vita stessa, emozionali, critici, mimetici, sentimentali, dubbiosi, egoisti, arrabbiati, caotici, sensibili, profondi.
È inutile sottolineare quanto gli anni ‘70 qui siano ben rappresentati, anche se prevale l’ aspetto individuale e intrafamigliare, all’ interno di chiavi di lettura molteplici e multiformi, ciascuno vi scoverà verità acclarate e temi sottesi, anche controversi, un flusso narrativo che scorre imperturbabile in un amalgama che sa di romanzo vero.

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Commenti

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Esaustiva recensione, Gianni. Un libro che mi interessa.
In risposta ad un precedente commento
68
20 Gennaio, 2022
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Ciao Emilio, un bel romanzo, indubbiamente, anche se non bellissimo...
Recensione davvero interessante; Gianni. Mi fa venire voglia di leggere il romanzo, anche se dopo "Le correzioni" sono un po' restio a farlo, temendo un sensibile passo indietro dell'autore rispetto al suo capolavoro.
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