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Storia di Shuggie Bain
 
Storia di Shuggie Bain 2022-08-01 06:55:10 marialetiziadorsi
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
marialetiziadorsi Opinione inserita da marialetiziadorsi    01 Agosto, 2022
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Occorre davvero fuggire per salvarsi?

Il romanzo ha come protagonisti principali una madre, Agnes, donna molto bella e curata ma alcolizzata e il figlio più piccolo, Shuggie.

Agnes viene abbandonata dal marito che non riuscendo a sottrarla all’alcol e tradendola continuamente, non sopporta più la convivenza, e appena riesce anche dalla figlia più grande che si sposa e va a vivere lontano, e più avanti nel romanzo anche dal secondogenito. Rimane Shuggie, che la ama più di se stesso e che soffre quando vede la madre preda dell’alcol per respirare invece una precaria aria di normalità quando lei non beve.

Shuggie, bambino educato, protettivo nei confronti della madre perché come la madre ha bisogno di essere amato, delicato nel parlare viene deriso dai compagni molto diversi da lui nella estrema povertà del periodo e del luogo in cui abitano. Viene presa in giro la sua andatura e viene considerato un bambino con attitudini omosessuali. Shuggie ovviamente ne soffre senza riuscire a capire cosa ci sia di sbagliato in lui.

L’avvicinamento agli alcolisti anonimi aiuta Agnes a liberarsi dall’alcol, purtroppo solo temporaneamente finché un uomo che dice di amarla non la costringe alla prova d’amore: provare a bere per dimostrare di essersi liberata dalla schiavitù dell’alcol. Ed Agnes, che beve per dimenticare una vita che non le piace, sprofonda di nuovo nella sua dipendenza.

La vicenda si svolge a Glasgow, nel periodo della chiusura delle miniere che causa un forte impoverimento nella popolazione che si ritrova in gran parte senza lavoro e senza fonti di sostentamento.

Nel libro si respira infatti una forte ed estrema povertà e una rassegnata disperazione da parte di tutta la comunità nella quale i protagonisti vivono. Agnes è una ex donna bellissima, sfruttata dagli uomini che la usano per i loro appetiti sessuali, ormai vestita con abiti che una volta erano lussuosi, almeno quelli che non ha impegnato per raccattare qualche soldo. Inganna il contatore recuperando le monete per avere un po’ di energia in più, acquista dai cataloghi non sapendo se e quando pagherà e spesso il cibo sulla tavola manca perché il poco denaro di cui dispongono viene speso per acquistare birra. E i suoi vicini non sono da meno. Eppure la solidarietà non scatta ed Agnes, sempre curata e truccata nonostante la povertà, è odiata dai vicini di casa.

Lo stile è scarno e racconta i fatti come sono, senza indulgere a sentimentalismi o eccesso di disperazione: è un mondo povero che si arrabatta per sopravvivere, un microcosmo dal quale pare non esserci via di uscita e che viene descritto per ciò che è.
Il senso del romanzo, più volte ribadito, è che occorre fuggire per salvarsi, perché nessuno verrà a farlo se non ci pensiamo da soli. L’alternativa è essere trascinati nell’abisso. Esiste la possibilità di una scelta e di un finale diverso se tutto viene fatto per amore?
Il romanzo riesce a trascinare il lettore in un mondo di miseria, ignoranza e cattiveria, nel quale Agnes a suo modo e soprattutto, Shuggie, un bambino, si caratterizzano per la loro differenza da tutti gli altri e la forza che emanano. Un libro da leggere e che non si dimentica.

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