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Lizzie
 
Lizzie 2023-06-03 19:24:24 68
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
68 Opinione inserita da 68    03 Giugno, 2023
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Quale personalità?


…”Veniamo tutti misurati, buoni e cattivi, dal male che facciamo agli altri. Io avevo creato un mostro e l’avevo lasciato libero di andare in giro per il mondo, e ammetto che avevo visto tutto con chiarezza e lucidità: Elizabeth R non esisteva più. L’ avevo corrotta irrimediabilmente e in quei freddi occhi che adesso appartenevano solo a Bess adesso avevo letto la mia vanità e la mia arroganza. Dunque alla fine mi svelo: sono un mascalzone per aver creato alla leggera e un malvagio per aver distrutto senza pietà, non ho scusanti”…

Richiamando i noti Jekyll e Frankestein “ Lizzie “ è un romanzo sorprendente per lucidità espositiva nonostante le innumerevoli voci e personalità che ne formano e deformano trama e contenuto.
Elisabeth Richmond, ventitreenne bruttina, silenziosa, poco invadente, impiegata in un museo, senza amici, genitori, conoscenti, sopravvive in attesa della propria dipartita, una maschera malata che potrebbe rivelare altro.
Che cosa nasconde, una certa remissività, una personalità multipla e una famigliarità frammentata, voci in fuga da scatole chiuse in una dimensione estraniante?
È questo che il dottor Wright, un medico della mente piuttosto schivo cerca di focalizzare inducendo in Elisabeth uno stato di ipnosi che sveli gli strani comportamenti da lei negati. Insonnia, cefalee, insolenza, cattiveria, gelosia, vendetta, dolcezza, riconoscenza, chi si nasconde dentro questa strana ragazza, una persona allegra, una giovane abulica, un diavolo narcisista ? Tre personalità distinte, non complementari, un solo corpo, tre visioni del mondo, una storia di sofferenza dopo la morte dell’ adorata madre, la convivenza forzata con una zia dal carattere forte e pratico.
Elisabeth, Betty, Betz, R1, R2, R3, anime diverse, Elisabeth, nervosa, afflitta da dolori lancinanti, torturata dalla paura, oppressa dall’ imbarazzo, modesta, chiusa e riservata fino alla paralisi verbale, Betty, forse una ragazza serena, tutta sorrisi, graziosa e rilassata, Betz, sfrenata, insolente, chiassosa, dozzinale.
Ciascuna rimanda i propri tratti recitativi, tratti unici e frammentari, una miscela di verità e menzogna, microcosmo di ipotesi, intervalli di attesa, presenze invadenti, pause amnesiche, ricordi frammentati, la lotta impari tra bene e male, un’ isteria collettiva e personale che origina da un lutto inevaso in attesa di un’ eredità, ipotesi su cui costruire certezze.
Il dottor Wright, novello Frankestein, il deus ex machina di questa rappresentazione psichica, ha generato l’ impossibile, instaurando una corsia preferenziale con una parte da lui rivelata, un gioco furente che può portare all’ autoannientamento, una condivisione forzata per nascondere il desiderio di fuga, tutto parrebbe sotto controllo per trasformarsi in qualcosa di pericoloso e perverso, una trama dentro la trama che precipita, la comparsa di una quarta personalità, Bess, diversa dalle altre, dominante, forse la più sgradevole.
A un certo punto, nel reiterato trasformismo di un thriller psicologico con deviazioni psichiatriche ogni personalità potrebbe nasconderne altre, rimpiazzarle, eluderle, annientarle, un nemico rinchiuso e vigile dentro di se’, in attesa di una soluzione che mostri una tregua, la pacificazione con il proprio vissuto in una neo dimensione cosciente.
Come il passato ritorna, chi era la propria madre, come e perché è morta, c’è una colpa che ci appartiene, un senso di colpa, quale verità celata?
“ Lizzie “ è un viaggio schizofrenico nella mente di una giovane donna che nasconde il possibile, che ha sofferto immensamente trattenendo la propria sofferenza, inevitabilmente esplosa in segni inequivocabili.
Shirley Jackson richiama una polifonia ingravescente attraverso una certa vivacità espressiva, stabilisce relazioni improbabili all’ interno di porzioni di personalità nascoste che mostrano la propria essenza.
Forse un giorno il recupero alla vita riporterà il sorriso mostrando la propria bellezza, riacquistando il se’ smarrito, il sorriso, in attesa di un nome….

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