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Crossroads
 
Crossroads 2023-09-26 15:55:43 Bradamante
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Bradamante Opinione inserita da Bradamante    26 Settembre, 2023
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Ironia e ambiguità

Condivido molti dei commenti già espressi nelle recensioni qui pubblicate e per evitare di ripetere osservazioni similari, vorrei concentrarmi sul quello che – a mio parere- è il tema di fondo dell’ultima opera di Franzen, il quale, è utile ricordare, nel presentarla ha affermato che non si tratterebbe di un romanzo singolo, ma del primo volume di una futura trilogia.
Il tema di fondo si presenta come una disamina appassionata della irriducibile complessità della vita etica, cioè delle scelte morali a cui quotidianamente ciascun essere umano è messo di fronte, delle loro motivazioni, della loro ambiguità e delle loro conseguenze.
La prima chiave di interpretazione è suggerita dall’autore a poche pagine dall’inizio (pag. 15) quando fa raccontare al reverendo Russ Hildebrand che il nome Crossroads - del titolo, ma anche del gruppo giovanile parrocchiale, di cui fanno parte tre dei protagonisti - non derivi dalla omonima canzone dei Cream, ma da Cross Road Blues del famoso musicista nero degli anni ’30 Robert Johnson.
Il romanzo non cita la leggenda di come il giovane Johnson avesse incontrato il diavolo in una notte senza luna ad un crocevia nel delta del Mississippi e avesse ceduto la sua anima in cambio di una maestria senza pari nel suonare la chitarra, ma a me pare che il vero tema dell’opera siano i continui crocevia etici, cui i protagonisti si trovano di fronte e le decisioni che vengono prese di fronte ad esse. La stessa canzone ritorna, ad esempio, a pag. 416 quando fa da sottofondo musicale al momento in cui il reverendo viene convinto da una piacente parrocchiana a sperimentare uno spinello e viene tentato dal peccato di adulterio, cui riesce momentaneamente a sottrarsi.
Le contraddizioni e l’ambiguità delle scelte etiche sono il filo rosso del romanzo e il richiamo ai diversi gruppi religiosi cui i protagonisti appartengono o in cui si imbattono ( ebrei, cattolici, mennoniti, battisti, luterani, navajo) è un modo per mettere in luce l’ inalterabilità del tema nell’ambito della psicologia umana, pur nella variabilità dei diversi approcci religiosi.
Franzen, nel mostrarci i suoi personaggi, scava nelle motivazioni di ciascuno per mostrare i tanti momenti in cui essi prendono decisioni moralmente giuste per ragioni sbagliate o decisioni moralmente scorrette seguendo una linea di ragionamento apparentemente condivisibile.
E’ quindi vero che nel romanzo vengono toccati molti temi: il femminismo, la droga, la guerra del Vietnam, in modo particolare la malattia psichiatrica sotto forma di disturbo bipolare (all’epoca chiamata sindrome maniaco- depressiva) che affligge uno dei figli del reverendo Hildebrand, la moglie e il padre di questa, ma nessuno di essi diventa predominante.
I giovani protagonisti si chiedono se sia maggiormente etico mostrare pacifismo sottraendosi alla chiamata alla leva in Vietnam frequentando il college e lasciare che un giovane di famiglia meno abbiente prenda il tuo posto nella “lotteria” della chiamata alle armi o rinunciare all’esenzione per motivi di studio e andare a combattere e si chiedono anche se sia moralmente più giusto preservare la propria virginità e peccare di orgoglio o mostrare umiltà e cedere al richiamo del sesso.
Franzen ci racconta tutto questo uno sguardo ricco di ironia e con un uso magistrale del discorso libero indiretto, che rende la lettura un puro godimento.

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altri libri di Franzen
Paul Auster
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Commenti

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Bella presentazione, Erminia.
La mia lettura non è stata affatto così felice come la tua. Le varie lunghe digressioni mi hanno sfiancato.
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