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Invisibilità manifesta
Il signor Cui è un uomo invisibile che costruisce e smercia altoparlanti, preda di se’ e di un vago sentimento nostalgico, un’ ombra che sa di malinconia in attimi rarefatti di serenità, attraversato da una consapevolezza effimera, impossibilitato a scavare nel profondo preferendo sostare in superficie, intriso di ricordi rarefatti di chi non c’è più, percorso da esili presenze-assenze in una Cina rivolta al capitalismo con retaggi di un passato recente.
Vive una condizione di solitudine acuita dal tentativo della sorella di cacciarlo di casa, si sottrarre all’ appellativo di audiofilo preferendo il termine “artigiano” che nella contemporaneità è un po’ come essere un mendicante.
Tuttora sconta l’ asfissiante presenza di un matrimonio finito tristemente conducendo un’ esistenza piatta in un angolo di mondo, ignorando e ignorato dalla società, un peso doloroso appresso, impaurito dalla propria ombra, immagini di una tristezza che vorrebbe dimenticare.
Intellettuali e imprenditori costituiscono i suoi abituali clienti, ama il proprio lavoro meticoloso, ossimorica presenza in un presente dominato dal caso e dal caos, poche tracce scoperchiano preziosi reperti della vita passata agitando la sua memoria sopita, eco di suoni da tempo dimenticati.
Per lui il reale si fa insostenibile, rassegnato al non protagonismo, nutrendo un desiderio di indipendenza e di solitudine da incastrarsi in un affare che potrebbe sistemarlo per sempre ma anche invischiarlo in una vicenda di mistero vestita.
Nel frattempo sopravvivono e riemergono echi di un luogo chiamato casa, il pensiero ai genitori scomparsi, il senso di esclusione e di appartenenza, la sorella vorrebbe vederlo maritato per liberarsi della sua presenza, il cognato cinico e violento, un vecchio amico macchiatosi di un’ imperdonabile colpa, un enigmatico imprenditore che vorrebbe possedere l’ impianto Hi Fi più bello del mondo, una donna avvolta nella propria menomazione.
Tutto scorre lentamente tra realtà e sogno, desiderio e rassegnazione, un vuoto evidente alternato a dolci note interiori, il mistero di chi realmente ci si trova di fronte, fantasma riemerso da una vita che potrebbe cambiare forma. Attorno a Cui il mondo percuote poche certezze rilasciando un tono di voce improvviso estraneo anche a se stesso…
…” Posso esprimere il mio modesto parere sulla questione? Se lei non fosse particolarmente intento a cercare il pelo nell’ uovo e ad andare alla radice di ogni questione, se imparasse a chiudere un occhio e la piantasse di lamentarsi sempre degli altri per i soliti problemi, potrebbe scoprire d’ un tratto che , in realtà, la vita è fottutamente bella. Non è forse così?”….
“ Il mantello dell’ invisibilità “ è un breve e intenso romanzo di sottrazione con un respiro di rassegnato umorismo nel cuore di una socialità violenta, nebulosa, indifferente. Una nebbia stratificata ricopre pagine di reale e digressioni di immaginario, una cupa presenza aleggia e sovrasta il protagonista, colonna sonora di un mondo sommerso e tristemente certo che disperde significati per acquisire una neo consapevolezza, consegnando il substrato emozionale a una riflessione profonda, quel senso apparentemente insensato che riguarda il proprio vivere.