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Espiazione
 
Espiazione 2025-04-24 08:29:20 Menti55
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Menti55 Opinione inserita da Menti55    24 Aprile, 2025
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Un romanzo sul senso di colpa, sull’ambiguità dell

Nel caldo soffocante di un’estate inglese del 1935, nella villa aristocratica della famiglia Tallis, si consuma una giornata che cambierà per sempre il destino di chi la vive. È l’inizio di Espiazione, capolavoro di Ian McEwan, un’opera che, con raffinata complessità, affronta le grandi domande dell’esistenza: cosa significa davvero comprendere gli altri? È possibile riparare con la scrittura ciò che la realtà ha distrutto?
La scelta narrativa di McEwan è magistrale, quasi teatrale. Il romanzo è diviso in tre atti, come un dramma in tre tempi, e ciascuna parte adotta un ritmo e uno stile diversi, quasi appartenessero a generi letterari differenti, un espediente narrativo che amplifica la profondità del testo.
La prima parte è interamente ambientata nell’arco di un’unica giornata, raccontata con minuziosa attenzione al dettaglio, quasi fosse una lunga inquadratura cinematografica. Il lavoro dello scrittore qui è più simile a quello di un drammaturgo, di un regista: presenta i protagonisti – Cecilia, Robbie, Briony – a volte in autonomia, a volte filtrati dallo sguardo onnipresente e immaturo di quest’ultima, la vera protagonista del romanzo. Il lettore è immerso in una quotidianità borghese apparentemente armoniosa, che in realtà vibra di tensioni sottili, malintesi e desideri repressi. Si avverte, in questa prima sezione, la sensazione che ogni parola e gesto, per quanto piccolo, prefigura il disastro imminente.
La seconda parte, invece, si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale. Il tempo si dilata, la narrazione si frammenta, la lingua si fa più dura, più fisica. Siamo con Robbie nella ritirata di Dunkerque, e poi con Cecilia e Briony nel caos degli ospedali da campo. È qui che McEwan mostra una potenza narrativa che nulla ha da invidiare ai grandi narratori americani del Novecento: riecheggiano le atmosfere tese e allucinate di Norman Mailer ne Il nudo e il morto, ma ancora più forte è il richiamo a Ernest Hemingway, in particolare nelle scene ospedaliere dense di umanità, dolore e silenzi assordanti. L’autore non mette in risalto il patriottismo delle parti in guerra o gli atti di eroismo tipici di una narrazione “bellica”; McEwan pone l’attenzione sul meccanismo di rottura che sottende ai conflitti: rottura dei corpi, delle relazioni, della verità stessa.
La terza parte, ambientata nel periodo postbellico, è forse la più sconvolgente. Qui Briony, ormai adulta e scrittrice affermata, riflette sul passato e sul potere della narrazione. È il momento della resa dei conti, ma anche di un emotivamente potente colpo di scena: la storia che abbiamo letto finora è, in parte, finzione dentro la finzione, un racconto rielaborato da Briony per trovare una forma di espiazione e, forse, per donare alle vittime di un’ingiustizia un lieto fine mai avvenuto. Ma questo gesto è redenzione o illusione?
Il tempo, in Espiazione, non è solo lo sfondo degli eventi: è un personaggio incombente ed invisibile che trasforma le coscienze e smaschera la fragilità delle nostre convinzioni. L’infanzia idealizzata, la brutalità della guerra, l’illusione della memoria: ogni parte del romanzo è scritta con un ritmo, uno stile e una sensibilità diversi, in modo da restituire la molteplicità dell’esperienza umana.
Espiazione è dunque molto più di un romanzo di formazione o una storia d’amore spezzata. È un’opera che ci interroga, con pacatezza e lucidità, sul confine sfumato tra realtà e finzione, tra giustizia e desiderio. McEwan ci invita a riflettere su ciò che accade, ma anche su come lo raccontiamo. E in questo atto di narrazione – parziale, imperfetto, profondamente umano – forse si cela il vero significato del titolo.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
McEwan, libri sulla incomprensione e sugli equivoci, narrazioni sulla seconda guerra mondiale.
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Commenti

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Mi è piaciuto abbastanza, ma nei libri letti dell'autore mi pare che ci sia sempre qualcosa che non mi convince pienamente. Qui ad esempio la parte 'bellica' mi è sembrata un po' artefatta, una rappresentazione inautentica.
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