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Il dio dei boschi
 
Il dio dei boschi 2025-05-01 07:54:33 Chiara77
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    01 Mag, 2025
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Thriller umanistico

“Il dio dei boschi” di Liz Moore è un poliziesco costruito perfettamente allo scopo di catturare e avvincere il lettore con il suo meccanismo perfetto. È un romanzo che funziona benissimo, il classico thriller che non vedi l’ora di prendere tra le mani e leggere non appena avrai finalmente del tempo libero.

Siamo nell’agosto del 1975, nella splendida ma anche selvaggia cornice rappresentata dai monti Adirondack. In un facoltoso campo estivo per figli di americani molto ricchi scompare una ragazza, Barbara Van Laar. Barbara non è un’ospite come tutti gli altri, perché è la figlia dei proprietari della riserva, che poco al di là di Camp Emerson possiedono una splendida villa modellata come uno chalet svizzero e alla quale hanno dato l’altisonante nome di “Fiducia in sé stessi”. I Van Laar sono ricchissimi banchieri di Albany, chiusi nel loro piccolo mondo dorato. Nel 1961, circa 14 anni prima degli avvenimenti ora narrati, ai Van Laar era scomparso un altro figlio, il primogenito maschio, Peter IV, meglio conosciuto da tutti come Bear.

Mentre procedono le giornate dedite alla ricerca di Barbara possiamo conoscere una ricca serie di personaggi che animano questa storia. Attraverso l’alternarsi delle loro vicende e l’avvicendamento dei due piani temporali, del 1961 e del 1975, potremo, pagina dopo pagina, ricostruire i fatti, entrare nella vita e nei sentimenti dei protagonisti di questa vicenda.

Probabilmente ciò che caratterizza e che di più apprezzo nella scrittura di Moore è proprio il connubio tra uno stile avvincente e coinvolgente e la capacità di suscitare empatia in chi legge. La narrazione risulta sia ritmata, ben strutturata e architettata magistralmente sia emotivamente coinvolgente, in grado di farci avvicinare in modo realistico e convincente al vissuto dei vari personaggi. Sembra quasi di vederli, di osservarli muoversi e di entrare nei loro pensieri e nelle loro emozioni. Lo definirei un “poliziesco umanistico”, un romanzo che ti cattura perché vuoi sapere come sarà sciolto l’enigma ma anche perché ti sei affezionata ad alcuni personaggi, oppure arrabbiata con loro e vuoi sapere come finirà la storia. Buona lettura!

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Commenti

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E' un'autrice nota, ma non l'ho mai letta.
Bella e invitante la tua recensione, Chiara.
Grazie Emilio
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