Dettagli Recensione
le nostre solitudini
Premetto che sono un po' controcorrente, nel senso che Haruf è uno scrittore che piace; questo è il secondo romanzo che leggo dell'autore e purtroppo entrambi mi hanno lasciata indifferente. Non mi emoziona. Non saprei dire perchè, sono indubbiamente delle belle storie. Anche questa è una storia di solitudini, originale a modo suo, scritta tutta in dialoghi indiretti, che personalmente non amo molto, e con poche descrizioni. Si svolge in una cittadina del Colorado, Holt, che potrebbe essere un posto qualunque, ma non per questo risulta di ampia respiro. La storia, del tutto improbabile (originale solo per questo) non provoca empatia. Insomma una bella storia che non emoziona. Per non parlare del finale che dire forzato è poco. Perchè scrivere una storia intima tra due adulti, quasi anziani, che anche alla loro età non sono liberi di vivere le proprie emozioni? In un paese, come l'America, democratica e liberale per antonomasia, che ha sempre rappresentato il mito della realizzazione del sogno di libertà, in cui tutto può succedere, basta volerlo. Ma probabilmente è proprio questa che lo scrittore ha voluto evidenziare, in un finale che ha dovuto velocizzare, perchè la vita non gli ha dato il tempo e che ha dovuto consegnare all'editore prima della sua morte imminente.
Ho amato molto invece il film, che seppur molto fedele, guadagna molto con le due interpretazioni magistrali di Robert Redford e Jane Fonda.
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Dell'autore ho letto tre libri : sicuramente ho preferito "Vincoli" , il primo romanzo che ha pubblicato.