La simmetria dei desideri La simmetria dei desideri

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marialetiziadorsi Opinione inserita da marialetiziadorsi    16 Agosto, 2022
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Recensione

Una scoperta questo romanzo. Dopo una parziale delusione che mi era rimasta dalla lettura di “Tre piani”, ho affrontato questo con diffidenza. Quanto mi sbagliavo!

Una solida struttura narrativa, una scrittura piana e facilmente leggibile, uno schema narrativo forse già visto ma ben strutturato e coinvolgente, un doppio finale che mi ha strappato le lacrime. Già era bello il primo di finale, il libro si sarebbe potuto chiudere così, ma la storia va avanti regalando un finale inaspettato e meravigliose suggestioni al lettore lasciando un bellissimo ricordo del romanzo.

La trama, in breve, descritta dalla voce narrante di uno dei protagonisti. Quattro amici strettissimi che stanno prendendo strade diverse, nel corso di una finale dei mondiali decidono di scrivere ciascuno tre desideri che vorrebbero vedere avverati per i mondiali successivi. Uno dei tre desideri lo condividono subito. Da quel momento il destino e la loro volontà inizierà a portarli su una strada che non necessariamente sarà quella scelta.

L’amicizia al maschile è descritta benissimo, è molto vera e coinvolgente, la storia di Israele rimane volutamente sullo sfondo perché non è quella che si vuole raccontare. Ci sono i quattro protagonisti al centro, il narratore in particolare. La storia è presente certo, non sarebbe possibile evitarla, ma non in primo piano. E i protagonisti sono parte di quella storia.

Il romanzo si arricchisce di invenzioni davvero geniali come l’amico che c’è e non c’è, Shachar Cohen. Sarebbe il quinto amico, ricco di mistero e con una sua storia che si intreccia a quella dei quattro protagonisti.

Come definire “La simmetria dei desideri” (bellissimo titolo, tra l’altro)? Struggente, dolce, pieno di leggera, malinconica tristezza. Consiglio di leggerlo cercando di andare aldilà del semplice racconto perché è aldilà della storia, pure bella, che il romanzo si dispiega in tutta la sua armonia.

Non voglio dire di più perché dovrei svelare parti della trama. Un solo consiglio: da leggere!

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CRISTIANO RIBICHESU Opinione inserita da CRISTIANO RIBICHESU    31 Gennaio, 2019
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Originale simmetria

Seconda mia esperienza con questo scrittore israeliano di enorme talento e in possesso di una grande capacità di analisi dei sentimenti.
Si tratta di una storia di amicizia, quelle con la A maiuscola. Un rapporto che resiste a ogni avversità, mutamento e tradimento. Ognuno dei quattro principali protagonisti è inconsapevole tassello di questo legame. Spiriti e aspirazioni differenti convivono e si supportano grazie a un sentimento superiore che distrugge ogni ostacolo e divergenza.
La vicenda si svolge principalmente a Tel Aviv e a Haifa, il periodo è quello che va dai mondiali di calcio del ‘98 a quelli del 2002, con numerose reminiscenze portate a galla dallo io narrante che è un membro di questa indistruttibile compagnia.
Non è difficile trovare similitudini con il proprio passato. Ognuno di noi può essere testimone di una grande amicizia reputata indissolubile. Non tutti hanno la fortuna di poter dimostrare che tale desiderio si sia realizzato, di essere stati capaci di non sciogliere quel nodo che sembrava così stretto.
I quattro giovani descritti da Nevo hanno molti interessi in comune, altri diversi e lontani. Vivono alcuni periodi in simbiosi, in altri momenti si allontanano. Giungono anche a odiarsi, ma sempre li porterà a riappacificarsi il laccio che li ha uniti.
In quel 12 di luglio del 1998, durante la finale dei mondiali di calcio, i quattro amici decidono di scrivere il loro più grande desiderio per gli anni a venire su foglietti che verranno conservati fino al giorno del prossimo atto conclusivo di quella manifestazione, che avverrà in Giappone nel 2002.
Il lettore scoprirà insieme al narratore la simmetria che legherà tali desideri.

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68 Opinione inserita da 68    29 Luglio, 2017
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Relazioni incostanti ed amicizia indeterminata

Quella di Nevo e' una " Simmetria dei desideri " che scava e penetra nel nucleo dei sentimenti, svelandone profondità ed incostanza. Il cammino e l' evoluzione di una amicizia maschile a quattro, nata quasi per caso, alimentata negli anni da età e desideri comuni, cementata da condivisione e ritualità, ed il suo incedere nel tempo, esposta ed erosa da numerose variabili personali e relazionali e da accadimenti di vita spesso accidentali, ma anche appartenenti ad un universo relazionale a minacciarne la solidità acquisita.
Sullo sfondo le partite del campionato del mondo di calcio del 1998 ( punto di incontro dei 4 ), e quei desideri scritti ( sotto forma di bigliettini ) e celati da ciascuno dei protagonisti in vista del successivo appuntamento mondiale, pretesto per descrivere un quadriennio ( 1998-2002 ) di relazioni e storie personali difficoltose, tra sogni non realizzati, perdite, tradimenti, retaggi adolescenziali e famigliari ed in cui il fluire degli accadimenti segnerà il passo ad incostanza ed attesa.
Quello descritto e' un profilo di caratteri psicologici, distanti e complementari, un'unione di diversità che vanno a forgiare una unità tanto complessa quanto fragile. C'è chi ha la mania dell' autocontrollo ( Yuval, voce narrante), retaggio di una rigida educazione famigliare, costruita su introversione e silenzio, ma che si pone a collante del gruppo, chi ha manie esibizioniste e di leadership ( Churchill ), chi ha già una famiglia e soffrirà di perdite dolorose ( Amichai ), chi si mantiene ai margini vivendo di creatività immaginaria ( Ofir ) ed un giorno muterà la propria concezione delle cose e del mondo.
C' è la descrizione di una contemporaneità che conserva tratti adolescenziali radicati, prolungati, ( i protagonisti hanno tutti tra i 28 e i 32 anni ), alternando conscio e subconscio, es e super-io, determinismo ed improvvisazione, lottando contro un se' spesso opaco e poco concreto e la sua rappresentazione nel mondo.
C' è una analisi soggettiva ed univoca, una storia svelata a pezzi da un protagonista sovente defilato e di poche parole, che riscrive la propria vita raccontandola in primis a se stesso, con una mania per equilibrio ed autocontrollo che inasprisce ed esacerba i temi del racconto.
C' e' una storia nella storia, la vita con le proprie infinite declinazioni, che, come in una partita di calcio, fuoriesce da schemi e regolamenti per accedere all' indeterminatezza, alternando presente, passato e futuro in una incertezza di risultato dettata dalla forza del singolo, ma in primis da una armonia di squadra e da variabili non considerate.
Ma, soprattutto, c'è una idea indistruttibile e solidale, quella amicizia che resiste al tempo e travalica l' insormontabile, abbracciando un desiderio e mostrando a chi scrive che ... " in quel momento i suoi amici sono con lui "....
La vera amicizia si nutre di condivisione e semplicità, è afinalistica, disinteressata, resiste a tentativi di separazione, a forze esterne ed estranee, alle prove più dure. E' forgiata e messa a dura prova dal tempo e dalla varietà dei caratteri umani, da testardaggine, arroganza, noncuranza, invidia, rassegnazione, isolamento.
Sopravvive perché vissuta ed incollata addosso come un vestito che calza a pennello, impossibile sostituirla.
Nevo analizza, e lo sa fare bene, aspetti psicologici chiari e latenti, scruta l' imperscrutabile e lo inserisce in una storia non storia che approfondisce desideri e sentimenti, in modo delicato, fragile, con notevole forza narrativa riuscendo a caratterizzare figure dissimili e tratti caratteriali contrapposti.
Se la vicenda narrata dal protagonista e raccolta in un libro da revisionare assume talvolta contorni paradossali ed inverosimili, anche eccessivi, ed un poco prolissi, non sempre chiari e fluenti, in una continua alternanza di vero e presunto, essa e' al servizio della essenzialità della storia e del proprio significato.
A contare e' sempre ed unicamente l' universo relazionale, strumento e motore narrativo, oltre a quella variabile umana che riflette accadimenti, sogni, speranze, ponendosi al centro della storia ed auspicando un esito, per niente scontato, che contenga ed esprima simmetria di affetti e desideri.
Un tema interessante, intrecci accattivanti, intessuti di elementi di profondità, inseriti in una trama non sempre fluida ed a tratti ripetitiva.

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Elena72 Opinione inserita da Elena72    29 Mag, 2017
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esserci l'uno per l'altro

Quattro amici, quattro progetti di vita e quattro anni per poterli realizzare, tra il mondiale di calcio del 1998 e quello del 2002. Sullo sfondo delle violenze e delle ingiustizie di uno Stato senza pace, Israele, Nevo racconta la storia un'amicizia speciale, nata nell'adolescenza e rafforzatasi negli anni “come in un'oasi nel deserto”, un legame indistruttibile che consente di superare qualunque ostacolo. Amichai, Yoav (detto Churchill), Ofir e Yuval, sempre uniti nonostante le inevitabili incomprensioni, le gelosie, le invidie; solidali seppur con caratteri molto diversi e scelte di vita incompatibili; presenti sempre l'uno per l'altro ad affrontare le peggiori prove della vita: il lutto, il tradimento, il fallimento, la depressione. Durante la finale del 1998, su proposta di Amichai, i quattro decidono di scrivere su dei foglietti tre desideri ciascuno e di verificare se, al mondiale successivo, i loro sogni sono diventati realtà. Il destino sembra però mescolare le carte e sottopone i protagonisti a dolorose vicissitudini: i desideri si realizzeranno, ma indipendentemente da come erano stati espressi dai quattro ragazzi; ognuno si troverà infatti ad aver concretizzato, senza averlo scelto, il progetto di un amico. Il finale, aperto e per nulla scontato, tiene il lettore in sospeso fino all'ultima pagina, partecipe delle vicende dei quattro ragazzi e curioso di scoprire se potrà esserci o meno un esito favorevole.
Il testo è ben scritto, la prosa scorrevole, il linguaggio molto accattivante. La voce narrante è quella di Yuval, tra i quattro il più taciturno, sfortunato in amore, poco ambizioso, ma dalla grande sensibilità; l'atmosfera che si respira leggendo è, a mio avviso, dolce e malinconica; in tutto il testo aleggiano un presagio di morte e un senso di inquietudine: si ha la sensazione che tutto ciò che esiste di bello e di vero tra le persone possa dissolversi da un momento all'altro, senza un ragionevole motivo. Nevo ci presenta una generazione fragile alla ricerca di una una felicità non effimera, giovani desiderosi di essere diversi dai loro genitori, ma incapaci di prenderne completamente le distanze, ragazzi che alla fine aspirano a cose semplici, ma non scontate: una famiglia, dei figli, affetti sinceri e duraturi.
“La simmetria dei desideri” è un libro che, all'inizio, ha fatto fatica a coinvolgermi, ma poi mi ha presa e trascinata fino alla fine lasciandomi un senso di tristezza e insieme di speranza.

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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    16 Dicembre, 2016
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Le diversità complementari

E. Nevo, scrittore israeliano, è un valido esponente della nuova generazione degli autori di talento.
"La simmetria dei desideri" è ambientato in Israele nel periodo 1998-2002. Protagonisti, quattro amici intorno ai trent'anni (coetanei dello scrittore stesso) che, durante la finale dei Mondiali di calcio, scrivono in segretezza tre desideri per l'immediato futuro, la cui realizzazione dovrà essere verificata quattro anni dopo (cioè ai successivi Mondiali).

Si tratta di un'amicizia nata nell'adolescenza fra ragazzi molto diversi fra di loro. E' la diversità a creare complementarietà, oppure a reggere è il rapporto di fratellanza che non bada a divergenze?
Yuval, la voce narrante, si definisce "una persona sola che ha molti amici" e pensa di non essere "stato abbracciato abbastanza" durante l'infanzia. Si porta dentro un senso di colpa per un'azione che vuole tener segreta.
Churcill ha una bramosia di vivere un po' sospetta, "un bisogno disperato di riflettersi negli altri" .
Ofir, pur con grande talento, ha scarsa autostima. Vive il gruppo come "la cosa più simile a una famiglia".
Infine Amichai, già sposato e padre di due gemelli, pare il più defilato ma desterà sorprese.
Non mancano le figure femminili nei ruoli di fidanzate e mogli.

A una più attenta analisi, però, emerge come di fatto questi giovani uomini si portino dentro l'ombra lunga dei padri, un Super-Io che ne condiziona, anche pesantemente, sensibilità, atteggiamenti e comportamenti : è ben triste credersi liberi ed essere succubi di lontani fantasmi, anche quando apparentemente con essi non c'è condivisione alcuna.
Eppure questi ormai stagionati ragazzi costituiscono un eloquente e disarmante campionario della nostra modernità, fragile frutto e specchio di una società superficiale e omologata.

Nevo sa raccontare : lo stile è fluido, perfino accattivante. Solo verso la fine ho colto titubanze, trascinate per qualche decina di pagine, quasi l'autore non riuscisse a trovare adeguata conclusione (talvolta basterebbe mettere un punto). Poi la scrittura si riprende, ed esce un finale inaspettato eppure emblematico.

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pierpaolo valfrè Opinione inserita da pierpaolo valfrè    28 Agosto, 2016
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Anni di gesso

Nonostante un incipit tra i meno accattivanti che io ricordi (due pagine in linguaggio volutamente notarile che fanno da prologo) “La simmetria dei desideri”è un romanzo caldo, accogliente, coinvolgente, che dà tanto e dispiace moltissimo finire.
Si parla degli “anni di gesso”, come più volte vengono definiti dall’autore, ovvero quel periodo tra i venticinque e i trenta durante il quale la vita inizia a ingabbiarsi in un corso definito, si compiono scelte importanti e le amicizie devono fare i conti con la perdita dell’incertezza spensierata e con i nuovi legami famigliari.
I protagonisti sono quattro ragazzi israeliani nati e cresciuti ad Haifa, ma trasferitisi a Tel Aviv per inseguire le tipiche aspirazioni di indipendenza, libertà e vita nella grande metropoli. Non c’è una vera e propria trama, ma solo alcuni punti di riferimento che fanno da filo conduttore. Anche lo stile è originale, apparentemente inconcludente, ma in realtà capace di avvolgerti con cerchi concentrici e di procedere un po’ avanti negli avvenimenti e un po’indietro con i ricordi, divertendo e non annoiando, e mettendo in risalto le caratteristiche di una bellissima amicizia, nella quale è bandita ogni reticenza e si rivelano con sincerità le cose belle e quelle brutte, il divertimento e la noia, il chiasso e il silenzio, l’avventura e la paura, il gioco e la fatica, l’amore e il tradimento, l’ammirazione e l’ invidia, gli scherzi, i litigi, il cazzeggio, la presenza, la lontananza, e soprattutto l’esserci sempre e comunque per il tuo “fratello”.
Il racconto procede calmo, coerentemente con il self-control di Yuval, il componente del quartetto che racconta in prima persona, riuscendo ugualmente a sorprenderti, come il flusso della vita. Il coach di scrittura creativa di Yuval lo rimprovera per il silenzio riguardo all’epoca in cui si svolgono gli eventi. “Descrivi i cambiamenti nei tuoi personaggi, ma ignori quasi completamente i cambiamenti drammatici avvenuti nel tempo e nel luogo di cui racconti”. Yuval giustamente si ribella e rivendica invece come titolo di merito aver lasciato sullo sfondo, come pallida eco, i rumori dell’intifada, degli attentati, delle bombe, le immagini del servizio militare, dei territori occupati, dei posti di blocco. Tutto questo si intravede ma è fuori dal romanzo, il lettore lo sa e anche per questo percepisce un’unione ancora più salda tra i quattro amici, rafforzata dal contesto drammatico in cui vivono.
A proposito di quartetto, di contesto drammatico e di geometrie. Nella serie TV Braccialetti Rossi, un personaggio teorizza che per formare un gruppo sono indispensabili: il leader, il bello, il furbo e l’imprescindibile. E naturalmente la ragazza. Nel nostro caso sappiamo che Churchill è il leader (anche chi non ha letto il romanzo può immaginare che quel soprannome non è dovuto a sigari o doppio mento, ma ad altre caratteristiche), Yuval (l’io narrante), è l’imprescindibile, ovvero il membro del gruppo senza il quale il gruppo stesso si sfalderebbe. Glielo dice chiaramente Churchill: tu sei il collante, lo sei sempre stato. Senza di te, Tel Aviv è un sacco di cose brutte, con te è casa. Yaara è naturalmente la ragazza. Ofir, per i suoi riccioli e per la facilità con la quale cattura lo sguardo delle ragazze dovrebbe essere il bello. Per esclusione, Amichai dovrebbe essere il furbo. Ma, per le caratteristiche del personaggio, lo definirei piuttosto il saggio (e meno male perché i parallelismi troppo perfetti tolgono poesia).
Non toglie affatto poesia invece la simmetria a cui allude il titolo del libro: alla fine lo ricorderete come un romanzo tenerissimo, che non fa nulla per sedurvi, eppure vi attrae per un forte profumo di autenticità, quella stessa autenticità indispensabile nelle vere amicizie.


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Lo consiglio vivamente a tutti. Leggete anche le recensioni di chi mi ha preceduto in questo titolo: ce ne sono alcune veramente bellissime. Prendete quindi il mio scritto come un semplice “remainder”.
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    03 Giugno, 2016
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Desideri simmetrici...amicizie eterne.

Un libro sull'amicizia maschile, quella vera, che dura nei decenni e sopravvive a tutto: al tempo, alla lontananza, al militare, alle donne, ai lutti, alle crisi mistiche, ai tradimenti...
Siamo in Israele e quattro amici, durante la finale dei Mondiali di calcio, scrivono su dei bigliettini 3 desideri che vorrebbero vedere realizzati entro I successivi Mondiali.
In questi 4 anni succederanno tante cose...nessuno di loro sembra riuscire nei propri intenti, ma...il loro legame così profondo riesce a riequilibrare I loro sogni in un modo assolutamente sorprendente!
Scritto bene, scorrevole e profondo...forse qualche salto temporale fatto in modo un po' brutale, ma di sicuro una buona lettura.
Finale aperto, che però non disturba.

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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    12 Novembre, 2014
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Persone che cambiano opinione

Il libro racconta l'amicizia tra quattro persone molto diverse, Churchil, Amichai, Ofir e l'io narrante Yuval, tanto diverse da poter essere paragonate ai quattro elementi: terra, acqua aria, fuoco. L'io narrante-Yuval, l'acqua, rappresenta il collante di quell'amicizia, colui che c'è sempre per tutti, che abbraccia tutti come l'acqua del fiume circonda e lambisce le pietre. L'inizio del libro è bellissimo, così bello che senza aspettare altro mi sono riempito il carrello di tutti i libri scritti dall'autore.
In realtà, la storia non è tutta ugualmente esaltante. Bellissimi sono l'inizio e la fine. Il finale è molto originale e non terribilmente melenso come sembrava poter essere. La parte centrale mi è piaciuta un po' meno. Forse l'amico Churchill, che pure è il mio preferito è troppo narcisista e egoista, forse non mi è piaciuta la rapida uscita di scena di Ilana e le conseguenti attività benefiche in sua memoria. Forse l'attaccamento patologico a Yaara è appunto, troppo patologico. Non so, ho rimpianto la leggerezza bellissima delle prime pagine, che fa toccare con mano l'amicizia, l'intimità, la vicinanza tra i quattro. Meno male il finale recupera questo spirito che è la cosa più bella del romanzo, un misto tra leggerezza e malinconia.
Bella l'idea del cambiamento, il fatto che gli amici pur cambiando obiettivi e modi di vedere il mondo non si perdano l'uno per l'altro, conservando tra loro una simmetria che sta non solo nei desideri realizzati reciprocamente ma nel compensare l'uno le debolezze dell'altro.

"Io ho continuato a guidare verso il mare, laggiù, pensando: quel ramoscello, appena arriviamo, lo tiro via dal tergicristallo,e ho pensato anche: se adesso schiaccio l'acceleratore abbastanza forte voliamo in aria e atterriamo direttamente in acqua, un atterraggio morbido, e poi ho pensato: ancora due ore, massimo due ore e mezza con questi tre rompiscatole, e poi me ne torno a casa e non dovrò mai più rivederli in vita mia."

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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    13 Ottobre, 2014
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SI E' SOLI, MA FORTI, GRAZIE AGLI AMICI !

Mentre leggevo questo libro ho avuto la grave perdita del mio papà.
A chi ho riferito per primo il triste accadimento? Con chi ho condiviso i miei sentimenti...? Naturalmente alle persone più care, e tra queste coloro che io considero amici.
Il triste fatto successo ha fatto si che la lettura diventasse lenta e centellinata, perchè l'argomento della narrazione è appunto l'amicizia, un sentimento vitale per me.
Nel libro questo sentimento viene vissuto da un quartetto di amici sulla trentina, durata in un arco di quattordici anni e non è importante dove e quando si svolge; ciò che conta davvero è lo sviluppo della danza ininterrotta di avvicinamento e allontanamento che diventa il cuore di questi quattro ragazzi.
Le intese complici, gli sguardi di sincera curiosità e l'attenzione dei dialoghi tra loro, il livello massimo di fiducia raggiunta, la generosa porzione di tempo dedicata l'un altro, il tifo acceso per l'entusiasmo dell'uno verso l'altro, la condivisione della guerra del dolore.
Ecco che l'amicizia diventa una vera e propria oasi che fa dimenticare il deserto, una zattera in mezzo al mare della tempesta della vita.
L'autore in particolare, uno dei quattro amici, dagli occhi pensanti, sempre portato all' introspezione, ha fatto breccia nel mio cuore.
La sua notevole sensibilità e la sua attenzione alle minime sfumature dei sentimenti, lo hanno reso capace di fare una sorta di radiografia dei sentimenti. Mai come in questo libro, ho potuto constatare una tale abilità.
In particolare incentra il suo racconto sull'arco di tempo che intervallava i mondiali di calcio, quindi quattro anni.
Dall'espressione dei loro desideri in semplici bigliettini , avvenuta nel primo mondiale raccontato sino alla scoperta della riuscita o meno della loro realizzazione che si doveva compiere entro il secondo mondiale in causa.
Sarà bellissimo scoprire chi e come sarà riuscito a raggiungere in pieno l'obiettivo e soprattutto a rilevare come ,questa sorta di promessa condivisa, diventi la forza che aiuterà tutti e in particolare lo stesso autore ad affrontare il suo dilemma del vivere.
Certo, si sa che gli amici come vengono così vanno, ma resta quel filo invisibile che riprende immediatamente forza , subito appena avvenga il ravvicinamento.
Ed è proprio questa la bellezza che emerge a mio avviso da questo splendido racconto: quando nasce un'amicizia vera, autentica e importante, essa diventa parte di te...una forza ti penetra e ti accompagna tanto da farti sentire sempre forte, sia pur in un momento di vita in cui ti debba trovare a vivere da solo...solo si, ma forte dentro.
L'amicizia come per magia si trasforma in una melodia che ,densa di significati, diventa la direzione verso cui potersi dirigere e saper orientare sempre la bussola con la quale conduciamo la nostra vita.
Un libro che ti porta a fermarti e a riflettere sui cambiamenti che ci sono stati nella nostra vita e a capire con maggiore chiarezza quali sono i nostri veri amici.

"Amico tu vedi attraverso tutte le mie maschere, e senti nelle mie parole esattamente quello che
riesco a nascondere con esse al resto del mondo"

AMICI MIEI...GRAZIE DI ESISTERE
VOSTRA PIA

Il mio doveroso e caloroso grazie a tutti coloro che il destino ha voluto diventassero miei cari e autentici amici...di tutto cuore , Pia.

P.S: come si fa a non leggere un libro che parla del sentimento più bello che possa esistere..come si fa?
Grazie Marco Caggese, che mi hai fatto scoprire la bellezza di questo libro!!!

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A chi sente il bisogno di un amico; a coloro che beati hanno vissuto l'amicizia...e a chi la cerca e si dimostra di poter essere un vero amico!
Non è per coloro che vivono con ipocrisia questo sentimento.
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Marco Caggese Opinione inserita da Marco Caggese    19 Giugno, 2014
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L'amicizia, quella che incontri nella realtà

E' difficile recensire un simile libro mantenendo un distacco lucido.
Mille volte sono rimasto a bocca aperta, toccato dalla profondità e dalla verità che emanano queste pagine.
Eshkol Nevo ci racconta "semplicemente" di un gruppo di 4 amici, delle loro vicende e dei loro legami viscerali, così come delle loro miserie e delle loro disgrazie. E lo fa con uno stile splendidamente scorrevole, essenziale ed accattivante. La storia ruota attorno ai mondiali del 1998, quando i quattro amici, appassionati di calcio, decidono di scrivere su dei bigliettini, tre propositi che cercheranno di perseguire negli anni successivi. Si danno appuntamento ai mondiali del 2002, quando scopriranno se hanno raggiunto i loro obbiettivi.
L'amore, controverso ma assoluto, del protagonista per Yaara è talmente ben descritto che finisce per colpire allo stomaco continuamente, ogni qualvolta Nevo ne approfondisce un aspetto, anche quando Yaara diventa la donna di un altro. E lo stesso avviene per lo scorrere della vita di ognuno di loro.
Colpisce profondamente quanto il racconto avvinca e trascini il lettore, coinvolgendolo in un mare di sentimenti ed emozioni, pur senza raccontare una storia epocale; la meraviglia è, per Nevo, celata nell'ordinario, nelle vicende di quattro uomini, che attraversano il tempo, i dolori e la sorte formando sempre un corpo unico.
Ci tengo a precisare che non c'è ipocrisia né facile sentimentalismo nella descrizione dei rapporti di amicizia dei quattro protagonisti dei quali ci vengono mostrate invece, senza filtri, le debolezze, le fragilità, gli errori e tutto quello che costituisce la vera sostanza dei rapporti umani, così come avviene nella realtà. A mio avviso è proprio questo l'aspetto che ha reso questo romanzo coinvolgente ed emozionate come pochi.
Oggi sono felice di aver "trovato" questo autore, certo che mi potrà regalare ancora tanto.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    30 Marzo, 2014
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La simmetria dei desideri

La simmetria dei desideri, i desideri di quattro ragazzi che durante i mondiali di calcio del 98, decidono di scriverli su dei bigliettini, custodirli per poi rileggerli al successivo mondiale, ovvero quattro anni dopo. Per loro era un rituale trovarsi per vedere le partite di calcio dei mondiali. Un rituale che ha inizio più o meno dall’86, da quando avevano iniziato a frequentarsi al liceo, “ fortuna che ci sono i mondiali, …così il tempo non diventa un blocco unico, e ogni quattro anni ci si può fermare a vedere cos’è cambiato.”
Alle porte di loro trent’anni decidono quindi, di scrivere i loro desideri, di avere una sorta di obiettivo da perseguire. Solo uno bigliettino a testa verrà letto la sera stessa, gli altri verranno custoditi fino all’arrivo del 2002.
La storia è narrata da uno dei quattro protagonisti, Yuval, egli racconta della loro amicizia spaziando dagli anni del liceo fino all’arrivo dei mondiali del 2002. Quattro personalità completamente diverse, complici di un’amicizia che ha una forte alchimia, che resiste negli anni grazie al magico equilibrio creatosi anche attraverso le grandi diversità caratteriali. Il silenzioso e spettatore Yuval, il trascinatore e brillante Churchill, il creativo Ofir, e l’ottimista Amichai, quattro giovani uomini che non si perdono dietro “inutili” chiacchiere, ma che vivono la loro amicizia nei fatti.
A volte si è così si impegnati a realizzare i propri obiettivi che non ci si rende conto che nel frattempo sono diventati irrilevanti, che in qualche modo le priorità sono cambiate, perché bisogna sempre essere in grado di allinearsi con i fattori accidentali della vita. In questa frase si racchiude un aspetto dell’essenza del libro, soprattutto per Yuval che parlando di se in prima persona, ci racconta di questi desideri che faticano a realizzarsi, di come il tempo passa e lo scopo appare lontano, distante, irrealizzabile…..a meno che non ci si renda conto che il cambiamento dei fattori accidentali della vita, possa essere in realtà la chiave per poter realizzare altri desideri e per trovare l’ambita“simmetria”.
Accade spesso, e mi è piaciuto molto, che un capitolo inizi attraverso al descrizione di una fotografia, la fotografia come mezzo per imprigionare ricordi, momenti, e a distanza di tempo in grado di farli riaffiorare, riportando a galla sentimenti ed emozioni. La scrittura di Eshkol Nevo è ironica e malinconica allo stesso tempo, una combinazione che cattura l’attenzione dall'inizio alla fine.

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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    10 Marzo, 2014
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La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo

“La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo, israeliano, è un romanzo pervaso da una costante, struggente malinconia in cui la narrazione procede lenta sul filo della memoria.
La voce narrante appartiene a uno dei personaggi della vicenda, uno dei quattro giovani che, legati da un forte vincolo d’amicizia, in occasione della finale dei mondiali di calcio del ’98, decidono di esprimere ciascuno un desiderio e scriverlo su un bigliettino da leggere quattro anni dopo, nella stessa occasione, per constatare se siano riusciti a realizzare i propri sogni.
Le vite dei quattro amici si intrecciano, i legami diventano sempre più stretti, inconsapevolmente ognuno di essi diviene dipendente dall’altro. Ogni esperienza è condivisa, sulla base di un’amicizia sempre più profonda.
“Gli amici sono come un’oasi nel deserto, che permette di dimenticare il deserto, o come una zattera nel mare in tempesta..”
Ma anche nell’amicizia, la più solida, si possono annidare inganno e tradimento e anche i quattro amici di Haifa conosceranno disillusione e sofferenza. L’impegno da loro assunto scandisce le loro vite e le condiziona, a tal punto che è amaro constatare come il tempo muti il corso delle cose a dispetto dei propositi di ognuno. È per questo che Yuval, il narratore, farà in modo di realizzare quella simmetria dei desideri resa difficile se non impossibile dagli eventi della vita. Con il suo romanzo, con il racconto delle loro esperienze condivise, egli riuscirà a ricreare l’armonia dei giardini di Bahà’ì, un luogo la cui perfezione estetica si basa su una perfezione geometrica, in pieno contrasto con il mondo esterno circostante ancora dilaniato dalla guerra e dalla intifada. E la realtà del paese Israele che rimane apparentemente solo sullo sfondo in questo romanzo, è invece, a mio avviso, continuamente presente con i riferimenti alla cultura britannica, alle lotte intestine, a tutto ciò che rende difficile la realizzazione di una vera patria che è ciò che più manca a questi personaggi, alla continua ricerca del “nucleo” in cui trovare rifugio e protezione.
Originale è la tecnica narrativa di quest’opera, che dal secondo capitolo in poi, inizia con un brano in corsivo che altro non è che la descrizione di una fotografia. Solo verso la conclusione del romanzo si comprenderà il fine di queste introduzioni, che portano poi alla più estesa narrazione degli avvenimenti e all’analisi introspettiva approfondita dei personaggi, con una particolare attenzione all’io narrante.
Un romanzo armonioso nella sua struttura, in cui la simmetria dei desideri trova riscontro nella simmetria strutturale.

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apprendista Opinione inserita da apprendista    18 Aprile, 2013
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La forza dell'amicizia, l'ironia del destino

Qualcosa nella foto in copertina, o forse l’entusiastica nota nella 4^ di A. Piperno mi hanno convinto a prendere questo tascabile Neri Pozza di Eshkol Nevo, giovane autore israeliano sulla scia di Grossman; e in effetti devo ammettere che La simmetria dei desideri è una delle letture migliori degli ultimi anni.
Il romanzo racconta lo sviluppo dell’amicizia di 4 ragazzi e delle loro compagne, un po’ più che adolescenti, ma ancora in fase di formazione, attraverso le avventure che li animano, per lo più ambientate fra Haifa e Tel Aviv; sullo sfondo le incessanti ostilità fra israeliani e palestinesi.
Amore, tradimento, affetto, incomprensioni, gioia, speranza, depressione, odio, complicità, ovviamente amicizia: le emozioni che trasmette l’autore spaziano, non solo in ampiezza ma soprattutto in profondità.
In effetti volendo descrivere in breve perchè mi è piaciuto tanto questo romanzo, mi sentirei di dire che è scritto benissimo: ogni parola è pesata, ogni periodo è denso di situazioni e ritmo, i personaggi sembra di vederli in 3D, le dinamiche hanno una profondità che ti fa sembrare di essere lì con loro.
La trama è coinvolgente ed emozionante, ma su questa non mi dilungo, perchè preferisco che ognuno la sopra da solo, e comunque è ben sintetizzata nelle recensioni precedenti.
Insomma poca spesa per una bella lettura. Ciao!

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Due di due, Il cacciatore di aquiloni, Narciso e Boccadoro, L'amico ritrovato, ecc...
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    14 Marzo, 2013
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Magistrale lode all’amicizia

Amichai, Churchill, Ofir e Yuval: quattro amici a cavallo dei trent'anni che dai tempi del liceo sono praticamente inseparabili. Quattro persone profondamente diverse tra loro ma legate da un sodalizio fortissimo che resiste a qualsiasi divergenza, rivalità, invidia, incomprensione. Un gruppo indivisibile, con le sue abitudini, i suoi riti, il proprio linguaggio e i propri scherzi, con norme e regole tacite e non da rispettare. Durante la finale dei mondiali di calcio del 1998 la comitiva è riunita davanti alla tv per assistere all'evento e nella mente di Amichai balena un'idea che prontamente propone agli altri: ogni membro deve scrivere su un bigliettino tre desideri, tre propositi per il futuro che vorrebbe veder realizzati fra quattro anni, quando in occasione della prossima finale verrà svelato il contenuto dei foglietti misteriosi e confrontato con i risultati che i ragazzi avranno ottenuto. Grazie al racconto fatto in prima persona da Yuval scopriamo come si siano trasformate nel corso di quei quattro anni le vite dei protagonisti, attraverso amori, tradimenti, delusioni, lutti, cambiamenti radicali. Ci accorgiamo di come sia importante il loro legame e di come la maniera viscerale in cui viene vissuto lo renda invulnerabile. A volte sembra addirittura che i ragazzi arrivino a vivere la propria vita attraverso quella degli altri. I loro desideri, per quanto totalmente diversi, sembrano subire questa comunione, ognuno di loro diventa il desiderio di tutti, tanto che alla fine la loro realizzazione avverrà attraverso una sorprendente simmetria. Originale, profondo, emozionante, questo libro di Eshkol Nevo coinvolge ed appassiona grazie allo stile grazioso e vivace, alla particolare ambientazione storico-politica e al carisma e all’umanità dei personaggi, tra cui spicca la voce narrante Yuval, timido, introverso, silenzioso, con una personalità fragile e insicura ma dotato di un animo buono e comprensivo e della rara e nobile capacità di perdonare. Ma il vero e incontrastato protagonista del libro è il sentimento dell’amicizia, di cui Nevo tesse magistralmente le lodi senza mai cadere in pomposa retorica o in facili banalità, ma evidenziando quanto impegno e dedizione richieda e quanta importanza abbia nella vita di ognuno di noi. "Ma questa è proprio la definizione dell’amicizia, no? Un’oasi che ci permette di dimenticare il deserto…o…una zattera le cui assi si tengono unite. O…un piccolo staterello circondato dai nemici. Non credi?”

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petra Opinione inserita da petra    25 Ottobre, 2012
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Un legame forte come la vita

La vita e la morte, il destino e le scelte, le colpe e il perdono, la nostalgia e il ritorno…Mille sfumature del quotidiano colorano questo splendido libro di Nevo, mille piccoli accadimenti raccontati con disarmante onestà dal protagonista, Yuval, giovane Israeliano che affida alla carta la storia di un’amicizia forte e fragile, e perciò tanto vera, come quella fra lui e i suoi tre amici : Amichai, Ofir, Churchill.
I quattro si conoscono dal liceo: il tempo passa e, quasi a volerlo “bloccare” si fanno propositi, come rituali, in vista dei successivi Mondiali di calcio: assaporiamo la speranza innocente e l’ingenuità proprie dei sogni e dei grandi ideali. Poi il tempo continua a scorrere e costringe alle scelte, più o meno impegnative, più o meno sofferte, sempre difficili, magari non in linea con le nostre vere aspirazioni. Ma questa è la vita.

C’è l’intifada, il servizio militare, ci sono i viaggi, i momenti scanzonati e quelli tragici, e d’improvviso ci si ritrova uomini: trent’anni, mille dubbi e tante responsabilità. Per fortuna ci sono loro, un’ àncora di salvezza, gli amici veri ; solo loro sanno dare sapore ai nostri giorni, sanno tirare fuori il meglio di noi e sanno aiutarci nel modo migliore, senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Il romanzo di Nevo è un inno vero e sentito a questo sentimento, l’amicizia, meno passionale e fragoroso di altri, ma vitale e necessario come l’aria che respiriamo. Lo sa bene Yuval, il protagonista, che vive visceralmente quest’amicizia fraterna, affrontando e superando anche cocenti delusioni , godendo della compagnia e delle linfa che sono per lui i suoi tre amici, anche quando si comportano male, anche quando non li capisce o da loro non si sente compreso .

Nella lunga , disarmante e a tratti comicamente sincera narrazione di Yuval si alternano momenti esilaranti ad altri di grande struggimento e di dolore, com’è poi nella vita reale. I sentimenti sono a volte confusi, contraddittori: in certi momenti prevale la delusione, a volte la tenerezza; a tratti si prova rabbia, a volte invece un sorriso cancella ogni ombra, nella consapevolezza che quando un’amicizia è sincera allora può resistere a tutto, anche alla lontananza , fisica o morale che sia.

Quasi a riprova dell’universalità di dubbi e ripensamenti che pervadono il suo animo, Yuval costella il racconto con stralci della sua tesi, imperniata sui filosofi che hanno cambiato repentinamente idea: una piccola corazza per le nostre inquietudini, perché, se il dubbio tormentava persino Aristotele- (“Addio idee platoniche, perché non avete più significato di una canzoncina, la la la”)- forse anche la timidezza di Yuval e il senso di smarrimento di ciascuno di noi può essere accettabile, perché siamo umani, e , proprio in quanto tali, l’amicizia ci rende senz’altro più forti.

A mio avviso un libro splendido, emozionante, commovente.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    06 Settembre, 2012
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I desideri possono essere simmetrici?

Un ottimo romanzo! Impegnato, drammatico, denso di pagine di vita vera e di valori.
La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo è la storia di un’amicizia fra un gruppo di quattro ragazzi (Yuval, Churchill, Ofir e Amichai) che si conoscono da sempre e, insieme, hanno condiviso vari momenti della loro vita ed altri ne condividono nel romanzo, ambientato fra Haifa e Tel Aviv nel periodo racchiuso fra i mondiali di calcio del 1998 e quelli del 2002.
Cosa può cambiare nella vita, durante quattro anni?
Molto.
Uno dei ragazzi, Amichai, propone di scrivere i loro desideri su un biglietto di carta e impegnarsi a realizzarli entro i quattro anni successivi. Ognuno di loro ha delle aspettative, dei progetti, dei sogni e la sfida di realizzare un desiderio diventa l’obiettivo principale, quasi un’ossessione, che può mettere a repentaglio l’amicizia.
La parola “simmetria”, nel titolo, è interessante e ha fatto sorgere varie aspettative in me, lettrice per diletto. Chi non ha desideri? E in che modo i nostri desideri possono essere simmetrici con quelli degli altri?
Queste le domande che mi hanno portata a leggere il romanzo “La simmetria dei desideri”, molto interiore e poetico, sul valore dell’amicizia e su come le ostilità della vita possano incrinarne la potenza o arrivare a metterla in discussione.
È un libro che parla della fragilità umana e che fa riflettere anche sulle nostre scelte, dettate molto spesso dalla cultura in cui siamo vissuti. I nostri desideri hanno il potere di influenzare le nostre azioni, le nostre scelte, e a volte ci rendono schiavi, poiché arrivano a condizionarci.
Le donne principali, in questo libro, sono tre: Yaara, Ilana, e Maria. Tre figure femminili diverse fra loro, come diversi sono anche gli uomini, ognuno con il proprio carattere e il proprio modo di affrontare la quotidianità e le difficoltà. Ognuno sogna di poter raggiungere la felicità che vede intrappolata nel desiderio che ha espresso.
L’amore e il tradimento non mancano, come protagonisti del romanzo, ovviamente, accanto all’amicizia. In particolare, l’amicizia fra uomini viene delineata mediante uno dei suoi punti fermi (ormai anche luogo comune): il legame che nasce grazie alle sfide calcistiche.
Eshkol Nevo è uno scrittore bravissimo nel raccontare i rapporti umani e, se vi capita, è una lettura che vi consiglio.

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