Gialli, Thriller, Horror

Checkpoint Roma

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Checkpoint Roma
“In una Roma del vicino futuro (e se accadesse davvero?), sconvolta dalla guerra civile e religiosa, Angela combatte per ritrovare il fi glio rapito, il senso dell’amore e della vita stessa.Sullo sfondo, il declino dell’Occidente e il tentativo di cambiare il corso della storia con una bomba islamica sotto l’altare di Pietro”.

Letteratura italiana

Fine impero

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Fine impero
La presentazione e le recensioni di Fine impero, opera di Giuseppe Genna edita da Minimum Fax. Che cosa accade a un uomo quando perde tutto? Se il paese è l'Italia e quell'uomo è un intellettuale che per sbarcare il lunario scrive per le riviste di moda, il dramma privato può rivelarsi una porta d'accesso verso un altro tipo di disastro: il mondo contemporaneo. Ecco allora che il protagonista di "Fine Impero" intraprende la sua discesa al centro della terra aggirandosi nella notte senza fine di ciò che per comodità chiamiamo ancora show business. A fare da traghettatore c'è Zio Bubba, un uomo che è "più dei politici": agente, impresario, personaggio misterioso e chiave di volta per comprendere in cosa ci sta trasformando lo spettacolo del potere che (dagli schermi tv invasi dai talent e dai reality, fino al profondo della nostra intimità) contempliamo senza sosta a occhi spalancati. Fino a quando non si spalancherà anche la piccola porta di una tragedia la cui potenza non è possibile arginare - il mistero inesplicabile della morte dei bambini su cui la grande letteratura non fa che interrogarsi ciclicamente. Giuseppe Genna, lo scrittore che ha indagato le pieghe più inquietanti dell'Italia di questi anni, racconta una parabola che ci riguarda da vicino. Abbiamo dimenticato qualcosa di fondamentale tra le stanze di un brutto sogno, e l'unico modo per riprenderla è rituffarcisi dentro.

Letteratura italiana

Blues di mezz'autunno

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Blues di mezz'autunno
La trama e le recensioni di Blues di mezz'autunno, romanzo di Santo Piazzese edito da Sellerio. Lorenzo La Marca, lo svagato detective dei gialli palermitani di Santo Piazzese, si trova ad Erice, ad un workshop del Centro Ettore Majorana. Mentre gironzola qui e là in cerca di riparo dalla inesorabilità del sole e dei colleghi, fa un incontro inatteso: l’amico dei primi anni di Biologia. Rizzitano, si chiamava, ed era sempre stato tanto capace di navigare tra uomini e donne quanto La Marca era impacciato. La rievocazione inevitabile s’impunta su una zona della memoria evidentemente sensibile: l’isola della Spada dei Turchi. E qui cambia la scena. L’ironia e il parlare per allusione e contrasti, tipici della spavalderia autocritica del personaggio, si modula, a poco a poco, al tono del ricordo. La mente torna agli inizi di La Marca, il ritratto del personaggio da giovane. Un pugno di anni di tanto tempo prima, studente alle prime armi, il suo professore, per studiare certi pesci, lo imbarcava su un peschereccio, il Santa Ninfa. Navigando con gente di mare, gli era piaciuto scoprire cose immaginate sui libri di scienze e di avventura ma, una volta, s’era invaghito di un’isola della costa siciliana, la Spada. Ci vivevano «gli stravaganti» – così gli altri isolani chiamavano la colonia di individui finiti là, ognuno venuto da lontano, ognuno per ragioni diverse, qualcuno a viverci stabilmente, altri a ricercare periodicamente se stessi. Gravitavano intorno a un bar dal nome incongruo, fondato nel dopoguerra da un friulano precipitato in quello scoglio insieme alla moglie bellissima. Ma non si può dire che fossero un gruppo, sembrando tutti lasciati lì dalla risacca della vita. O così piace immaginare a La Marca che comincia a carezzare discretamente le storie e i segreti di quel pezzo di mondo, così angusto per i corpi e sconfinato per le menti, che lo illude che il suo centro autentico sia lì. Fino a quando un fatto vero vi precipita e un segreto vero si squarcia. Come se La Marca l’avesse desiderato e temuto insieme, per molto tempo. In questo lungo racconto di mare e di costa, calibratissimo tra l’ironia la nostalgia e la tensione, si narra insieme la formazione di un uomo e la nascita di un personaggio, l’una attraverso l’altra reciprocamente, esercizio di letteratura e di letteratura sulla letteratura. Il cui cuore pulsante potrebbe essere la forza ambigua del mistero, di cui si spera e si teme la soluzione. Santo Piazzese, biologo, è nato a Palermo, dove vive e lavora. Con Sellerio ha pubblicato I delitti di via Medina-Sidonia (1996), La doppia vita di M. Laurent (1998) e Il soffio della valanga (2002), tutti raccolti anche nel volume della collana «Galleria» Trilogia di Palermo (2009), e Blues di mezz'autunno (2013).

Letteratura italiana

La fabbrica dei cattivi

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4.5 (1)
La fabbrica dei cattivi
La trama e le recensioni di La fabbrica dei cattivi, romanzo di Diego Agostini edito da Giunti. Una sosta in un centro commerciale per comprare una maglietta pulita e asciutta dopo l’ennesimo acquazzone – perché d’estate in Florida piove in continuazione. Intanto la figlia più piccola, Giulia, si è appena addormentata: è scatenata e iperattiva e i suoi sonni così profondi le servono per ricaricare le energie che brucia ed esaurisce da sveglia, così, come suggerisce il pediatra, è meglio lasciare che si svegli da sola. L’auto è parcheggiata proprio davanti alla vetrina del negozio, è questione di un attimo, non può succedere nulla. E invece di colpo tutto precipita perché, senza saperlo, Alex e Mara hanno contravvenuto a una legge dello Stato. Il detective Strate prende le cose talmente sul serio da alterare prove e testimonianze. Si scatena il finimondo. Un’assistente sociale porta via i loro due bambini. I genitori, dopo l’arresto, sono condotti alla prigione della contea: rischiano una pesante condanna per abbandono di minore e la conseguente perdita della potestà genitoriale. Cosa succede quando un “buono”, un padre e un marito affettuoso, un professionista responsabile e, soprattutto, un uomo innocente, sperimenta l’impotenza di fronte a un meccanismo repressivo incomprensibile? Accettare di esserne ingranaggio? Oppure reagire e analizzarlo con i propri strumenti? Così, ora dopo ora, il travolgente racconto di Alex si trasforma nella personale esperienza di come, in una perversione giuridica compiuta in nome della giustizia, la società abbia bisogno di una “fabbrica dei cattivi”. Diego Agostini, al suo esordio narrativo, racconta una storia così coinvolgente da lasciare nel cuore di ogni lettore una domanda: “Cosa avrei fatto se fosse accaduto a me?”. Perché quello che succede ad Alex potrebbe accadere a ciascuno di noi. Diego Agostini, laureato in Psicologia, ha maturato un’esperienza decennale come direttore sviluppo risorse umane per grandi aziende. Specialista in efficacia personale e formazione manageriale, lavora come consulente. Ha pubblicato due libri dedicati allo sviluppo delle potenzialità individuali: Percorsi positivi (2000) e Punti di forza (2005), entrambi editi da Franco Angeli.

Letteratura italiana

Compartimento 11

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4.8
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Compartimento 11
Nel corso della sua infanzia, il piccolo Danny è costretto a fare i conti con un gravissimo trauma, che minerà la sua intera esistenza. Un passato che nasconde tragiche verità e una sofferente reclusione in orfanotrofio segneranno la sua vita. Danny alimenterà bizzarre passioni e, vittima dei fantasmi della sua mente, si avvicinerà al mondo del crimine. Isabel, il Copista, Altro, Emma e il Professore saranno irrimediabilmente protagonisti dell’esistenza di Danny e lo condurranno a un destino ineluttabile. Una storia forte, delicata e malinconica a un tempo, eppure piena di vita e tenerezza, che costringe a rovesciare i luoghi comuni e a guardare il mondo e le esperienze da una nuova prospettiva.

Letteratura italiana

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